Carmen
Villani nasce a Ravarino (Modena) il 21 maggio 1944, debutta
giovanissima come cantante e vince il Festival di Castrocaro
a soli 15 anni con un brano “swing” di Lelio Luttazzi:
Quando una ragazza (a New Orleans).
Supera
un provino per la Bluebell Records con la quale incide un
primo 45 giri che mostra chiaramente fin dal titolo che
l’interprete è ancora una scolaretta: Sul banco di scuola
/ I love you=amore (bizzarra forma di traduzione
dall’inglese).
Il
secondo singolo per la Bluebell, anch’esso pubblicato nel
1959, si intitola Jimmy con Espada sul retro.
Di lì a poco Fred Buscaglione la nota in uno spettacolo a
Busto Arstizio e la ingaggia nel suo gruppo, gli Asternovas.
Accanto
a Buscaglione la Villani perfeziona la sua voce che ben si
adatta allo “swing” del repertorio di stile americano.
Questo
sodalizio, che sembrava preludere ad eventi positivi nella
carriera della cantante, subisce un drastico stop il 3
febbraio 1960, quando Fred Buscaglione perde la vita in un
incidente stradale.
E
pensare che proprio in quei giorni si stava ipotizzando una
sua partecipazione a Canzonissima, in veste di presentatore
con la possibilità di inserire Carmen nel cast. La scrittura
in programmi RAI è solo rinviata di qualche tempo. Nei primi
anni ’60 lavora con Lelio Luttazzi in “Strettamente
musicale” e ne “Il Paroliere questo sconosciuto”.
Nel 1969 verrà finalmente conosciuta dal grande pubblico
della televisione conducendo la domenica pomeriggio
programmi di elevatissimi ascolti quali “La Domenica è
un'altra cosa” e “Che domenica amici!”, scritti
da Castellano e Pipolo con Raffaele Pisu, Gorni Kramer, Ric
e Gian. E’ il tempo delle minigonne e Carmen sfoggia ogni
domenica minivestiti accompagnati da alti stivali, mandando
in tilt intere legioni di adolescenti, ben prima della sua
“conversione” al cinema di circa 10 anni dopo. In coppia con
Pippo Baudo condurrà inoltre il varietà della domenica
pomeriggio di
RAI 1
“Domenica con noi”.
E
torniamo alla Carmen cantante che avevamo lasciato alla
ricerca di nuove prospettive dopo la tragica dipartita di
Fred Buscaglione. La Bluebell continua a sfornare 45 giri
che registrano buoni consensi senza arrivare però al grande
successo nazionale.
Nel
1960 esce Tramonto in Canada/La nostra strada e nel
1961 Il campanello/Chicchi d’uva. I dischi del 1962
si chiamano Potrai fidarti di me/Brucia e Un
domani per noi (sul retro T’ho voluto tanto bene)
dalla colonna sonora del film “Un uomo da bruciare”
dei Fratelli Taviani, al quale partecipa. Altri due singoli
nel 1963: Lo so/Non verrà da te la felicità e Io
sono così (di Burt Bacharach) /Questa sera. Nel
1964 Imparerò a nuotare/Che cosa vuoi farci e
Congratulazioni a te/L’amore che mi hai dato.
Curiosamente le facciate “A” di questi quattro microsolchi
pubblicati nel 1963 e 1964, messe in fila, sembrano creare
una frase unica di senso compiuto: “Lo so, io sono così,
imparerò a nuotare, congratulazioni a te”. Quattro sono
i 45 giri per il 1965, La verità/Baby love (cover
delle Supremes), Amerai solo me/Come fai, Io ca te
voglio bene/Nun era ammore e Avengers, sigla
dell’omonima serie di telefilm, pubblicato a nome degli
Avengers. Il 1966 si apre con il singolo Anche se mi
vuoi/Passa il tempo (brano beat lanciato nel programma
“Questo e quello” condotto da Giorgio Gaber), e prosegue
rapidamente con due tra i più grandi successi di Carmen
Villani. La frizzante Bada Caterina (retro Brillo
e bollo), scritta da Armando Travaioli con testo di
Franco Migliacci, fa parte della colonna sonora del film
“Adulterio all'italiana” con Nino Manfredi e Catherine Spaak.
