venerdì 30 settembre 2011

Laboratorio di improvvisazione corale

CIRCLELAND è un laboratorio d'improvvisazione corale rivolto a cantanti, strumentisti, compositori che vogliano ampliare la loro formazione musicale e culturale con un attività atta ad alimentare la creatività e la “libertà esecutiva”. Ormai la molteplicità di paesaggi musicali e vocali hanno bisogno si esser conosciuti più a fondo per determinare seriamente le loro complessità e le loro reali diversità. Il laboratorio qui proposto nasce dal grande amore per il canto e dalla volontà di condividere con il prossimo il proprio modo di esprimersi.
Questa è l'origine del linguaggio corale: l'unione effettiva della forma espressiva profonda, La Voce. La progettualità di tutto ciò vive in un processo di approfondimento dell'espressione corale denominata “CircleSong” e portata a conoscenza dal noto jazzman Bobby McFerrin, il quale da anni negli States tiene workshop legati all'improvvisazione vocale.
Il lavoro articolato nelle due giornate non sarà legato a partiture musicali ma all’orientamento del ragazzo ad un rapporto libero con la propria vocalità, a verificare l’attenzione dell’ascolto, a mettersi in gioco con uno strumento molto importante come il canto. Albert Hera docente di canto del dipartimento vocale dell'Istituto Civico Musicale Vittorio Baravalle di Fossano ha progettato questa percorso formativo ampliandolo e introducendo nel programma elementi di antropologia vocale e studio delle contaminazioni corali, studio dell'emissione della voce apportando la sua esperienza nel campo della ricerca e della volontà di far dialogare i sistemi belcantistici con quelli moderni centrando l'importanza dell'uso della tecnica a favore dell'espressione naturale, lo studio del ritmo e del movimento corporeo essenziale nel definire la “pulsazione” un elemento di enorme valore nell'espressione vocale e musicale.
A questo proposito si sono creati esercizi specifici con lo scopo di migliorare la capacità di ascolto, la comprensione di ritmi non comuni all'interno della cultura musicale occidentale, di apprendere le differenze di espressione e di timbro di vari stili come il throatsinging o canto difonico. Che dire un percorso per attivare la creatività, una miglioria della percezione e dell'ascolto musicale , il ritmo e il rapporto con la propria voce, infondere nell’allievo una concreta sensibilizzazione alla curiosità, alla sensazione, allo stupore, componenti importanti per una crescita artistica.



ORARIO:
Sabato 8 ottobre dalle 09.30 alle 12.30 / dalle 14.30 alle 17.30
Domenica 9 ottobre dalle 09.30 alle 12.30 / dalle 14.30 alle 17.30

PARTECIPANTI:
Prevede la presenza di un minimo di 20 e un massimo di 30 Partecipanti.

COSTO:
Ha un costo di 60€ a persona.
L'iscrizione è da regolarizzarsi presso il Teatro “A. Zeppilli” la mattina del primo giorno di workshop, entro le ore 9.30.

martedì 27 settembre 2011

Documentari a Ferrara



Festival internazionale

venerdì 30 settembre 2011

ore 12.00
Prosecutor
ore 14.00
The Edukators 2.0
ore 16.00
Last Chapter: Goodbye Nicaragua
ore 18.00
You Don’t Like the Truth – 4 Days inside Guantánamo
ore 20.30
Page One: A Year Inside the New York Times
ore 22.30
Tahrir

#
sabato 1 ottobre 2011

ore 10.00
An African election
ore 12.00
Page One: A Year Inside the New York Times
ore 14.00
Tahrir
ore 16.00
Prosecutor
ore 18.00
Impunity

#
domenica 2 ottobre 2011

ore 10.00
Last Chapter: Goodbye Nicaragua
ore 12.00
Impunity
ore 14.00
An African election
ore 16.00
You Don’t Like the Truth – 4 Days inside Guantánamo
ore 18.00
The Edukators 2.0

lunedì 26 settembre 2011

La realtà è un uccello



Un viaggio a ritroso nel tempo che parte dalla forma del Teatro-Canzone, che ha reso Giorgio Gaber unico nel panorama della musica d'autore italiana e risale fino ai suoi esordi nei primi anni '60. Da venerdì 23 settembre è in edicola con il Sole 24 Ore la straordinaria collezione «Io mi chiamo G»: tutto il repertorio cantato di Gaber e tre nuove raccolte originali.
L'opera si compone di 16 uscite settimanali. Ogni cofanetto contiene 2cd, una presentazione dell'opera a cura dell'artista, tutti i testi delle canzoni e dei monologhi, foto inedite ed una guida all'ascolto, il tutto al prezzo di 12,90 euro.
Si parte con «Il teatro canzone», prima uscita con il raccoglitore in regalo, e due cd di canzoni e prosa con i seguenti brani:
CD1
- Io mi chiamo G (prosa)
- Far finta di essere sani
- Gli inutili (prosa)
- L'odore
- L'illogica allegria
- È sabato
- La paura (prosa)
- Le elezioni
- L'elastico
- Il suicidio (prosa)
- I soli
- La neve
CD2
- Le mani
- Oh mama! (prosa)
- Il comportamento
- Gildo
- Dopo l'amore (prosa)
- Lo shampoo
- Il dilemma
- Qualcuno era comunista (prosa)
- Si può
- C'è solo la strada
Vai alle prossime uscite

martedì 20 settembre 2011

Omaggio alla Beijing Film Academy


Come l’intera società anche il cinema cinese è profondamente cambiato negli ultimi trent’anni. L’incubatrice di questo mutamento è la più celebre scuola di tutta l’Asia: la Beijing Film Academy, la scuola cinematografica di Pechino. Qui si è formata la cosiddetta ‘quinta generazione’, il gruppo di cineasti che dalla metà degli anni Ottanta ha portato il cinema cinese alla ribalta internazionale.
La Cineteca di Bologna, in collaborazione con Arcipelago – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini e Istituto Confucio, promuove la retrospettiva Omaggio alla Beijing Film Academy. Due generazioni di cineasti cinesi a confronto (1980/2010) mettendo così a confronto alcuni dei saggi dei diplomati degli ultimi due anni, con altrettanti lavori dei loro celebri predecessori.
Si comincia giovedì 15 settembre (ore 21.30, Cinema Lumière) con tre titoli: Il cortile (che vedeva impegnato alla fotografia il giovane talento di Zhang Yimou), La nostra terra e Caccia al premio; martedì 20 settembre (ore 20) sono in programma Mani, Ribelle, La ‘teoria del caos’ applicata all’amore e Incidente. Si chiude mercoledì 21 settembre (ore 19.45) con Sull’altra riva, La mia filastrocca e Eternamente giovane.
L’Omaggio alla Beijing Film Academy. Due generazioni di cineasti cinesi a confronto (1980/2010) è tutto in versione originale con sottotitoli italiani.


