In occasione di “Round one thirty five 1990 – 2020. Personal Standards” il cantautore ripercorrerà il repertorio dei suoi standard personali dei primi album, accompagnato dagli storici collaboratori Giancarlo Bianchetti, Enrico Lazzarini e Antonio Marangolo che dei primi tre dischi aveva curato gli arrangiamenti, a partire da quel “All’una e trentacinque circa” a cui il titolo del concerto si richiama.
Il 12 ottobre di 31 anni fa usciva “All’una e trentacinque circa”,
il primo disco di Vinicio Capossela. L’album, nato sotto l’egida del
grande Renzo Fantini e tenuto a battesimo da Francesco Guccini, vinse la
Targa Tenco e segnò l’inizio di un felice e caleidoscopico percorso
artistico.
All’una e trentacinque circa il Pjazza di Bellaria
Igea Marina si svuotava e diventava la culla dei nottambuli e dei
lunatici, quelli che non si arrendono mai e, se si arrendono, lo fanno
in grande stile. Erano loro il primo pubblico delle canzoni di questo
disco, registrate su una cassetta in un pomeriggio d’agosto del 1989.
Pochi mesi più tardi, la cassetta finì nello stereo di Francesco Guccini
in via Paolo Fabbri 43, e da lì nelle generose mani di Renzo Fantini,
manager e produttore dello stesso Guccini e di Paolo Conte. Un anno dopo
la registrazione di quella cassetta, sempre ad agosto, il disco prese
vita e divenne una sorta di film noir. Un Round midnight girato
nell’Emilia dei CCCP e di Pier Vittorio Tondelli.
Alla fine dell’estate 1990, una sera, nel locale Il
posto di Verona c’era anche Enrico De Angelis, che segnalò Capossela ad
Amilcare Rambaldi per invitarlo al Premio Tenco di quell’anno. «Vinicio
seguiva stilisticamente una strada che noi amavamo moltissimo: quella di
Tom Waits e di Paolo Conte. […] Ci colpì il fatto che quel modo di
scrivere e cantare […] avesse trovato un continuatore». Nel 1991 il
disco fu premiato con la Targa Tenco per la migliore opera prima, in ex
aequo con Passa la bellezza di Mauro Pagani.
Così quell’orario di esibizione si è trasformato in
un disco odoroso di pioggia e moquette. Lampi biografici, canzoni
scritte ad anticipare la vita quando ancora ci si faceva pace. Asfalto,
lamieroni, locali epifanici come l’Escandalo o il Corallo. Istantanee
disarmanti che rendono epico il viaggio, in cui è il suono, più che il
senso delle parole, a dare corpo al mondo. «I suoni fanno da sfondo a un
mondo immaginario. Un mondo pieno di guai, affollato di guitti
stralunati, strade chiassose e vecchie macchine». I suoni sono quelli di
Antonio Marangolo, Jimmy Villotti, Ellade Bandini, Enrico Lazzarini.
Tutto è partito da una melodia al pianoforte che ricordava una canzone di Dylan, I Was Young When I Left Home.
Le parole ce le ha messe la vita con le sue fratture, e quel soffio ha allargato tutta la geografia. È l’epica del pianobar.
Dove
Teatro Comunale C. Abbado - Corso della Libertà 5 - Ferrara
Quando
8 aprile 2022
Orari
ore 21.00
Url dell'evento
http://www.teatrocomunaleferrara.itTariffe
PREZZI (comprensivi del diritto di prevendita)
PLATEA 60,50
PALCHI CENTRALI € 55,00
PALCHI LATERALI € 44,00
GALLERIA IV ORD € 33,00
LOGGIONE V ORD € 27,50
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