Subito dopo arriva Mille chitarre contro la guerra
(retro Ti prego resta accanto a me), canzone “di
protesta”, autore Umberto Napoletano. Si tratta di un brano
antimilitarista – siamo in piena Guerra del Vietnam – che
contiene una citazione del cantautore poeta Bob Dylan,
considerato all’epoca il portabandiera di un certo pacifismo
in ambito musicale, del quale viene inserito un esplicito
riferimento “Ma le parole volano nel vento” ispirato
dalla celeberrima “Blowin’ in the wind”. La canzone,
presentata al Festival delle Rose del 1966, porta a Carmen
il vero successo popolare.
Mille chitarre contro la guerra
Io mi unisco a voi
ragazzi d'oltreoceano
Che con le chitarre combattete
Io mi unisco a voi
Sperando d'esser utile
Con le mie canzoni
Da cantare insieme a voi
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Ehi amico Bob
Che canti da laggiù
Le tue canzoni arrivan fino a noi
Ma le parole volano nel vento
Non copre una chitarra
Il tuono dei cannoni
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
L'operaio in officina
Il muratore nel cantiere
Noi sulle piazze dai facciamoci valere
Portiamo fra la gente il pensiero della pace
Il pensiero di una vita
Che serva a qualche cosa
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
ragazzi d'oltreoceano
Che con le chitarre combattete
Io mi unisco a voi
Sperando d'esser utile
Con le mie canzoni
Da cantare insieme a voi
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Ehi amico Bob
Che canti da laggiù
Le tue canzoni arrivan fino a noi
Ma le parole volano nel vento
Non copre una chitarra
Il tuono dei cannoni
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
L'operaio in officina
Il muratore nel cantiere
Noi sulle piazze dai facciamoci valere
Portiamo fra la gente il pensiero della pace
Il pensiero di una vita
Che serva a qualche cosa
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Tutti uniti con le chitarre
Le nostre chitarre contro la guerra
Alla
fine del 1966 scade il contratto con la Bluebell e Carmen
passa alla Fonit Cetra. Nel nuovo anno (1967) vengono
pubblicati Non c’è bisogno di camminare/Se se se,
Io per amore (presentata in coppia con Pino Donaggio a
Sanremo) /Accidenti a te e Grin grin grin (di F.
Califano)/Io ho perduto te.
Il 1968
è l’anno della definitiva consacrazione per Carmen: Mi va
di cantare (cantata a Sanremo)/Questa sinfonia,
Il Profeta (colonna sonora del film di Dino Risi con
Vittorio Gassman)/Non prenderla sul serio, sigla
della trasmissione televisiva “Su e Giù” e Quella
strada/Trenta0233, quest’ultima del maestro Gorni Kramer,
sigla della trasmissione televisiva “Che domenica, amici”.
Nel
1969 Carmen pubblica un’altra raffica di 45 giri: la
celeberrima Piccola piccola (Sanremo 1969)/Nostra
casa disumana, la rurale Viva la vita in campagna/Due
viole in un bicchiere (taluno dice che fu incisa dopo
una breve vacanza a Roccasecca!!!), Quelli belli come noi
(già lanciata dalle Gemelle Kessler come sigla di
Canzonissima 1969), Dang dang dang/Se
(a firma Paolo Conte). Sempre durante il 1969, in
rappresentanza dell’Italia, con Piccola piccola vince
il Festival di Tokyo.
Nel
1970 escono la raffinata “L’amore è come un bimbo
(composta da Gino Paoli ed Umberto Bindi) /Borsalino”
e Hippy (Sanremo ’70, in coppia con Fausto Leali,
autore del brano)/Uomo piangi.
Il 1971
si apre con il sodalizio tra Carmen e Domenico Modugno che
la richiede espressamente come partner al Festival di
Sanremo. Cantano in coppia Come stai, arrivando in
finale. Sembra che Modugno l’abbia anche indotta a cambiare
casa discografica firmando un contratto con la RCA. Come
stai porta sul retro Scusa se … lui.