Omaggio alla Beijing Film Academy. Due generazioni di cineasti cinesi a confronto (1980/2010)


Giovedì 15 settembre, ore 21.30, Cinema Lumière
IL CORTILE (Xiaoyuan, Cina/1981) di Xie Xiaojing, Tian Zhuengzhueng e Cui Xiaoqin (44’)
La vita di cinque giovani coppie di artisti che vivono in uno stesso stabile nella Shanghai degli anni Ottanta. Soni i piccoli rituali quotidiani a dare senso e felicità alle loro vite. Tian Zhuengzhueng è sarà uno dei principali esponenti della cosiddetta 'Quinta Generazione', Xie Xiaojing è l’attuale direttore del BFA mentre la fotografia porta la firma prestigiosa di Zhang Yimou.
Versione originale sottotitoli italiani
LA NOSTRA TERRA (Women de tianye, Cina/1981) di Pan Xiangliang e Pan Hua (39’)
Gli anni della Rivoluzione Culturale. Insieme ad altri quattro ragazzi di città, Xi Nan viene mandato a lavorare presso un villaggio rurale, nell'ambito del movimento di rieducazione nelle campagne. Uno spaccato lucido e veritiero della società e della vita in Cina in quegli anni.
Versione originale sottotitoli italiani
CACCIA AL PREMIO (Zhongcai, Cina/1985) di Han Gang (28’)
Un bambino fanatico della lotteria, dopo aver speso tutti i soldi risparmiati, si accorge che quel gioco è una truffa e inizia a provare rancore e risentimento, ma non ha modo di vendicarsi, per cui sceglie la strada del perdono.
Versione originale sottotitoli italiani


Martedì 20 settembre, ore 20, Cinema Lumière
MANI (Shou, Cina/2009) di Han Yi (21’)
Wu Han trucca i defunti. Spaventata dalla morte, la gente lo evita, ma nello stesso tempo ha bisogno di lui. La fidanzata l'ha abbandonato quando ha scoperto il suo mestiere, mentre per il suo vecchio padrone tutto va per il meglio. Ma Wu Han non riesce a liberarsi dal pregiudizio che lo accompagna.
Versione originale sottotitoli italiani
RIBELLE (Bu liang, Cina/2010) di Wang Zizhao (27’)
Ma Da e il padre Ma Laoliu vivono nella stessa città ma non si vedono da dieci anni. Quando Ma Da scopre che lui potrebbe non essere il suo vero padre lo va a trovare.
Versione originale sottotitoli italiani
LA 'TEORIA DEL CAOS' APPLICATA ALL'AMORE (Yeye de huanzhugege, Cina/2009) di Liu Ya Lin (21’)
Per vivere Jay fa il  fotografo. Sta andando a Pechino per una mostra dei suoi lavori ma non lo ha detto alla sua ragazza. E questo è il motivo della loro rottura. Ma la mostra non è il principale motivo del viaggio di Jay: Pechino è la città di suo nonno.
Versione originale sottotitoli italiani
INCIDENTE (Lu kou, Cina/2009) di Wang Xiaochuan (29’)
Una piovosa notte invernale come tante. Ignorando le raccomandazioni del fratrello, Luyi torna di nuovo sul suo taxi in cerca di altri clienti. Xuye è una liceale con un segreto che non vuole condividere con il suo ragazzo. Lo stesso incrocio della grande città farà incontrare i loro destini.
Versione originale sottotitoli italiani


Mercoledì 21 settembre, ore 19.45, Cinema Lumière
SULL'ALTRA RIVA  (He long chunag gang, Cina/2009) di Ao Shen (29')
Una vicenda che ha per protagonisti due giovani e un uomo di mezza età. I giovani mostrano reciproca ostilità e sono soliti risolvere i problemi in maniera violenta. Alla fine, tutti si vengono incontro e diventano buoni amici. Anche se potrebbero non incontrarsi più.
Versione originale sottotitoli italiani
LA MIA FILASTROCCA  (Wode tongyao, Cina/2010) di Dingye Liu (29’)
In Malesia ogni etnia – malese, cinese e hindu – ha il proprio sistema educativo. Ah Qiang è un ragazzino stonato e a scuola lo irridono. Ma è abile nelle lingue. E nel mediare e risolvere i conflitti tra i suoi amici di culture diverse. Il razzismo è qualcosa che non riesce proprio a capire.
Versione originale sottotitoli italiani
ETERNAMENTE GIOVANE (Yang ban qin chung, Cina/2010) di Han Tian (30’)
Zhou Dazhhuang è un uomo anziano e solitario. Per avvicinare Wang Guiju, della quale è innamorato sin da bambino, entra a far parte del gruppo punk del nipote della donna, diventandone il cantante solista.
Versione originale sottotitoli italiani

Io sono Li

Biografilm ti invita alla proiezione di
Io sono Li
, di Andrea Segre

Header Biografilm Festival è lieto di invitarti alla presentazione in anteprima del film di Andrea Segre IO SONO LI, appena passato con ottime critiche alle Giornate degli Autori di Venezia, in uscita il prossimo 23 settembre.

Io sono Li

Martedì 20 settembre alle 21.00
 

Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria.
Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria.
Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. È un viaggio nel cuore profondo di una laguna, che sa essere madre e culla di identità mai immobili.
Ma l’amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente ancora troppa paura.

Partecipare è semplice, puoi prenotare la tua presenza visitando questo link compilando il form e inserendo il codice bio11iosonoli
 

Ricordiamo che l'ingresso in sala è consentito solo nel limite di posti disponibili.

Ti aspettiamo!
Per maggiori informazioni chiama lo 051 0953584 o scrivi a ingressi@biografilm.com


Biografilm 2012 -
Tutte le volte che il mondo è finito

Header

Si svolgerà a Bologna dall’8 al 18 giugno 2012 l’ottava edizione di Biografilm Festival – International Celebration of Lives, l’unico evento al mondo dedicato alle biografie e ai racconti di vita.
Superando la tradizionale evocazione di stagioni definite nello spazio e nel tempo (la Woodstock del '69, l'Italia del '60, il mondo globalizzato degli '80) la Celebration di Biografilm 2012 spazierà tra le più diverse epoche storiche per raccontare “tutte le volte che il mondo è finito”.
Dopo la clamorosa avventura della Celebration del 2011 ‘85 – ‘86 L’Inizio del Futuro, Biografilm non poteva non raccogliere la sfida del 2012 con la simbologia che questa data evoca rispetto ai facili quanto attuali catastrofismi.
“La provocazione – dichiara il direttore artistico Andrea Romeo – è stata quella di partire dall'identità scontata quanto suggestiva del 2012 come 'fine del mondo', per confermarla, confutarla e superarla. Costruendo, al contempo, a partire dalla sua potenza evocativa e simbolica, una ricognizione intellettuale e artistica su un tema da sempre al centro dell’immaginario di ogni civiltà.
Si tratta in fondo della continuazione di un percorso di ricerca cominciato con la Celebration 2011 L’Inizio del Futuro. Idealmente inizio e fine individuano, da punti di vista opposti, la stessa frontiera: il cambiamento.
Se in passato – continua Andrea Romeo – i contenuti di Biografilm ci hanno suggerito che forse un altro mondo è possibile, nel 2012 potrebbero aiutarci a convivere con la consapevolezza che un ‘altro mondo è necessario’ ”.
Anche la Celebration 2012 Tutte le volte che il mondo è finito avrà come di consueto una doppia anima. Da un lato il festival ripercorrerà la storia del cinema per raccontare con eventi retrospettivi le più straordinarie e immaginifiche rappresentazioni della catastrofe. Dall'altro, la navigazione della Celebration approderà a epoche e testimonianze diversissime tra loro, per esplorare riflessioni sul concetto stesso della fine del mondo. Una “fine” intesa come cambiamento, come nuovo ciclo e, in definitiva, come nuovo modo dell'umanità di pensare se stessa.
Come ogni anno, Biografilm presenterà nella Selezione Ufficiale opere cinematografiche e televisive a tema biografico, prodotte negli ultimi due anni e non ancora distribuite in Italia, che saranno in competizione per il Biografilm Lancia Award e per il Biografilm Audience Award.
Inoltre proporrà al pubblico - attraverso gli ormai tradizionali Focus - di scoprire o riscoprire personaggi che hanno in qualche modo segnato la storia.
La musica torna protagonista sullo schermo di Biografilm 2012, tanti i progetti allo studio dedicati ad artisti straordinari e indimenticabili musicisti: dal caustico Kurt Cobain al poliedrico John Cage fino all’istrionico Frank Zappa.

lunedì 19 settembre 2011

Concerti a Ferrara

LA DONNA MEDIEVALE TRA SACRO E PROFANO
Chiesa di S. Antonio Abate
Via Saraceno 58
Orario:
21.00
Ingresso: gratuito
20 settembre
Informazioni
Concerto organizzato da Bal'danza
cod. 01
 
DELIZIE DESTATE
Castello Estense - Sala degli Stemmi
Orario:
21.00
Ingresso: libero
23 settembre
Informazioni
Tel. 0532 299672-3
Orchestra Città di Ferrara musiche di Mozart e Salieri
cod. 04
 
FESTIVAL D'ORGANO IN DUO XII edizione
Chiesa del Suffragio
Via S. Romano
Orario:
21.00
Ingresso: libero
23 settembre
Informazioni
Tel. 0532 209370
Maestro Carlo Benatti
cod. 04
 

sabato 17 settembre 2011

Retrospettiva Jonathan Demme

Due volte Oscar per Il silenzio degli innocenti, pluripremiato per il melodramma civile Philadelphia, personalissimo manovratore di commedie lievi o nere, Jonathan Demme è un cineasta dalle vite parallele: autore hollywoodiano fictional e documentarista fieramente militante.


