sabato 25 giugno 2016

Domenica al Cinema ritrovato

Cento anni fa: Krazy Serial 1916
Sala Mastroianni, ore 9

Primo appuntamento con il Krazy serial ideato da Mariann Lewinsky all’interno della sezione dedicata ai film del 1916. Non un serial vero e proprio, anche se il nucleo centrale è costituito dal serial parodico di Jacques Feyder Le Pied qui étreint, ma sei programmi costruiti, con gesto dadaista, attraverso il libero assemblaggio. Non a caso, perché numi ispiratori ne sono il Krazy Kat di George Herriman (in verità Topo Ignazio lanciò il primo mattone sulla testa di Krazy Kat all’alba del 1910, ma la prima, gloriosa striscia domenicale a tutta pagina apparve il 23 aprile 1916) e il Dadaismo. Nel primo programma, intitolato Parodia / Ready Made, s i passa dall’episodio 1 all’episodio 1777 di Le Pied qui étreint, in cui Feyder si prende chiaramente gioco dei serial alla Perils of Pauline, e si prosegue con Les Gaz mortels di Abel Gance.

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One hundred years ago: Krazy Serial 1916
Sala Mastroianni, 9 a.m.
On Sunday 26 the first appointment with the Krazy Serial conceived by Mariann Lewinsky as part of the section dedicated to the films of 1916 will be screened. It is not a serial in the real sense of the word, although its central focus is Jacques Feyder’s parody serial
Le Pied qui étreint (The Strangling Foot), but six programs constructed with a Dadaist attitude using free assemblage. And not by chance, because it is inspired by George Herriman’s Krazy Kat (actually Ignatz the Mouse threw his first brick at Krazy Kat as early as 1910, but the first glorious full-page Sunday cartoon appeared on April 23rd, 1916) and Dadaism. The first program, entitled Parodia / Ready Made, passes from episode 1 to episode 1777 of Le Pied qui étreint (The Strangling Foot), in which Feyder is clearly poking fun at serials à la Perils of Pauline, and continues with Les Gaz mortels by Abel Gance.
 



The Film Foundation’s World Cinema Project
Feng gui lai de ren di Hou Hsiao-hsien
Sala Scorsese, ore 11

Per il nono anno consecutivo Il Cinema Ritrovato dedica uno spazio importante alle cinematografie del mondo grazie ai restauri del World Cinema Project, un progetto speciale di Martin Scorsese nato in seno a The Film Foundation. Due i restauri promossi e sostenuti insieme alla Cinémathèque Royale de Belgique: I ragazzi di Feng Kuei di Hou Hsiao-hsien e Taipei Story di Edward Yang (in programma lunedì 27), due opere fondanti della nouvelle vague taiwanese. I ragazzi di Feng Kuei è un film fondamentale per il cinema cinese perché Hou Hsiao-hsien “seppe rivoluzionarne la compr ensione e la visione del mondo, e superando le impasse del classicismo e del modernismo d’importazione definì la possibilità di un nuovo e originale punto di vista sul mondo contemporaneo” (Olivier Assayas). Il film sarà introdotto in sala da Nicola Mazzanti (Cinémathèque Royale de Belgique).
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Feng gui lai de ren
by Hou Hsiao-hsien
Sala Scorsese, 11 a.m.
For the ninth consecutive year, Il Cinema Ritrovato showcases films from around the world with restorations by the World Cinema Project, Martin Scorsese’s special scheme, which originated within the Film Foundation. This year’s selection includes two restorations jointly launched and supported with the Cinémathèque Royale de Belgique,
The Boys from Fengkuei (1983) by Hou Hsiao-hsien, and Taipei Story (1985) by Edward Yang, two seminal titles for the Taiwanese Nouvelle Vague. The Boys from Fengkuei is a film of fundamental importance for Chinese cinema because Hou Hsiao-hsien “was able to bring a veritable revolution in its manner of apprehending and regarding the world, and, overcoming the impasses of classicism and imported modernism, he defined the possibility of a new and original point of view on the contemporary world” (Olivier Assayas). It w ill be introduced in the cinema by Nicola Mazzanti (Cinémathèque Royale de Belgique).



