domenica 28 luglio 2013

Carmen Villani


Carmen Villani nasce a Ravarino (Modena) il 21 maggio 1944, debutta giovanissima come cantante e vince il Festival di Castrocaro a soli 15 anni con un brano “swing” di Lelio Luttazzi: Quando una ragazza (a New Orleans).
Supera un provino per la Bluebell Records con la quale incide un primo 45 giri che mostra chiaramente fin dal titolo che l’interprete è ancora una scolaretta: Sul banco di scuola / I love you=amore (bizzarra forma di traduzione dall’inglese).
Il secondo singolo per la Bluebell, anch’esso pubblicato nel 1959, si intitola  Jimmy con Espada sul retro. Di lì a poco Fred Buscaglione la nota in uno spettacolo a Busto Arstizio e la ingaggia nel suo gruppo, gli Asternovas.
Accanto a Buscaglione la Villani perfeziona la sua voce che ben si adatta allo “swing” del repertorio di stile americano.
Questo sodalizio, che sembrava preludere ad eventi positivi nella carriera della cantante, subisce un drastico stop il 3 febbraio 1960, quando Fred Buscaglione perde la vita in un incidente stradale.
E pensare che proprio in quei giorni si stava ipotizzando una sua partecipazione a Canzonissima, in veste di presentatore con la possibilità di inserire Carmen nel cast. La scrittura in programmi RAI è solo rinviata di qualche tempo. Nei primi anni ’60 lavora con Lelio Luttazzi in “Strettamente musicale” e ne “Il Paroliere questo sconosciuto”. Nel 1969 verrà finalmente conosciuta dal grande pubblico della televisione conducendo la domenica pomeriggio programmi di elevatissimi ascolti quali “La Domenica è un'altra cosa” e “Che domenica amici!”, scritti da Castellano e Pipolo con Raffaele Pisu, Gorni Kramer, Ric e Gian. E’ il tempo delle minigonne e Carmen sfoggia ogni domenica minivestiti accompagnati da alti stivali, mandando in tilt intere legioni di adolescenti, ben prima della sua “conversione” al cinema di circa 10 anni dopo. In coppia con Pippo Baudo condurrà inoltre il varietà della domenica pomeriggio di RAI 1Domenica con noi”.
E torniamo alla Carmen cantante che avevamo lasciato alla ricerca di nuove prospettive dopo la tragica dipartita di Fred Buscaglione. La Bluebell continua a sfornare 45 giri che registrano buoni consensi senza arrivare però al grande successo nazionale.
Nel 1960 esce Tramonto in Canada/La nostra strada e nel 1961 Il campanello/Chicchi d’uva. I dischi del 1962 si chiamano Potrai fidarti di me/Brucia e Un domani per noi (sul retro T’ho voluto tanto bene) dalla colonna sonora del film “Un uomo da bruciare” dei Fratelli Taviani, al quale partecipa. Altri due singoli nel 1963: Lo so/Non verrà da te la felicità e Io sono così (di Burt Bacharach) /Questa sera. Nel 1964 Imparerò a nuotare/Che cosa vuoi farci e Congratulazioni a te/L’amore che mi hai dato. Curiosamente le facciate “A” di questi quattro microsolchi pubblicati nel 1963 e 1964, messe in fila, sembrano creare una frase unica di senso compiuto: “Lo so, io sono così, imparerò a nuotare, congratulazioni a te”. Quattro sono i 45 giri per il 1965, La verità/Baby love (cover delle Supremes), Amerai solo me/Come fai, Io ca te voglio bene/Nun era ammore e Avengers, sigla dell’omonima serie di telefilm, pubblicato a nome degli Avengers. Il 1966 si apre con il singolo Anche se mi vuoi/Passa il tempo (brano beat lanciato nel programma “Questo e quello” condotto da Giorgio Gaber), e prosegue rapidamente con due tra i più grandi successi di Carmen Villani. La frizzante Bada Caterina (retro Brillo e bollo), scritta da Armando Travaioli con testo di Franco Migliacci, fa parte della colonna sonora del film “Adulterio all'italiana” con Nino Manfredi e Catherine Spaak.  Subito dopo arriva Mille chitarre contro la guerra (retro Ti prego resta accanto a me), canzone “di protesta”, autore Umberto Napoletano. Si tratta di un brano antimilitarista – siamo in piena Guerra del Vietnam – che contiene una citazione del cantautore poeta Bob Dylan, considerato all’epoca il portabandiera di un certo pacifismo in ambito musicale, del quale viene inserito un esplicito riferimento “Ma le parole volano nel vento” ispirato dalla celeberrima “Blowin’ in the wind”. La canzone, presentata al Festival delle Rose del 1966, porta a Carmen il vero successo popolare.
Mille chitarre contro la guerra
Io mi unisco a voi
ragazzi d'oltreoceano
Che con le chitarre combattete

Io mi unisco a voi
Sperando d'esser utile
Con le mie canzoni
Da cantare insieme a voi

Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra

Ehi amico Bob
Che canti da laggiù
Le tue canzoni arrivan fino a noi

Ma le parole volano nel vento
Non copre una chitarra
Il tuono dei cannoni

Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra

L'operaio in officina
Il muratore nel cantiere
Noi sulle piazze dai facciamoci valere

Portiamo fra la gente il pensiero della pace
Il pensiero di una vita
Che serva a qualche cosa

Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Alla fine del 1966 scade il contratto con la Bluebell e Carmen passa alla Fonit Cetra. Nel nuovo anno (1967) vengono pubblicati Non c’è bisogno di camminare/Se se se, Io per amore (presentata in coppia con Pino Donaggio a Sanremo) /Accidenti a te e Grin grin grin (di F. Califano)/Io ho perduto te.
Il 1968 è l’anno della definitiva consacrazione per Carmen: Mi va di cantare (cantata a Sanremo)/Questa sinfonia, Il Profeta (colonna sonora del film di Dino Risi con Vittorio Gassman)/Non prenderla sul serio, sigla della trasmissione televisiva “Su e Giù” e Quella strada/Trenta0233, quest’ultima del maestro Gorni Kramer, sigla della trasmissione televisiva “Che domenica, amici”.
Nel 1969 Carmen pubblica un’altra raffica di 45 giri: la celeberrima Piccola piccola (Sanremo 1969)/Nostra casa disumana, la rurale Viva la vita in campagna/Due viole in un bicchiere (taluno dice che fu incisa dopo una breve vacanza a Roccasecca!!!), Quelli belli come noi (già lanciata dalle Gemelle Kessler come sigla di Canzonissima 1969), Dang dang dang/Se (a firma Paolo Conte). Sempre durante il 1969, in rappresentanza dell’Italia, con Piccola piccola vince il Festival di Tokyo.
Nel 1970 escono la raffinata “L’amore è come un bimbo (composta da Gino Paoli ed Umberto Bindi) /Borsalino” e Hippy (Sanremo ’70, in coppia con Fausto Leali, autore del brano)/Uomo piangi.
Il 1971 si apre con il sodalizio tra Carmen e Domenico Modugno che la richiede espressamente come partner al Festival di Sanremo. Cantano in coppia Come stai, arrivando in finale. Sembra che Modugno l’abbia anche indotta a cambiare casa discografica firmando un contratto con la RCA. Come stai porta sul retro Scusa se … lui.
Nella nuova casa discografica c’è l’incontro tra Carmen Villani ed il compianto cantautore livornese Piero Ciampi, le cui liriche non convenzionali attraggono la cantante modenese che pensa di poter dare finalmente una svolta alla sua carriera abbandonando l’etichetta di interprete “leggera” ed abbracciando la canzone d’autore.
Il primo risultato di questa collaborazione è superlativo. Siamo nell’autunno del ‘71, e Carmen Villani partecipa a Canzonissima il cui regolamento prevede che i cantanti interpretino canzoni già pubblicate nella fase eliminatoria e brani inediti in quella successiva. Al momento di dover scegliere la canzone inedita, Carmen opta per Bambino mio, un brano di Ciampi dal testo scomodo, non facile da cantare in un’ambito così popolare, che trattava un argomento scottante come il divorzio, all’epoca ancora tabù in Italia. L’interpretazione è struggente, emozionante, una delle migliori della bionda cantante di Ravarino. Ma il coraggio dimostrato non le vale la “svolta” in cui aveva creduto. L’album con Piero Ciampi non sarà mai pubblicato. Si parla di qualche problema con il cantautore dal carattere non proprio facile ma, soprattutto, di pressioni della RCA, che dopo un iniziale impegno favorevole al progetto, mette fretta alla cantante perché pubblichi un album commerciale. Si va così inevitabilmente verso il divorzio tra la RCA e la Villani che se ne va, rinunciando alla realizzazione di un album dove avrebbero trovato spazio alcuni inediti interessanti, primo tra tutti il brano Perché dovrei di Lucio Battisti interpretato nella trasmissione "Senza rete" e che verrà inserita solo molti anni più tardi in una antologia. L'ultimo singolo inciso dalla Villani resta quindi L’ultimo uomo di Sara di Ennio Morricone, incisa per l’omonimo film datato 1974 (sul retro trova posto Un calcio al cuore).
Termina qui, di fatto, la carriera di cantante di Carmen Villani, anche se negli anni ’80, sull’onda del revival dei favolosi anni ’60 grazie a trasmissioni televisive come “68 vent’anni dopo” di Red Ronnie e “Una rotonda sul mare”, vengono pubblicati due album intitolati “Anima” (1984) e “Carmen Villani” (1988).
A metà degli anni ’70 Carmen prende una decisione che risulta anticonformista e coraggiosa, assolutamente in linea con il suo carattere ed il suo personaggio: si lancia nel mondo del cinema!
Come abbiamo visto c’era stato un precedente nel 1962 quando aveva partecipato cantando anche una canzone al film Un uomo da bruciare (1962) dei fratelli Taviani, che vinse il Premio della Critica a Venezia come Opera Prima.
Assecondata dal marito Mauro Ivaldi, regista cinematografico con il quale stava dal 1967, la Villani rientra nel cinema abbracciando la cosiddetta “commedia sexy all’italiana”, che ora probabilmente fa soltanto sorridere, ma che all’epoca provocò a certi film problemi con la censura. Eppure spesso in queste pellicole non si trovava mai ciò che le ammiccanti locandine pubblicitarie volevano far apparire, ma molto molto meno.
Nonostante non abbia il fisico di una maggiorata, dopo i primi film Carmen diventa una “icona” tra gli appassionati del genere. Probabilmente oltre al fatto di essere una bella ragazza poco più che trentenne, che in questi film elargisce con generosità scene di nudo sufficientemente piccanti per l’epoca, l’idea che fosse una cantante così popolare ad esporsi avrà intrigato ancor di più il cospicuo stuolo di ammiratori.
Tutto sommato, al di là dei film in se stessi che possono anche essere considerati “cult” dai collezionisti del genere, ma restano pur sempre pellicole sufficientemente mediocri, la Villani, nella nuova veste di attrice non dispiace, risultando credibile nelle parti della ragazza ruspante, schietta, genuina, aperta e simpatica che attira gli uomini con la sua carica sensuale, tenendo loro testa da pari a pari.
Un sintetico elenco dei film è doveroso, ma rimandiamo ai dizionari del Cinema ed ai siti specializzati eventuali approfondimenti in merito.
Un uomo da bruciare di Paolo e Vittorio Taviani (1963)
Per una valigia piena di donne di Renzo Russo (1965)
Brigitte, Laure, Ursula, Monica, Raquel, Liz, Maria, Claudia e Sofia le chiamo tutte … anima mia di Mauro Ivaldi (1973); tra gli interpreti Orazio Orlando, Mario Adorf, Pamela Tiffin. Vinse il Premio Totò come miglior commedia dell’anno. Carmen canta Anima mia dei Cugini di Campagna.
L’amica di mia madre di Mauro Ivaldi (1974), con Barbara Bouchet.
La supplente di Guido Leoni (1975) con Giacomo Furia, Carlo Giuffrè ed Ilona Staller (all’epoca con il nome di Elena Mercury.
Ecco lingua d’argento di Mauro Ivaldi (1976) con Nadia Cassini.
Lettomania di Vincenzo Rigo (1976) con Flavio Bonacci ed Alberto Squillante.
Passi furtivi in una notte buia di Vincenzo Rigo (1976), con Walter Chiari, Carlo Delle Piane, Pippo Santonastaso e Carlo Croccolo.
La signora ha fatto il pieno di Juan Bosch (1977) con Aldo Maccione e Aldo Giuffré.
Grazie tante e arrivederci di Mauro Ivaldi (1977) con Memmo Carotenuto, Franca Valeri, Vittorio Caprioli, e Gianfranco D'Angelo.
L’anello matrimoniale di Mauro Ivaldi (1978) con Ray Lovelock.
La supplente va in città di Vittorio De Sisti (1979)
Seguono quattro film girati per la TV spagnola, mai usciti in Italia. Si tratta di una serie programmata di 10 film, interrotti a causa dell’improvvisa morte di Mauro Ivaldi, tragico evento che ha determinato anche la fine della carriera cinematografica di Carmen Villani:
 