La Cineteca di Bologna lancia una lunga retrospettiva tutta in versione originale con sottotitoli italiani dedicata al regista (in collaborazione con Milano Film Festival), a partire da sabato 17 settembre, mentre lo stesso Jonathan Demme sarà protagonista di un incontro con il pubblico al Cinema Lumière il giorno seguente, domenica 18 settembre, alle ore 16.
La rassegna della Cineteca presenterà in anteprima anche gli ultimi lavori documentari di Demme (Neil Young Journeys, I’m Carolyn Parker).

Si comincia quindi sabato 17 settembre, alle ore 17 al Cinema Lumière, con Beloved, proseguendo, sempre nella giornata di sabato 17 settembre, con Stop Making Sense (ore 20.15) e Il silenzio degli innocenti (ore 22.15).

Domenica 18 settembre, alle ore 16, l’incontro con Jonathan Demme, cui seguirà l’anteprima di Neil Young Journeys; alle ore 18.45, altra anteprima, quella di I’m Carolyn Parker, mentre alle ore 21 è in programma Rachel sta per sposarsi, interpretato da Anne Hathaway.

Sabato 24 settembre, alle ore 18.15, il doc The Agronomist, mentre domenica 25 settembre, alle ore 18, vedremo la prima commedia firmata da Jonathan Demme, Una volta ho incontrato un miliardario.

Lunedì 26 settembre, doppia proiezione alle ore 18: in apertura il cortometraggio Subway Car from Hell (episodio dal film Subway Stories: Tales from the Underground), a seguire Mio cugino, il reverendo Bobby.
Chiude la retrospettiva venerdì 30 settembre, alle ore 20.30, un nuovo appuntamento con la musica di Neil Young e il film-concerto Neil Yong Truck Show.



Jonathan Demme Festival

Sabato 17 settembre, ore 17, Cinema Lumière
BELOVED (USA/1998) di Jonathan Demme (172’)
Una storia di fantasmi, una storia di schiavi, una storia di madri. Colpe incancellabili, dolore irremovibile, un dolente poltergeist nero. L'orizzonte è quello, mozzafiato, del Kentucky qualche anno dopo la guerra civile: una donna, ex schiava, vive con l'unica figlia, finché sulla soglia di casa appare una strana, afasica, barcollante ragazza, e l'aria scintilla di misteriose presenze. Protagonista, produttrice e dea ex machina è Oprah Winfrey, la donna più ricca e famosa dei media americani; il film è tratto dal romanzo omonimo del premio Nobel Toni Morrison; negli interstizi lasciati liberi da queste due poderose icone femmine e nere Demme lascia serpeggiare una regia che inquieta, frantuma, sospende le risposte. Mai uscito nelle sale italiane e, per una volta, non si capisce davvero perché.
Versione originale sottotitoli italiani


Sabato 17 settembre, ore 20.15, Cinema Lumière
STOP MAKING SENSE (USA/1984) di Jonathan Demme (88’)
Musica d'un tempo che fu in giacca oversize. I Talking Heads di David Byrne in concerto, nel 1984. Jonathan Demme li osserva galoppare sul loro art-funky, scegliendo il basso profilo di sfondi neri e regia di servizio (elegante). "Uno dei più intelligenti film sul rock mai realizzati, antidoto al kitsch e all'estetica del rincretinimento" (Paolo Mereghetti).
Versione originale sottotitoli italiani


Sabato 17 settembre, ore 22.15, Cinema Lumière
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (The Silence of the Lambs, USA/1991) di Jonathan Demme (118’)
Il film, bellissimo, un limite ce l'ha: un che di effimero come le farfalle che ne siglano l'iconografia, qualcosa che si brucia nella luce della prima visione. Rivederlo, non sarà più la stessa cosa (per i capolavori, di solito, funziona al contrario: più li vedi e più ti sembrano capolavori). Troppo puro sarà stato, qui, il senso di happening emotivo; troppo sbalorditivo quel falso montaggio alternato, che ci lascia lì a tremare sulla sedia. È il film dello psichiatra antropofago Hannibal Lecter e  della detective Clarice Starling, del serial killer scuoiaschiene, delle lacrime versate che son tutte infanzia, degli amici che sarà bello avere a cena. Cinque Oscar e gloria universale per Demme e Anthony Hopkins (ma la più brava è Jodie Foster).
Versione originale sottotitoli italiani


Domenica 18 settembre, ore 16, Cinema Lumière
INCONTRO CON JONATHAN DEMME
a seguire
NEIL YOUNG JOURNEYS (USA/2011) di Jonathan Demme (87’)
Anteprima
Nell’ultimo atto della trilogia dedicata a Neil Young, Demme racconta il ritorno del cantante sessantacinquenne nella sua Toronto in occasione di due concerti alla Massy Hall. Le immagini e le note provenienti dal palscoscenico si fondono con alcune sequenze on the road in cui Young a bordo della sua Ford Corwn Victoria del 1956 attraversa l’Ontario ricordando gli anni della formazione. “Tutto è cambiato... è tutto nella mia testa” dice guardando un bulldozer all’opera.
Versione originale sottotitoli italiani


Domenica 18 settembre, ore 18.45, Cinema Lumière
I’M CAROLYN PARKER: THE GOOD, THE MAD AND THE BEAUTIFUL (USA/2011) di Jonathan Demme (91’)
Anteprima
Appena presentato a Venezia, l'ultimo documentario di Jonathan Demme si muove, oggi, nella New Orleans devastata dell'uragano Katrina: soprattutto però lascia muovere, con tutta la sua ostinazione e la sua esuberanza, la Carolyn Parker del titolo, afroamericana, paladina dei diritti civili, impegnata nella ricostruzione della sua casa spazzata via dal fango. Ricostruire una casa, ricostruire una vita: però qui la metafora facile si fa quanto mai concreta, e 'casa' vuol dire proprio muri, un tetto, una lampadina da accendere, una cucina in cui cuocere un pollo, una tavola intorno alla quale sedersi per offrire al nostro sguardo un racconto vivido, non manipolato, mai vittimista.
Versione originale sottotitoli italiani


Domenica 18 settembre, ore 21, Cinema Lumière
RACHEL STA PER SPOSARSI (Rachel Getting Married, USA/2008) di Jonathan Demme (113’)
Non ha sbancato i botteghini, ma la critica l'ha acclamato come il miglior film di Demme dai tempi del Silenzio degli innocenti. Un ritorno al racconto, dopo aver espresso l'intenzione di dedicarsi al solo documentario; una commedia umana che si contrae in complicata unità di tempo, luogo e sentimento (un party di matrimonio) e parla un suo personale linguaggio-verità. Rachel si sposa, la bella e tossica sorella Anne Hathaway in libera uscita dalla clinica piomba nella vecchia casa del Connecticut come una bomba pronta a esplodere, i personaggi sono tanti, ciascuno sbatte le sue ali in un alveare familiare accogliente e terribile. La sceneggiatura è l'opera prima di Jenny Lumet, figlia di Sidney; nei titoli di coda si rende omaggio ad Altman (Un matrimonio, ma forse ancor di più Gosford Park).
Versione originale sottotitoli italiani
Sabato 24 settembre, ore 18.15, Cinema Lumière
THE AGRONOMIST (USA/2003) di Jonathan Demme (90')
Da una serie di interviste realizzate a partire dal 1991, la storia vera di Jean Dominique, giornalista, attivista per i diritti umani,  fondatore di Radio Haiti-Inter, assassinato nel 2000: "un uomo coraggioso in un paese pericoloso" (Roger Ebert).  E insieme la storia di quel paese, nei passaggi da una democrazia fragile e inquinata alla dittatura di Doc Duvalier. Il film  nasce da un progetto politico di lungo corso: Demme ha visitato più volte Haiti nel corso di dieci anni, ha seguito da vicino l'attività di Dominique e di sua moglie Michèle Montas, ha sostenuto lo sviluppo dell'arte e della musica haitiana. Il racconto di un'agonia economica e culturale, che tuttavia non si chiude alla speranza.
Versione originale sottotitoli italiani