Nella
nuova casa discografica c’è l’incontro tra Carmen Villani ed
il compianto cantautore livornese Piero Ciampi, le cui
liriche non convenzionali attraggono la cantante modenese
che pensa di poter dare finalmente una svolta alla sua
carriera abbandonando l’etichetta di interprete “leggera” ed
abbracciando la canzone d’autore.
Il
primo risultato di questa collaborazione è superlativo.
Siamo nell’autunno del ‘71, e Carmen Villani partecipa a
Canzonissima il cui regolamento prevede che i cantanti
interpretino canzoni già pubblicate nella fase eliminatoria
e brani inediti in quella successiva. Al momento di dover
scegliere la canzone inedita, Carmen opta per Bambino mio,
un brano di Ciampi dal testo scomodo, non facile da cantare
in un’ambito così popolare, che trattava un argomento
scottante come il divorzio, all’epoca ancora tabù in Italia.
L’interpretazione è struggente, emozionante, una delle
migliori della bionda cantante di Ravarino. Ma il coraggio
dimostrato non le vale la “svolta” in cui aveva creduto.
L’album con Piero Ciampi non sarà mai pubblicato. Si parla
di qualche problema con il cantautore dal carattere non
proprio facile ma, soprattutto, di pressioni della RCA, che
dopo un iniziale impegno favorevole al progetto, mette
fretta alla cantante perché pubblichi un album commerciale.
Si va così inevitabilmente verso il divorzio tra la RCA e la
Villani che se ne va, rinunciando alla realizzazione di un
album dove avrebbero trovato spazio alcuni inediti
interessanti, primo tra tutti il brano Perché dovrei
di Lucio Battisti interpretato nella trasmissione "Senza
rete" e che verrà inserita solo molti anni più tardi in
una antologia. L'ultimo singolo inciso dalla Villani resta
quindi L’ultimo uomo di Sara di Ennio Morricone,
incisa per l’omonimo film datato 1974 (sul retro trova posto
Un calcio al cuore).
Termina
qui, di fatto, la carriera di cantante di Carmen Villani,
anche se negli anni ’80, sull’onda del revival dei favolosi
anni ’60 grazie a trasmissioni televisive come “68 vent’anni
dopo” di Red Ronnie e “Una rotonda sul mare”, vengono
pubblicati due album intitolati “Anima” (1984) e “Carmen
Villani” (1988).
A metà
degli anni ’70 Carmen prende una decisione che risulta
anticonformista e coraggiosa, assolutamente in linea con il
suo carattere ed il suo personaggio: si lancia nel mondo del
cinema!
Come
abbiamo visto c’era stato un precedente nel 1962 quando
aveva partecipato cantando anche una canzone al film
Un uomo da
bruciare
(1962) dei fratelli Taviani, che vinse il Premio della
Critica a Venezia come Opera Prima.
Assecondata dal marito Mauro Ivaldi, regista cinematografico
con il quale stava dal 1967, la Villani rientra nel cinema
abbracciando la cosiddetta “commedia sexy all’italiana”, che
ora probabilmente fa soltanto sorridere, ma che all’epoca
provocò a certi film problemi con la censura. Eppure spesso
in queste pellicole non si trovava mai ciò che le ammiccanti
locandine pubblicitarie volevano far apparire, ma molto
molto meno.
Nonostante non abbia il fisico di una maggiorata, dopo i
primi film Carmen diventa una “icona” tra gli appassionati
del genere. Probabilmente oltre al fatto di essere una bella
ragazza poco più che trentenne, che in questi film elargisce
con generosità scene di nudo sufficientemente piccanti per
l’epoca, l’idea che fosse una cantante così popolare ad
esporsi avrà intrigato ancor di più il cospicuo stuolo di
ammiratori.