Lezione di Cinema: Bertrand Tavernier
Sala Auditorium, ore 12

Dopo aver inaugurato il Festival con il suo Voyage à travers le cinéma français, in cui con le doti d’irresistibile affabulatore che lo contraddistinguono ci trascina in un viaggio personale e divertente alla scoperta del cinema e dei cineasti francesi che hanno costellato la sua vita, Bertrand Tavernier incontra il pubblico del Cinema Ritrovato per una Lezione di Cinema che ripercorre le tappe di una carriera avviata negli anni Sessanta come critico cinematografico e felicemente proseguita dietro la macchina da presa. Mezzo secolo di cinema e di amore per il cinema. Dialoga con il regista, Gian Luca Farinelli.
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Cinema Lesson: Bertrand Tavernier
Sala Auditorium, 12 noon
Bertrand Tavernier has opened the Festival with his
Voyage à travers le cinéma français, and with his irresistible gift as a storyteller he has taken us on an entertaining personal journey to discover the French films and film-makers that have stood out in his life. He then meets the audience of Il Cinema Ritrovato for a Cinema Lesson that retraces his career, which began in the sixties as a film critic and continued behind the camera . Half a century of cinema and love of the cinema. He will be talking to Gian Luca Farinelli..

Technicolor & Co.: Marnie
Due o tre cose che so di Marnie: lezione di cinema di Jean Douchet
Cinema Arlecchino, ore 14.15, e Sala Auditorium, ore 17

Ci sono film che non possiamo immaginare in bianco e nero, in cui il dramma, la comicità, la tensione, il ritmo sono intessuti dal colore, che diviene uno degli attori protagonisti. Marnie è il cappotto verde di Tippi Hedren, la sottoveste appena celeste che Sean Connery le strappa, la borsetta gialla stretta tra le mani, e naturalmente il biondo ‘à la Hitchcock’ dei suoi capelli. Tutti colori che potremo apprezzare nelle tonalità autentiche della co pia originale 35mm dye transfer Technicolor proveniente dalla Academy Film Archive per concessione di Universal. Nel corso della sua Lezione di Cinema, il noto critico francese Jean Douchet ci proporrà la sua analisi i Marnie.

 Technicolor & Co.: Marnie
Two or three things I know about Marnie – a Cinema Lesson with Jean Douchet

Cinema Arlecchino, 2.15 p.m. and Sala Auditorium, 5 p.m.
These are films we simply cannot imagine in black and white. Their drama, comedy, tension and rhythm are woven together by color, which in turn becomes a starring actor itself.
Marnie is Tippi Hedren’s green coat, the pale blue petticoat that Sean Connery rips off her, the yellow handbag she clutches, and of course the blond ‘à la Hitchcock’ of her hair. We can appreciate all these colors with the authentic tonality of the vintage Technicolor 35mm dye transfer print from the Academy Film Archive courtesy of Universal. During his lesson, the renowned French critic Jean Douchet will offer us his analysis of Marnie.



Ritrovati e Restaurati: Who’s Crazy? Il film ritrovato con le musiche di Ornette Coleman
Sala Scorsese, ore 14.30

Ritrovato e Restaurato: definizione perfetta per Who’s Crazy? di Thomas White. Girato in Belgio nel 1965, fonde in sé due improvvisazioni: quella dei componenti del Living Theatre (senza Judith Malina e Julian Beck) e quella di Ornette Coleman, considerato il padre del free jazz, che con il suo trio (che, oltre allo stesso Coleman al sax, include David Izenzon al contrabbasso e Charles Moffett alla batteria) registra in due giorni l’incredibile colonna sonora. Dopo la proiezione di Cannes del 1966 il film scompare e fino al 2015 lo si considera perduto. Alla morte di Coleman, Vanessa McDonnell, regista, fondatrice della Grand Motel Film e fan del musicista, si mette alla ricerca del film. Rintraccia avventurosamente White e scopre che la pellicola proiettata a Cannes giace malconcia nel suo garage del Connecticut. Il restauro è condotto con John Klacsmann della Anthology Film. In programma anche uno dei capolavori di Kenji Mizoguchi, Ugetsu monogatari, restaurato da The Film Foundation e Kadokawa Corporation e introdotto in sala da Margaret Bodde, e Les Abysses, esordio esplosivo e provocatorio di Nico Papatakis, restaurato da Gaumont.