Domenica 25 settembre, ore 18, Cinema Lumière
UNA VOLTA HO INCONTRATO UN MILIARDARIO (Melvin and Howard, USA/1980) di Jonathan Demme (95’)
Prima commedia per Demme (che poi al genere dedicherà felici escursioni in chiave dark, Qualcosa di travolgente e Una vedova allegra ma non troppo, e il meno riuscito remake di Sciarada). L'apprendistato cormaniano è alle spalle: qui, semmai, c'è un'eco delle commedie anni Quaranta di Preston Sturges, con la sua provincia bislacca e la sua acuta ironia sui sogni che il denaro può comprare. Un lattaio di buoni sentimenti litiga con la moglie per la sua abitudine a scialacquar denaro, poi incontra un vecchio pazzo che gli promette un'eredità... Ispirato alla storia vera (ma condita di leggenda) dell'incontro tra Melvin Dummar e Howard Hughes.
Versione originale sottotitoli italiani


Lunedì 26 settembre, ore 18, Cinema Lumière
MIO CUGINO, IL REVERENDO BOBBY (Cousin Bobby, USA/1992) di Jonathan Demme (70')
Subito dopo il Silenzio degli innocenti, Demme si concede un home movie tra privato e politico: la storia del cugino Bobby Castle, compagno d'infanzia e pastore episcopale ad Harlem, prete bianco che negli anni Sessanta ottenne una certa controversa notorietà per aver dato sostegno alla causa delle Pantere Nere. Memorie di un'America arrabbiata confluiscono e si stemperano nel più denso bagaglio delle esperienze personali, dei ricordi familiari, delle  riflessioni sul lavoro del tempo.
precede
SUBWAY CAR FROM HELL (Episodio di Subway Stories: Tales from the Underground, USA/1997) di Jonathan Demme (8’)
Da Subway Stories, prodotto dalla HBO e coordinato dallo stesso Demme, variegato affresco di vita sotterranea girato nella metropolitana di New York e firmato da nove registi. Il frammento Demme vira svelto dal comico al raccapricciante.
Versione originale sottotitoli italiani


Giovedì 30 settembre, ore 20.30, Cinema Lumière
NEIL YOUNG TRUNK SHOW (Olanda-USA-Canada/2009) di Jonathan Demme (82')
Precedono i tre video musicali Streets of Philadelphia, Murder Incorporated e If I Should Fall Behind, diretti da Demme e contenuti nell’album Bruce Springsteen: the Complete Video Anthology 1978-2000
Dopo il più intimista Heart of Gold, in questo puro rockconcert-movie Demme torna nuovamente sulla musica dell'amico Neil Young. Un ritratto sul palco e in presa diretta di uno dei più grandi autori della storia del rock, realizzato quasi totalmente con piccole camere digitali durante il recente Chrome Dream II Tour.
Versione originale sottotitoli italiani
 

venerdì 16 settembre 2011

Marco Bellocchio a Bologna




Venerdì 16 settembre il regista in Cineteca, fresco del Leone d’Oro alla carriera


Appena dopo aver ricevuto a Venezia il Leone d’Oro alla carriera, Marco Bellocchio sarà alla Cineteca di Bologna venerdì 16 settembre per incontrare il pubblico del Cinema Lumière al termine della proiezione del suo Nel nome del Padre, nella nuova versione rivista dal regista e appena presentata alla Mostra del Cinema (inizio proiezione ore 21.45).
Terzo film del regista piacentino, liberamente ispirato alla propria autobiografia, Nel nome del Padre è un ritratto grottesco delle istituzioni collegiali religiose, a loro volta metafora di turbolenze e repressioni del corpus sociale.

Sempre venerdì 16 settembre, alle ore 21 al Parco Nord in Sala Diritti, Marco Bellocchio riceverà la targa Paolo Volponi da La Casa dei Pensieri - Festa dell’Unità.


In allegato il pressbook della nuova versione, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, del film Nel nome del Padre.


Venerdì 16 settembre, ore 21.45, Cinema Lumière
NEL NOME DEL PADRE (Italia/1971) di Marco Bellocchio (87’)
Gli anni Cinquanta, un collegio gestito da preti, un convittore ribelle che porta la tempesta, l’ordine scardinato, il surreale e il blasfemo, la paura e il desiderio, il potere e la follia... Nuova versione, rivista dal regista e appena presentata a Venezia, del terzo film di Bellocchio, liberamente ispirato alla propria autobiografia: un ritratto grottesco delle istituzioni collegiali religiose, a loro volta metafora di turbolenze e repressioni nel corpus sociale. “Il motivo per cui riprendo in mano Nel nome del Padre con questa nuova versione non è per aggiungere, ma per sottrarre. Non è stata un’idea fissa, niente di persecutorio, eppure in questi quarant’anni mi è tornata in mente, a intervalli vari, anche lunghissimi, l’idea, la convinzione che Nel nome del Padre non avesse ancora trovato la sua forma definitiva. Ho voluto liberare le immagini cercando di privilegiare quanto di lieve, di caldo, di paradossale, di surreale, anche crudele – senza essere ingenuamente sadico –, di raramente affettivo c’era nel film. Beninteso: il film non è cambiato nei contenuti o nei significati, non è stato addolcito in alcun modo; si può dire soltanto che in questa versione definitiva Nel nome del Padre fa pensare un po’ meno a Brecht e un po’ più a Vigo, ben lontano comunque dalla sua innocenza”.
Al termine, incontro con Marco Bellocchio
Alle ore 21 (Parco Nord - Sala Diritti) il regista riceverà la targa Paolo Volponi da La Casa dei Pensieri - Festa dell’Unità

giovedì 15 settembre 2011

Io ti racconto

Extended voices

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EXTENDED VOICES
MUSICA, VIDEO E RITRATTI DELLA VOCE CONTEMPORANEA
Tre giorni di eventi alla Galleria Civica di Modena in occasione del festivalfilosofia, dedicato quest'anno al tema della Natura
a cura di Claudio Chianura

Con il titolo di “Extended Voices. Musica, video e ritratti della voce contemporanea” la Galleria Civica di Modena – assieme alla 
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – organizza una tre giorni di iniziative curate da Claudio Chianura in occasione del  festivalfilosofia, in programma a Modena dal 16 al 18 settembre 2011.
Poiché il tema del festivalfilosofia 2011 è “Natura”, si è scelto di dedicare la ricognizione artistica della Galleria Civica alla voce, proprio in quanto “strumento naturale”, convocando negli spazi del Palazzo Santa Margherita performers che rappresentassero – sia nel campo della pura ricerca, sia in quello della tradizione rivisitata – alcune tra le massime espressioni della vocalità contemporanea.
Nelle tre sere del festivalfilosofia, all’interno del chiostro,
Jaap Blonk, Sidsel Endresen, Joan La Barbara, Sergio MessinaSusanna Parigi  Sabrina Bizzo e Aurora Faggioli si alterneranno passando dalla canzone d’autore alla sperimentazione, dal jazz al dj set e al repertorio colto del Novecento.
Le sale espositive del Palazzo ospiteranno invece un vero e proprio omaggio – per immagini – alla voce, con un allestimento di ritratti fotografici di grandi cantanti fra i quali Demetrio Stratos, Joan La Barbara, Sidsel Endresen, Leena Conquest, Meredith Monk, Fatima Miranda.
Le fotografie si devono a Silvia Lelli, Roberto Masotti e Luciano Rossetti, che hanno voluto lasciare ciascuno una delle proprie fotografie alla raccolta della Galleria.
In sala grande anche tre proiezioni video che documentano altrettante performance vocali.

