Venerdì 4 giugno 2010 alle ore 20.30 inaugura, presso le stanze del terzo piano dello Scalo San Donato (via Larga 49, Bologna), “Zaffiro” la mostra – installazione firmata Cuoghi Corsello.
Il titolo della mostra cita la protagonista femminile di “Zaffiro e Acciaio” un'originale telefilm degli anni '70, in cui due agenti speciali (protagonisti di avventure al limite del fantascientifico) non si spostavano avanti e indietro nel tempo ma era il tempo stesso ad irrompere nelle loro storie. Così, allo stesso modo, le opere di Cuoghi Corsello, che spesso nascono e/o vengono pensate all'interno di spazi fisici e temporali anomali, sono catapultate nelle stanze dove un tempo dormivano i ferrovieri. Ed è qui che succede qualcosa. Le opere iniziano a parlare con il luogo che le ospita, e questo dialogo genera nuove suggestioni e rilascia input erotici.
Il lungo corridoio che lega le stanze dello spazio espositivo ha un ruolo magico che ancora una volta, l'ennesima da quando i due artisti hanno deciso di realizzare questa mostra-installazione, riporta alla mente il telefilm. Nella serie televisiva infatti viene spiegato che il Tempo è come un corridoio che circonda ogni cosa, ma che vi sono punti deboli nel continuum spazio-temporale in cui il Tempo può irrompere nel presente e sottrarre qualcosa. Vi sono inoltre creature provenienti dall'inizio e dalla fine del tempo che vagano per il corridoio in cerca degli stessi punti deboli, per tentare di fuggire. Queste intrusioni sono spesso causate dalla presenza di un anacronismo, per esempio nel caso di Zaffiro: un'altalena, una porta che sbatte, una luce che tremola, il profumo di un fiore di campo.
Zaffiro racconta diverse storie - una e più d'una per ogni stanza – e ogni storia solleva nuovi interrogativi, evidenziando in via Larga un'atmosfera quasi soprannaturale, a metà strada fra i racconti dei fantasmi e la letteratura fantascientifica.
“Una mostra in un luogo che sembra proprio un episodio del telefilm Zaffiro e Acciaio....Un altero albergo per ferrovieri deturpato dal tempo, nella mostra si sovrappone una sessualità pop e una sessualità spirituale, sapore di miseria, di mare, di maestosità quasi perduta, l'aria che arriva attraversando i grandi cedri e il desiderio di morire. Poteva chiamarsi anche "alla ricerca della figa perfetta".” Monica Cuoghi
martedì 8 giugno 2010
Zaffiro e acciaio
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