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Rediscovered and Restored – Who’s Crazy? The rediscovered film with music by Ornette Coleman
Sala Scorsese, 2.30 p.m.
Rediscovered and Restored: the perfect definition for
Who’s Crazy? by Thomas White. Shot in Belgium in 1965, it is a fusion of two improvisations, one b y the members of the Living Theatre (without Judith Malina and Julian Beck), and one by Ornette Coleman, considered the father of free jazz, who recorded the soundtrack with his trio (which included David Izenzon on bass and Charles Moffett on drums as well as Coleman himself on sax). After being shown at Cannes in 1966, the film disappeared and was considered lost until 2015. When Coleman died, Vanessa McDonnell, director, funder of the Grand Motel Film and a fan of the musician, started searching for the film. She tracked White down and discovered that the film shown at Cannes was lying in his garage in Connecticut in a sorry state. The restoration was carried out with John Klacsmann of Anthology Film. One of the masterpieces of Kenji Mizoguchi, Ugetsu monogatari, restored b y the Film Foundation and Kadokawa Corporation and presented in the cinema by Margaret Bodde, is also on the program, as well as Les Abysses, the explosive and provocative debut of Nico Papatakis, restored by Gaumont.



Documenti e documentari: El hombre que quiso ser Segundo e Natural Resistance
Sala Auditorium, ore 18, e Sala Scorsese, ore 21.45

Il cinema che racconta il cinema, indaga il suo passato e i personaggi che ne hanno fatto la storia: come Segundo de Chomón, pioniere del cinema a trucchi raccontato da El hombre que quiso ser Segundo di Ramón Alós, un gioco di specchi costruito attorno alla figura fantasmatica del fratello gemello di Chomón, mescolando documentario e finzione. Introducono il film, Ramón Alós, la produttrice Livia Cortese e l’attore Enrico Vecchi. Sarà invece Jonathan Nossit er a introdurre il suo Resistenza naturale, documentario che racconta la ribellione di un movimento di vignaioli e agricoltori ‘naturali’ a un sistema politico-economico che omologa la produzione agroalimentare. Prima della proiezione, presso Il Cameo di Piazzetta Pasolini, degustazione di quattro vini di Cascina degli Ulivi raccontati da Stefano Bellotti e Jonathan Nossiter. L’appuntamento con Nossiter è anche alle 19, presso la Libreria Coop Ambasciatori, per la presentazione del suo nuovo saggio Insurrezione culturale. Per una nuova ecologia della cultura (DeriveApprovi, 2016).

Documents and Documentaries: El hombre que quiso ser Segundo and Natural Resistance
Sala Auditorium, 6 p.m., and Sala Scorsese, 9.45 p.m.
Cinema that tells th e story of cinema, investigates its past and the figures that have made its history, like Segundo de Chomón, pioneer of the trick films depicted in
El hombre que quiso ser Segundo by Ramón Alós, a game of mirrors constructed around the imaginary figure of Chomón’s twin brother, mixing documentary and fiction. The film will be introduced by Ramón Alós, the producer Livia Cortese and the actor Enrico Vecchi. Jonathan Nossiter will present his documentary Natural resistance, which tells the story of a movement of ‘natural’ wine dressers and farmers against an economic and political system that levels off agricultural production. Before the screening there will be a tasting of four wines from Cascina degli Ulivi described by Stefano Bellotti and Jonathan Nossiter. The appointment with Nossiter is also at the Libreria Coop Ambasciatori at 7 p.m. for the presentation of his new essay. It is entitled Cultural Insurrection. For a new ecology of culture (DeriveApprodi, 2016).

Cerimonia di consegna del Premio FIAF ai fratelli Dardenne
Teatro Comunale, ore 19.15

Grande evento conclusivo delle due giornate del Symposium FIAF, la consegna del Premio FIAF ai due fratelli cineasti Jean-Pierre e Luc Dardenne, autori di un cinema del sociale che coniuga etica e maestria cinematografica, che hanno fatto del loro sguardo senza filtri sulla realtà contemporanea una chiave di stile. A seguire, sarà proiettato La Promesse, il lungometraggio che a metà anni Novanta ha fatto conoscere i due fratelli belgi a livello internazionale e che già propone alcuni dei temi e delle figure che caratterizzeranno il loro cinema: un protagonista adolescente, vittima delle scelte degli adulti, e la rappresentazione del mondo del lavoro precar io e marginale, quello degli immigrati sfruttati illegalmente nei paesi europei.
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Ceremony for the awarding of the FIAF Prize to the Dardenne brothers
Teatro Comunale, 7.15 p.m.
The final event of the two-day FIAF Symposium is the awarding of the FIAF Prize to the two filmmaking brothers Jean-Pierre and Luc Dardenne, whose social cinema combines ethics and cinematographic mastery. They have made their uncompromising vision of contemporary reality a key characteristic of their style. Afterwards, La Promesse will be shown, the feature film which made the two Belgian brothers famous at an international level in the mid nineties. It already included some of the themes that charac terize their cinema: a teenage protagonist who is a victim of the choices of adults, and a representation of the world of the most insecure and marginalized work, that of the immigrants illegally exploited in European countries.