Nella foto: Demetrio Stratos, foto © Silvia Lelli & Roberto Masotti (1977)


Il programma delle giornate
Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
Extended Voices. Musica, video e ritratti della voce contemporanea

Sala Grande
Extended Voices
foto di Silvia Lelli, Roberto Masotti, Luciano Rossetti

proiezioni video:
Phil Minton, "Two Figures in a Vortex" (2008, 12’49”)/"A Stain on Silence" (2008, 30’)
Video: Helen Petts
David Moss, "Orpheus Audio Splatter" (2008, 48’)
Video: Andreas Tiedemann
Amelia Cuni, "Ashtayama, Song of Hours" (2009, 57’21”)
Video: Amelia Cuni/Uli Sigg

orari di apertura: venerdì 16 settembre ore 9.00-1.00, sabato 17 settembre 9.00-2.00, domenica 18 settembre 9.00-0.00

Chiostro

venerdì 16 settembre
ore 22.30
Jaap Blonk
Dr. Voxoid's Next Move
ore 23.30
Sidsel Endresen
Solo Voice

Sabato 17 settembre
ore 22.30
Joan La Barbara
Solitary Journeys of the Mind
Recent music of Joan La Barbara
ore 23.30
Sergio Messina
Vox Morgana

ore 24.30
Notturno Stratos
di Claudio Chianura
anteprima del documentario
Notturno Stratos
sui trent'anni di assenza di Demetrio

Domenica 18 settembre
ore 22.00
Susanna Parigi
La lingua segreta delle donne
ore 23.00
Sabrina Bizzo e Aurora Faggioli
Mother and Daughter in Concert

Biografie



Sabrina Bizzo e Aurora Faggioli

Sabrina Bizzo, mezzosoprano, di Bolzano, si è diplomata al Conservatorio di Roma nell'80. Ha debuttato all' Accademia Nazionale di S. Cecilia nel "Sogno di una di mezza estate" di Mendelssohn e nel "Manfred" di Schumann con Carmelo Bene, al Festival di Martina Franca. Ha inciso
rarità del primo Novecento per conto della Discoteca di Stato, vinto diversi concorsi e a 25 anni è stata chiamata alla Scala di Milano come "doppio" del Tisbe nella “Cenerentola” di Rossini. Ha eseguito alla Piccola Scala prima lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi, poi "La Pietra del Paragone" di Gioachino Rossini. Specializzata in musica da camera italiana e straniera è stata diretta in numerosi concerti in Italia e all'estero da Roberto Abbado, Piero Bellugi, Bruno Rigacci e Daniel Oren, fra gli altri. Insegna canto lirico e da camera nei Conservatori statali e, dall'88, presso l'Istituto Musicale Vivaldi di Bolzano dove attualmente vive.
Aurora Faggioli (Bolzano, 1992), è figlia d'arte, (madre cantante e padre regista). Già a 14 anni si esibisce con successo come mezzosoprano di coloratura. Ha partecipato a rassegne, performance e festival in Italia e all'estero e alla mostra videografica "Il gesto del suono 2.0.". Nel 2010 ha vinto il I° premio ex-aequo al 5° concorso internazionale di canto F.M. Martini di Mantova. Conseguita la maturità al Liceo Musicale F.A. Bonporti di Trento con il massimo dei voti nelle discipline artistiche è diplomanda in canto lirico.




Jaap Blonk
Jaap Blonk (1953, Woerden, Olanda) è compositore, performer e poeta autodidatta.
Alla fine degli anni Settanta inizia a comporre musica e a suonare il sassofono, per arrivare, alcuni anni dopo a scoprire il suo potenziale come performer vocale. La sua voce per quasi due decenni diventa strumento principale per lo sviluppo di nuove sonorità. Intorno al 2000 Blonk inizia a lavorare con l'elettronica, utilizzando inizialmente campioni della propria voce, poi includendo sintesi di puro suono. Successivamente il suo interesse per la matematica lo porta a compiere ricerche sulle possibilità di composizione algoritmica per la creazione di musica, animazione e poesia. Fondatore e leader delle band Splinks (modern jazz, 1983-1999) e BRAAXTAAL (avant-rock, 1987-2005), ha anche una sua etichetta discografica (Kontras). Si è esibito in Europa, Stati Uniti, Canada, Indonesia, Giappone, Sud Africa e America Latina e ha collaborato con numerosi musicisti che lavorano nel campo della musica contemporanea e dell'improvvisazione come Maja Ratkje, Mats Gustafsson, Nicolas Collins, Joan La Barbara, The Ex, the Netherlands Wind Ensemble, the Ebony Band e con il visula artist Golan Levin.
A Modena presenterà Dr Voxoid's Next Move, performance per sola voce che comprende brani storici di poesia sonora e pezzi originali del suo repertorio, liberamente interpretati dall'imprevedibile personaggio del Dottor Voxoid.



Sidsel Endresen
Sidsel Endresen, considerata tra gli artisti che hanno maggiormente influenzato la tecnica dell'improvvisazione vocale, è da più di 30 anni sulla scena musicale norvegese. Nel corso degli anni ha attraversato vari generi, dal fusion e jazz-rock degli anni Ottanta al Camera-jazz degli anni Novanta, per arrivare alla libera improvvisazione, all'elettronica e alla nuova musica. La sua carriera conta diversi progetti da solista e varie collaborazioni con musicisti della scena internazionale jazz e contemporanea. Si è esibita da solista e con band, cori e orchestre sinfoniche in prestigiosi festival in Scandinavia, Inghilterra, Canada Cina e Giappone. Ha realizzato 16 album e ha collaborato con diverse realtà musicali come Trondheim Jazzorkester&Kim Myhr, Das Mollsche Gesetz, Terje Isungset,Nils Petter Molvær, Bugge Wesseltoft, Huntsville, Jon Balke, Django
Bates, Christof Lauer, Trygve Seim, Jan Bang, SPEEQ, a.o.
E stata definita dai media come la cantante jazz più innovativa d'europa, anche se lei stessa non si considera solamente una cantante jazz, il suo lavoro infatti è influenzato anche da altre fonti come le espressioni vocali contemporanee ed etniche. Sidsel Endersen si è sempre mossa verso nuove direzioni per rinnovare la sua musica e per cambiare il tradizionale ruolo del cantante. ed ha
 sviluppato il suo proprio originale stile improvvisativo e il suo personale "linguaggio" astratto, fonetico basato sulla sua esplorazione sonora della voce umana. I suoi concerti da voce solista sono intimi e minimalisti, vuotati da qualsiasi effetto sonoro elettronico.