Lady Lucifera di José Larraz (1980)
Los lios de Estefania di M. Ivaldi (1983)
La casada divertida di M. Ivaldi (1983)
Una spia enamorada di M. Ivaldi (1983)
In una intervista recente Carmen sostiene che proprio uno di questi film spagnoli – Lady Lucifera - sia il suo preferito; lo definisce una storia esilarante di una famiglia di diavoli.
Carmen Villani si ripresenta come autrice nel 2005 quando, su testi del compianto Bruno Lauzi, progetta il musical “Una volta nella vita”.  Dal 2006 comincia ad insegnare canto in alcune scuole.
Concludiamo queste brevi note biografiche con due commenti, uno tratto da un fascicolo allegato ad una raccolta di canzoni degli anni ’60 “ascoltando l’interpretazione di Carmen Villani, viene suffragata ancora una volta l’idea che una simile voce doveva essere sfruttata con più attenzione. I suoi toni gospel e una estensione vocale che era in grado di esplodere si riconoscono ... affidare una canzoncina di maniera, senza acuti, ad una Carmen Villani, era come acquistare una Maserati e limitarsi a farle fare il giro dell’isolato”; l’altro, letto su un sito internet “Interprete dotata di una voce per certi versi ineguagliabile, eccezionale nella duttilità canora, suffragata da un senso musicale al di sopra della media, con una tonalità ‘‘gospel”, impregnata di sfumature blues. Resta ancora un mistero il perché una cantante con simili caratteristiche vocali non sia diventata una star della canzone nella storia della musica italiana”. 

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