Omaggio a Marlon Brando: One-Eyed Jacks in Piazza
Piazza Maggiore, ore 21.45

L’unico film diretto da Marlon Brando, un grande western irregolare e affascinante quanto il suo autore e interprete. One-Eyed Jacks nasce da un soggetto di Sam Peckinpah, passa per le mani di Kubrick, ma è Brando a farlo completamente proprio, anche nella dismisura: il film che lui gira dura quasi cinque ore, il final cut della produzione lo riduce agli attuali 141 minuti. Il nuovo restauro, recuperandone i colori arsi e primari, ne ristabilisce con forza la modernità: se la storia è uno standard (la vendetta di un giovane rapinatore contro l’ex compagno più anziano che l’ha abbandonato), la costruzione di Brando è un personalissimo intre ccio di tensioni edipiche, pulsioni masochiste, riflessioni figurative sulla violenza. Un’opera unica che scandaglia il cinema classico per affacciarsi, prepotente e anticipatore, al clima del new american cinema.
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Homage to Marlon Brando – One-Eyed Jacks in the Piazza
Piazza Maggiore, 8.45 p.m.
The only film directed by Marlon Brando, a great western that is as rebellious and fascinating as its maker and interpreter. One-Eyed Jacks was based on an idea of Sam Peckinpah and passed through the hands of Kubrick, but it was Brando who made it completely his own, even in its excess. The film that he shot lasted almost five hours, and the final cut reduced it to its current 141 minutes. The latest restoration recovers its burnt primary colors and forcefully reestablishes its modernity. Although the story is a standard one (the revenge of a young armed robber against his older ex-partner who has abandoned him), Brando’s construction is a very personal web of oedipal tensions, masochistic instincts and figurat ive reflections on violence. A unique work that plumbs classic cinema only to emerge, overbearing and ahead of its time, into the atmosphere of the new American cinema.


La magia della proiezione a carboni: Stella Dallas
Piazzetta Pier Paolo Pasolini, ore 22.15

Prima serata in cui Piazzetta Pasolini riaccende le luci preziose della proiezione con lampada a carboni: esperienza raccolta, per happy few (ma attenzione perché i posti a sedere finiscono in un battibaleno). Stella Dallas è un film imperdibile per molte/i: per chi ama la purezza (perversa) del melodramma, le lacrime versate sull’‘amore sublime’, le grandi interpretazioni femminili. Stella è la provinciale di pochi mezzi che sposa un ricco, ha una figlia, si separa, e per non intralciare l’ascesa sociale della rampolla accetta il più straziante sacrificio. La storia ha avuto varie versioni cinematografiche; la più celebre Stella dello schermo è stata Barbara Stanwyck, nel film del 1937 di King Vidor; ma questa Belle Bennett, diretta nel 1925 da un regista di gran maestria sentimentale come Henry King, sarà una vera scoperta – grazie anche alla sceneggiatura di Frances Marion, una delle massime scrittrici del cinema muto americano, che nella perfetta ‘quadratura’ melodrammatica inserisce riflessioni sul ruolo materno e le dinamiche sociali.
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The magic of carbon lamp projection: Stella Dallas
Piazzetta Pier Paolo Pasolini, 10.15 p.m.
The first evening on which the magic lights of carbon arc projector are turned on again – an experience reserved for the lucky few (but watch out because the seats run out in the blink of an eye). Stella Dallas is an unmissable film for the many people who love the (perverse) purity of melodrama, the tears shed for ‘sublime love’, and great female interpretations. Stella is a provincial woman of limited means who marries a rich man, has a daughter, separates, and accepts the most excruciating sacrifice in order not to hinder the social ascent of her offspring. The story has had a variety of film versions. The most famous Stella of the screen was Barbara Stanwyck in the 1937 film by King Vidor, but this Belle Bennett, directed in 1925 by a great master of emotions like Henry King, was a real find – thanks in part to the screenplay by Frances Marion. She was one of the best writers of American silent movies, and introduced ideas about the role of mothers and social dynamics into the perfect melodramatic equilibrium.

   
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Il Cinema Ritrovato
Cineteca di Bologna and Mostra Internazionale del Cinema Libero
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