Joan La Barbara
Joan La Barbara è compositrice, performer e soundartist statunitense, riconosciuta a livello internazionale per il proprio ruolo pionieristico nell'esplorazione e nell'espansione delle potenzialità della voce umana, intesa come strumento polimorfo che apre ad infinite possibilità creative. Già a partire dagli anni settanta sviluppa un vocabolario sperimentale di tecniche vocali, dove multiphonics, circular singing, ululati e suoni gutturali diventano una sorta di proprio “emblema sonoro”. Significativi in questo senso sono i titoli di alcuni album, come “Voice is the Original Instrument”, “Shamansong”, “Joan La Barbara Singing through John Cage” o “Sound Paintings”.
Composizioni per più voci, ensembles da camera, teatro musicale, orchestra e tecnologie interattive, si affiancano a numerose commissioni per concerti, opere teatrali e radiofoniche. Ha collaborato con artisti come Merce Cunningham, Peter Gordon, Christian Marclay, Bruce Nauman, Woody Vasulka e Lawrence Weiner; tra i compositori per i quali ha lavorato, John Cage, Morton Subotnick, Robert Ashley, Philip Glass e Robert Wilson, Morton Feldman.
Messa di Voce, un'opera interattiva realizzata insieme a Jaap Blonk, Golan Levin e Zachary Lieberman, presentata per la prima volta nel 2003 al festival Ars Electronica di Linz, ha ricevuto la menzione d'onore al Prix Ars Electronica del 2004. Nel 2008 La Barbara è stata premiata con l'American Music Center's Letter of Distinction per i contributi significativi nel campo della musica americana contemporanea.
L'artista attualmente esamina i meccanismi del dialogo interiore ed i suoni della mente. Non a caso per Extended Voices presenta Solitary Journey (2011), composizione in tempo reale che riflette sull'espressione estemporanea del suono ed il meccanismo di selezione del compositore/ performer.
A Modena presenta anche Gatekeeper (2009, 2010 revisited) per voce amplificata e sonic atmosphere, un viaggio solitario nei labirinti della mente, ispirata alle complessità dei costrutti verbali di Virginia Woolf, ai frammenti onirici di Joseph Cornell e alle oscure atmosfere di Edgar Allan Poe.



Sergio Messina
Musicista, autore, performer e docente di sound design, Sergio Messina esordisce nel 1975 nell'emittente Roma 103. A metà degli anni ottanta inizia la collaborazione con AudioBox, programma di sperimentazione radiofonica di Rai-Radio Uno, stesso periodo in cui dà avvio alla produzione di installazioni sonore e di musiche per la radio e il teatro. Nel '92 lavora con Kunstradio, spazio pionieristico di radioarte della ORF, emittente nazionale Austriaca.
Sul fronte discografico produce Curre Curre Guagliò (Flying) dei 99 Posse nel 1993 per uscire l'anno dopo con il suo primo album La Vendetta del Mulino Bianco (RadioGladio Records). Iniziano così le note collaborazioni con Casino Royale, Aeroplanitaliani, LHP/Piombo a Tempo, Disciplinatha e Technogod.
Nel 1995 partecipa a Horizontal Radio, il primo esperimento di radiofonia globale via internet, mentre nel '99 dà vita a Radio Lilliput, sito dedicato al rapporto tra musica e tecnologia che ha offerto, per circa un anno, la possibilità di fare radio via rete, da casa, a chiunque ne facesse richiesta.
Dal '96 è titolare di una pagina di opinioni sul mensile musicale Rumore. Scrive inoltre sulla rivista Insound e ha una rubrica fotografica sulle sessualità alternative su Rolling Stone Italia.
A Modena presenta Vox Morgana, la ri-sonorizzazione del film Fata Morgana di W. Herzog (1970), in cui l'artista sceglie di intervenire su un film recente – dunque già dotato di audio – sostituendo la musica con una suite eseguita dal vivo e composta di decine di frammenti di sonorità vocali di ogni provenienza.



Susanna Parigi
Autrice, pianista e cantante, Susanna Parigi è stata pianista di Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e vocalist di Raf, suona la fisarmonica, canta, scrive testi, musica e arrangiamenti delle sue canzoni. Chansonnière fiorentina poi trapiantata a Milano, propone un genere originalissimo che potrebbe essere definito "pop letterario".
Sostenuta da artisti come il fotografo Sebastião Salgado e il filosofo Umberto Galimberti, diplomata in pianoforte, insegna nei conservatori di Trento e di Novara.
Ha collaborato con il celebre chitarrista statunitense Pat Metheny, la cantante israeliana Noa e il bassista e stickista statunitense Tony Levin.
A luglio 2010 ha vinto il Festival Teatro Canzone G. Gaber insieme a Piero Sidoti e il premio dedicato a Giorgio Lo Cascio.
Il precedente Cd "L'insulto delle parole", con la presentazione di Pasquale Panella, e la partecipazione degli Arché, ospitava nei contributi video: Pino Arlacchi, Corrado Augias, Lella Costa, Cesare Fiumi, Kaballà, Leonardo Manera, Andrea Pinketts, Bruno Renzi e Marco Travaglio.
Nell'ultimo lavoro, "La lingua segreta delle donne"(in collaborazione con Angsa Lombardia onlus), 10 brani di cui 9 inediti, l'apertura dell'album è affidata alla voce recitante di Lella Costa, un brano è scritto con Ferruccio Spinetti e i contributi video sono di: Gianna Schelotto, Pamela Villoresi, Ottavia Piccolo, Teresa De Sio, Curzia Ferrari.
Questi i suoi lavori precedenti: "Susanna Parigi" (1996); "Scomposta" (1999); "In Differenze" (2004); "In Differenze: il dvd" (2007) in collaborazione con Medici Senza Frontiere; "L'insulto delle parole" (2009).



Silvia Lelli e Roberto Masotti
Silvia Lelli e Robero Masotti sono fotografi affermati a livello internazionale, specializzati nell'ambito della musica classica, contemporanea, jazz e sperimentale.
La loro attività artistica inizia parallelamente alla collaborazione con la Cramps di Gianni Sassi negli anni '70, con Demetrio Stratos e gli Area.
Nati a Ravenna, dal 1974 vivono a Milano.
Silvia Lelli ha studiato architettura a Firenze e Roberto Masotti, nella stessa città, industrial design. Insieme al Teatro alla Scala come fotografi ufficiali dal 1979 al 1996, svolgono la loro attività tra musica, teatro e danza. Soprattutto la musica è protagonista della loro ricerca sull'immagine e di tante esposizioni e progetti editoriali: mentre la musica classica è rimasta un terreno sostanzialmente comune, Roberto Masotti ha fotografato dai primi anni Settanta ad oggi i più importanti protagonisti della musica jazz, rock, della musica contemporanea e sperimentale, da Keith Jarrett a Miles Davis, Demetrio Stratos, Jan Garbarek, Franco Battiato, Arvo Pärt, John Cage. Dal 1973 collabora con la casa discografica tedesca ECM
Silvia Lelli ha dedicato il suo lavoro alla danza, al teatro, all'opera, testimoniando su fondamentali sperimentazioni delle avanguardie, come Pina Bausch, Tadeusz Kantor, Pier'Alli, Merce Cunningham. Segue da lungo tempo il lavoro di Riccardo Muti, dell'Orchestra Cherubini e della Filarmonica della Scala e ha interpretato a più riprese figure come Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Giuseppe Sinopoli, Maurizio Pollini, Placido Domingo, Carla Fracci, Luciana Savignano, e altri ancora.
Roberto Masotti ha realizzato diversi lavori visivi in rapporto alla scena teatrale e musicale. I più recenti sono: la grande installazione Life-Size-Acts al Novara Jazz Festival 2007 che comprende fotografie a grandezza naturale di musicisti, video, disegni, oggetti, accompagnati da due video e dai suoni, elaborati da DJ Spooky nonchè la partecipazione al concerto dell'Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja (ospiti Randy Weston, Meg, Raiz, Don Moye) per Pomigliano Jazz Festival 2008 in cui sono stati proiettati tre video. Inoltre, la serie di ritratti fotografici di musicisti contemporanei (dagli anni '70 ad oggi) You Tourned the Tables on Me è stata inclusa nell'allestimento della mostra Il secolo del Jazz curata da Daniel Soutif e promossa dal Museo M.A.R.T. di Rovereto e nelle tappe successive di Parigi e Barcellona.

Hanno realizzato esposizioni legate alla scena musicale e teatrale: "Musiche, vedere come sentire", (Torino Fotografia 1981, Tokio nel 1995), "Note Sparse: la musica delle immagini" ( Sadurano 1994 - Brescia 1997/98 - Milano1998), "Il caso Makropulos" (Torino1994), "Giuseppe Sinopoli, attimi, sguardi" (Taormina 2005).
Portano avanti una ricerca sulle convergenze tra fotografia e linguaggi multimediali con videoinstallazioni come: Per Exempla: Falstaff ( Ravenna 2001), Note Sparse (Padova, Pomigliano D'Arco 2006 con il compositore Stefano Battaglia) e in multivisione Ravenna, recenti memorie (Ravenna 1987).