Tutto
sommato, al di là dei film in se stessi che possono anche
essere considerati “cult” dai collezionisti del genere, ma
restano pur sempre pellicole sufficientemente mediocri, la
Villani, nella nuova veste di attrice non dispiace,
risultando credibile nelle parti della ragazza ruspante,
schietta, genuina, aperta e simpatica che attira gli uomini
con la sua carica sensuale, tenendo loro testa da pari a
pari.
Un
sintetico elenco dei film è doveroso, ma rimandiamo ai
dizionari del Cinema ed ai siti specializzati eventuali
approfondimenti in merito.
Un uomo
da bruciare
di Paolo e Vittorio Taviani (1963)
Per una
valigia piena di donne
di Renzo Russo (1965)
Brigitte, Laure, Ursula, Monica, Raquel, Liz, Maria, Claudia
e Sofia le chiamo tutte … anima mia
di Mauro Ivaldi (1973); tra gli interpreti Orazio Orlando,
Mario Adorf, Pamela Tiffin. Vinse il Premio Totò come
miglior commedia dell’anno. Carmen canta Anima mia
dei Cugini di Campagna.
L’amica
di mia madre
di Mauro Ivaldi (1974), con Barbara Bouchet.
La
supplente
di Guido Leoni (1975) con Giacomo Furia, Carlo Giuffrè ed
Ilona Staller (all’epoca con il nome di Elena Mercury.
Ecco
lingua d’argento
di Mauro Ivaldi (1976) con Nadia Cassini.
Lettomania
di
Vincenzo Rigo (1976) con Flavio Bonacci ed Alberto
Squillante.
Passi
furtivi in una notte buia
di Vincenzo Rigo (1976), con Walter Chiari, Carlo Delle
Piane, Pippo Santonastaso e Carlo Croccolo.
La
signora ha fatto il pieno
di Juan
Bosch (1977) con Aldo Maccione e Aldo Giuffré.
Grazie
tante e arrivederci
di Mauro Ivaldi (1977) con Memmo Carotenuto, Franca Valeri,
Vittorio Caprioli, e Gianfranco D'Angelo.
L’anello matrimoniale
di Mauro Ivaldi (1978) con Ray Lovelock.
La
supplente va in città
di Vittorio De Sisti (1979)
Seguono quattro film girati per la TV spagnola,
mai usciti in Italia. Si tratta di una serie programmata di
10 film, interrotti a causa dell’improvvisa morte di Mauro
Ivaldi, tragico evento che ha determinato anche la fine
della carriera cinematografica di Carmen Villani:
Lady
Lucifera
di José Larraz (1980)
Los
lios de Estefania
di M. Ivaldi (1983)
La
casada divertida
di M. Ivaldi (1983)
Una
spia enamorada
di M. Ivaldi (1983)
In una
intervista recente Carmen sostiene che proprio uno di questi
film spagnoli – Lady Lucifera - sia il suo preferito; lo
definisce una storia esilarante di una famiglia di diavoli.
Carmen
Villani si ripresenta come autrice nel 2005 quando, su testi
del compianto Bruno Lauzi, progetta il musical “Una volta
nella vita”. Dal 2006 comincia ad insegnare canto in
alcune scuole.
Concludiamo queste brevi note biografiche con due commenti,
uno tratto da un fascicolo allegato ad una raccolta di
canzoni degli anni ’60 “ascoltando l’interpretazione di
Carmen Villani, viene suffragata ancora una volta l’idea che
una simile voce doveva essere sfruttata con più attenzione.
I suoi toni gospel e una estensione vocale che era in grado
di esplodere si riconoscono ... affidare una canzoncina di
maniera, senza acuti, ad una Carmen Villani, era come
acquistare una Maserati e limitarsi a farle fare il giro
dell’isolato”; l’altro, letto su un sito internet
“Interprete dotata di una voce per certi versi
ineguagliabile, eccezionale nella duttilità canora,
suffragata da un senso musicale al di sopra della media, con
una tonalità ‘‘gospel”, impregnata di sfumature blues. Resta
ancora un mistero il perché una cantante con simili
caratteristiche vocali non sia diventata una star della
canzone nella storia della musica italiana”.
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