domenica 4 settembre 2016

Paul Signac al LAC di Lugano

Paul Signac. Riflessi sull’acqua, al Museo d’arte della Svizzera italiana nella sede espositiva al LAC di Lugano
Oltre centoquaranta opere provenienti da un’eccezionale collezione privata raccontano la carriera di uno dei massimi protagonisti dell’arte di fine Ottocento.


Dal 4 Settembre 2016 all'8 Gennaio 2017
Conferenza stampa: venerdì 2 Settembre 2016 | ore 11.00
Inaugurazione: sabato 3 Settembre  2016 | ore 17:00
www.masilugano.ch | info@masilugano.ch | +41 (0)58 866 42 30
Museo d’arte della Svizzera italiana | Sede espositiva LAC | Piazza Luini 6, Lugano
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Orari: Martedì - Domenica dalle 10:00 alle 18:00| Giovedì aperto fino alle 20:00 | Lunedì chiuso
Biglietto intero: chf 15 | ridotto: chf 10 | ingresso gratuito <16 anni="" del="" domenica="" la="" mese="" prima="" span="">
Biglietto combinato con Palazzo Reali | intero: chf 18 | ridotto: chf 12
Visite guidate e laboratori creativi Mediazione culturale | lac.edu@lugano.ch
A cura di Marina Ferretti Bocquillon

A un anno dall'inaugurazione del LAC Lugano Arte Cultura e dall'apertura del Museo d’Arte della Svizzera italiana (MASI Lugano), la sua seconda stagione espositiva si apre con una riflessione sugli sviluppi del linguaggio pittorico attraverso l’opera di artisti moderni e contemporanei che trova un punto di partenza ideale nell'opera dell’artista francese Paul Signac,  grande precursore della pittura moderna.

La mostra Paul Signac. Riflessi sull’acqua, a cura di Marina Ferretti Bocquillon, direttore scientifico del Musée des impressionnismes di Giverny e corresponsabile degli Archives Signac, è posta sotto l’alto patronato di Sua Eccellenza, Signor René Roudaut, Ambasciatore di Francia in Svizzera ed è stata organizzata in collaborazione con la Fondation de l’Hermitage di Losanna, che ha ospitato l’esposizione all’ inizio dell’anno.

L’esposizione al MASI Lugano presenta oltre centoquaranta opere, fra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, appartenenti a un’eccezionale collezione d’arte, uno dei più importanti nuclei di opere dell’artista conservato in mani private, sviluppando un’esaustiva panoramica dell’evoluzione artistica del pittore attraverso le fasi che hanno segnato i mutamenti della sua tecnica pittorica sin dagli esordi, in particolare dal decisivo incontro con Georges Seurat (1859-1891) avvenuto nel 1884 a Parigi, dopo il quale Signac abbandona la breve e veloce pennellata impressionista per sperimentare il Pontillisme. 

Seguendo un percorso cronologico e tematico, le opere esposte rivelano le molteplici sfaccettature di un uomo innamorato del colore e documentano le diverse fasi dell’evoluzione artistica di Paul Signac: dai primi dipinti impressionisti fino agli ultimi acquerelli della serie dei Porti di Francia, passando per gli anni eroici del neoimpressionismo, il fulgore di Saint-Tropez, le immagini scintillanti di Venezia, Rotterdam e Costantinopoli.
Alla foga impressionista degli esordi si contrappongono così le limpide policromie del divisionismo, il giapponismo audace degli acquerelli - tecnica prediletta da Signac - contrasta con la libertà dei fogli dipinti en plein air, mentre i grandi disegni preparatori a inchiostro di china acquerellato ci rivelano i segreti di composizioni serene, a lungo meditate in studio.

In concomitanza con la mostra dedicata all’opera di Paul Signac, il Museo proporrà dai primi di ottobre una grande antologica dedicata ad Antonio Calderara (1903-1978), figura singolare e appartata del panorama artistico italiano per molti aspetti paragonabile a quella di Giorgio Morandi, che come Paul Signac ha fatto della pittura il suo linguaggio prediletto. Una mostra (1 ottobre 2016 - 22 gennaio 2017) che vuole presentare al grande pubblico la ricerca artistica di Antonio Calderara, partendo dalle opere del periodo figurativo, fortemente influenzate dall’opera di Georges Seurat, fino alle opere astratte attraverso un percorso dominato dal valore assoluto della luce.



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Immagine in copertina: Paul Signac, Saint-Cloud, 1903, olio su tela, 44,5 x 54 cm. Collezione privata. Foto: Maurice Aeschimann

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