Luciano Rossetti
Nato nel 1959, vive e lavora in provincia di Bergamo.
Collabora con case discografiche (ECM, Cam, Soul Note, Splasch, Philology, NuBop) e con riviste Jazz (Musica Jazz, Jazzman). Per loro ha fotografato alcuni tra i più importanti musicisti italiani ed internazionali, realizzando oltre un centinaio di progetti discografici.
E’ fotografo ufficiale di festival musicali e rassegne teatrali, oltre a seguire alcuni tra i più importanti festival in Italia e all’estero.
Nel 2007 ha organizzato il 1° Convegno "Tra Fotografia e Jazz" a S. Anna Arresi (CA).
Iscritto all’Albo dei Giornalisti della Lombardia, da oltre 10 anni espone i suoi lavori in mostre personali e collettive in Italia e all’estero (Urbino, Fano, Milano, Repubblica S.Marino, Bergamo, Cormons, Padova, Terni, Roma, Perugia, Modena, Firenze, Mantova, Bastia-FR, Iseo, Vicenza, Clusone, S.Anna Arresi, Novara, Rozzano, New York).
Lavora sia in digitale che in analogico, curando personalmente il lavoro di camera oscura.
Ha diretto la redazione fotografica del bimestrale "Jazzit" per 5 anni, attualmente collabora con la Redazione Spettacoli di un quotidiano.
E’ tra i soci fondatori dell’Agenzia di Fotografi di Spettacolo "PHOCUS".


Organizzazione e Produzione
Galleria Civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Media Partner
InSound
Auditorium Edizioni
               
Ingresso gratuito

lunedì 12 settembre 2011

Antonioni su Antonioni



Per la Cineteca di Bologna, città che attribuì nel 1980 a Michelangelo Antonioni il suo Archiginnasio d'oro, con la famosa prolusione di Roland Barthes "Caro Antonioni..."  poter produrre quest'opera  realizzata da Carlo di Carlo è una doppia, grande soddisfazione.
In primo luogo perché si tratta di un'operazione di restituzione importantissima. Antonioni ritorna al pubblico, a un anno dalla morte, con i suoi pensieri, la sua dolcezza, la sua fermezza, la sua eccezionalità, la sua nobiltà, la sua voce, i suoi silenzi: in un'epoca cosi' abile a dimenticare, a cambiare il senso delle cose, a mistificare.  Non ci pare un contributo di poco conto poter riascoltare i pensieri di un Maestro.
Poi perché' e' un'operazione ideata, resa possibile, fortissimamente voluta da Carlo di Carlo, che e' stato tra i fondatori della nostra Cineteca, che è studioso e conoscitore finissimo della sua opera e, a lungo, suo stretto collaboratore.
Per realizzare la post-produzione del film abbiamo costretto Carlo a tornare a Bologna e a mettere alla prova le tecnologie e la giovane squadra che compone L'Immagine ritrovata, il laboratorio della Cineteca di Bologna.
Infine perché questa di Antonioni su Antonioni è la prima produzione della Cineteca.  Non poteva esserci inizio migliore di quest'omaggio a un grande Maestro, così fortemente legato al suo / nostro territorio - che ha narrato in maniera indimenticabile - e che, con il suo stile e linguaggio, ha saputo raggiungere dimensioni così profondamente umane, moderne e riconosciute nel mondo.
 
Gian Luca Farinelli

DIRETTORE DELLA CINETECA DI BOLOGNA

domenica 4 settembre 2011

Il pasto nudo



Nell'ambito del festivaletteratura di Mantova

09/09/2011 - 21:45, Teatreno , € 3,00 (biglietti in vendita sul luogo dell’evento)
WILLIAM S. BURROUGHS: A MAN WITHIN
Pagine Nascoste
di Yony Leyser, USA, 2010, 87’

Il pasto nudo è una delle opere più influenti ed innovative nella letteratura del XX secolo, e il suo autore fu uno dei primi, già negli anni ’50, a narrare la cultura omosessuale e il mondo delle droghe. Grazie a filmati d’archivio inediti di Burroughs, a interviste esclusive con colleghi e amici - tra cui John Waters, Iggy Pop, Gus Van Sant, Laurie Anderson e David Cronenberg - e con l’accompagnamento musicale dei Sonic Youth e di Patti Smith, rivolgiamo uno sguardo sincero alla biografia dell’uomo che ha allo stesso tempo massacrato l’ideologia dei benpensanti, favorito la nascita dei movimenti alternativi (dalla beat generation al punk rock) e riconfigurato la cultura della seconda metà del ’900.

In collaborazione con Gender Bender Festival, Bologna.
sito ufficiale: http://www.williamsburroughsthemovie.com/

Amilcare Rambaldi



Un altro ligure che partì per incontrare le Indie ma scoprì l’America. Inventò il Festival di Sanremo ma fece la Rassegna della canzone d’autore. Si era diplomato in ragioneria ma il suo mestiere fu quello di spedire fiori nel mondo. Comunque, una vita di bellezza e di ricerca, di avventure e di intuizioni. Una mistura eccezionale di lucidità e lungimiranza, cocciutaggine e fantasia, metodo e passione. E poi gusto dell’arte (recitava fin da ragazzo in una compagnia amatoriale) e impegno civile. Ogni tanto, a causa della nota allergia dei fiori a farsi mettere nei cannoni, doveva interrompere il suo poetico lavoro e andare alle armi: dal ’35 al ’37 per la campagna etiopica; dal ’39 al ’43 per la seconda guerra mondiale; infine, nel ’43, organizzando i nuclei della Resistenza in Alta Valle Argentina. Le brigate nere lo fanno prigioniero e per un soffio sfugge alla fucilazione. Finisce la guerra e la giunta Cln di Sanremo, l’amata città dove Amilcare Rambaldi era nato il 5 aprile 1911, nomina una commissione che studi il modo di amministrare il Casinò in vista della riapertura. Il socialista Rambaldi (che già presiede l’Ente comunale d’assistenza, sta riorganizzando l’Associazione commercianti di fiori ed è membro del consiglio di amministrazione dell’ospedale civico) è chiamato a far parte come relatore della sottocommissione artistica, il cui compito è quello di proporre manifestazioni e spettacoli per rivitalizzare la città. Il 15 novembre 1945 Rambaldi, che come si è capito ama la musica ed ha fra i suoi migliori amici Pippo Barzizza e Alberto Rabagliati, presenta la sua relazione, piena di idee. Tra queste un Festival della canzone italiana. La relazione non ha seguito perché la gestione del Casinò passa a privati, ma alcune proposte saranno poi realizzate (la Rassegna della moda, il Torneo internazionale di bridge). Non vengono invece prese in considerazione le iniziative di un Festival del cinema (l’anno successivo spunterà poco più in là quello di Cannes), di un Conservatorio e del Festival della canzone. Intanto i fiori sono tornati a sbocciare e Rambaldi, chiusa la parentesi politico-amministrativa, riprende a esportarli in giro per il mondo. Due anni dopo conosce Angelo Nizza, quello di Nizza-Morbelli e dei “Tre moschettieri”, chiamato a Sanremo per dirigere l’ufficio stampa del Casinò. Diventano amici fraterni e Amilcare gli sussurra l’idea del festival, sollecitandolo ad insistere presso il gestore del Casinò, Pier Busseti, per far approvare la proposta. Passerà ancora del tempo e infine Nizza ottiene l’approvazione. Il 29 gennaio 1951, “dal Salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo”, Nunzio Filogamo annuncia la prima edizione del Festival della canzone italiana. Nel 1971 il Festival compie vent’anni. Per un decennio ha rappresentato davvero la vetrina delle tendenze canzonettistiche nazionali, buone o disdicevoli che fossero. Poi ha intrapreso una china discendente, fino a ricevere nel 1967 la micidiale pallottola di Luigi Tenco. Nel ’71, appunto, Rambaldi ha un ritorno di fiamma e decide che è ora di far qualcosa per ricordare Tenco. “Da quel traumatico, triste episodio della fine di un ragazzo cui volevamo bene” raccontò poi “mi girava in testa l’idea che qualcuno dovesse prendere l’iniziativa per cercare organicamente di cambiare qualcosa nella canzone che continuava a deteriorare pubblico e artisti.” Così Amilcare torna in Comune e porta, stavolta, la proposta di una manifestazione riservata ai cantautori (in un primo tempo addirittura come “sezione” del Festival), intitolata a Luigi Tenco. Ha per risposta sorrisi e pacche sulle spalle: sì, l’idea è buona, ma quel nome è ancora imbarazzante, meglio dimenticarlo, mamma Rai non gradirebbe. “Mi accorsi” sono sempre sue parole “di essere un formidabile ingoiatore di rospi.” Amilcare non si arrende e poco tempo dopo, leggendo un articolo su Guccini, Ciampi e Vecchioni intitolato “Bravi, bravissimi, ma chi li vuole?”, risponde: “Li voglio io.” La sua lettera viene pubblicata e raccoglie inaspettati incoraggiamenti da tutta Italia. È così che Rambaldi scopre l’esistenza di un molto informale Club Tenco fondato a Venezia da una signora altrettanto generosa e temeraria, Ornella Benedetti, e stringe una prima intesa con i suoi rappresentanti (tra i quali, poco più che ventenne, il sottoscritto). Nel ’72 Rambaldi istituisce il Club Tenco di Sanremo, a cui aderiscono subito decine di giovani da tutta Italia. Si tiene una serata inaugurale, madrina la cantautrice Antonella Bottazzi; e poi via via i primi concerti, con Gaber, Guccini, Siviero, Vecchioni. Nel ’74 la prima Rassegna della canzone d’autore e il primo Premio Tenco a un eccelso artista straniero: Léo Ferré. Gli italiani che partecipano a quella edizione hanno nomi che suonano così: Gino Paoli, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Angelo Branduardi, Antonello Venditti, Ivan Graziani... Da allora ne abbiamo viste di tutti i colori. Di solito bastava che “lo zio” alzasse il telefono e la sua voce era già da sola convincente: “Ragazzo, ti aspettiamo. Non abbiamo una lira ma siamo tra amici”. Se però non bastava, allora era capace di muovere mari e monti, senza nemmeno darlo a vedere. In vent’anni, esponendosi sempre in prima persona (anche economicamente), Amilcare Rambaldi, attorniato da un gruppo di collaboratori che come lui lavorano per pura passione senza intascare nulla, ha portato al “Tenco”, da varie parti del mondo, Charles Trenet e Tom Waits, Tom Jobim e Joni Mitchell, Atahualpa Yupanqui e Randy Newman, Alan Stivell e Silvio Rodríguez, Lluís Llach e Caetano Veloso, e così via. Ha coordinato vasti progetti organici imperniati su figure storiche come quelle di Vladimir Vysotskij e Pablo Milanés. Ha segnalato all’attenzione generale artisti pressoché sconosciuti o quanto meno ancora da valorizzare come Francesco Guccini, Paolo Conte, Roberto Benigni, Angelo Branduardi, Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Francesco Baccini, Davide Riondino, Vinicio Capossela. Ha proposto linguaggi d’avanguardia, etnie minoritarie, repertori non di massa, genialità anticonformiste. Ha capito subito quale formidabile serbatoio di vocazioni e di culture poteva essere quell’interporto di poeti e musicisti, quel traffico intellettuale di arrivi e partenze che lui convogliava allegramente alla stazione di Sanremo. E ha così incrociato tendenze e proiezioni d’ogni tipo, ha fatto spazio a discussioni e convegni, ha messo insieme talenti affini e opposti, è stato la calamita di una serie infinita di incontri umani e artistici fioriti nei giorni del “Tenco” dentro quel miracoloso habitat insieme colto e goliardico che riusciva a creare intorno a sé. Merita di citarne uno almeno, quello che mise Paolo Conte in contatto progressivo con Lluís Llach, Jacques Erwan e Olivier Gluzman: fondamentale trampolino di lancio per il vertiginoso successo oltre frontiera del nostro cantautore. “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” diceva Vinicius de Moraes. Per la sua instancabile attività Rambaldi finisce persino per ritirare premi, lui che i premi sapeva così bene trovarli e assegnarli: per esempio il riconoscimento di “cittadino benemerito” di Sanremo nel 1978, o quello di “Amico di Barcellona” per la valorizzazione della cultura musicale catalana, o il premio speciale istituito nel 1994 dal Gruppo Giornalisti Musicali per un operatore culturale. Dal 1993 Amilcare finge di occuparsi meno della sua creatura, il “Tenco”, ma continua a controllarla da vicino pur affidandola al proprio entourage, che dall’inizio ad oggi è rimasto pressoché lo stesso. Sono le prove generali del “dopo-Rambaldi” che lui stesso, lucidamente come al solito, programma e sorveglia. Il “Tenco 93” va bene, altrettanto il “Tenco 94” e il 95. Così, finita quest’ultima Rassegna, con l’ultimo Premio Tenco a Sérgio Godinho, Amilcare, evidentemente soddisfatto e tranquillizzato, lascia passare appena qualche giorno e il 4 novembre 1995 se ne va nel sonno. Noi eravamo convinti che Amilcare Rambaldi fosse destinato a vivere in eterno, anche perché ogni anno andava ripetendo senza alcuna credibilità che quello era l’ultimo. L’istinto immediato del “dopo-Rambaldi” è stato perciò di chiudere baracca e burattini. Ma l’abbiamo sentito subito che da non so dove Amilcare si stava incazzando. “Ragazzi, piantatela e datevi da fare” diceva. Così siamo andati avanti, e lui è sempre lì che sorveglia, con gli occhiali scuri e la sigaretta in mano. Per noi “Tenco” e “Rambaldi” non sono più due cognomi ma sono diventati la stessa entità, lo stesso meraviglioso giocattolo.
Robe di Amilcare di Enrico de Angelis, dal sito del club tenco

giovedì 1 settembre 2011

Guccini a Mantova

FRANCESCO GUCCINI
VENERDI 9 SETTEMBRE 2011  - ORE 21.00
Mantova - Palabam
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Non è un caso che oggi venga studiato nelle scuole come esempio di “poeta” contemporaneo. Al confine tra narrativa e poesia. Con l’ironia che lo contraddistingue. Umberto Eco lo definisce “il più colto dei cantautori in circolazione”. Narratore in musica che ha firmato manifesti indiscussi della discografia italiana, sapiente fusione di arte poetica e politica. Francesco Guccini, il cantastorie modenese (come lui stesso ama definirsi) sarà in concerto al Palabam di Mantova venerdì 9 settembre alle ore 21.30. Il giorno successivo sarà protagonista di un incontro al Festivaletteratura.
Guccini, impegnato nel tour 2011 con il live dei suoi più grandi successi, sarà accompagnato sul palco dalla band composta da Ellade Bandini (batteria e percussioni); Juan Carlos “Flaco” Biondini (chitarre); Roberto Manuzzi (sax-armonica e fisarmonica-tastiere); Antonio Marangolo (sax e percussioni); Pierluigi Lingotti (basso Vince Tempera (pianoforte e tastiere).
L’evento è organizzato da Mantova.com in collaborazione con il Comune di Mantova. La prevendita dei biglietti è attiva qui sul portale www.mantova.com, al BoxOffice di Mantova, via Melchiorre Gioia, 3 (tel. 0376.224599) e sui circuiti autorizzati e punti vendita TicketOne e Unicredit.