Berlinale 72: la tragedia di “Una femmina” di Costabile
Una femmina di Francesco Costabile irrompe alla 72ª Berlinale. La pellicola, una vera e propria tragedia greca venata di horror, è un’opera prima cupa, piena di sangue e vendetta. Presente nella sezione competitiva Panorama del Festival di Berlino il film, distribuito in sala da Medusa il 17 febbraio, è liberamente ispirato al libro-inchiesta Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il Paese della N’drangheta di Lirio Abbate (Rizzoli). Il lungometraggio, girato tra i monti della Calabria, racconta una storia di ‘Ndrangheta che vede protagonista Rosa (Lina Siciliano), una vera e propria maschera naturale che impone rispetto e affascina.
La ragazza indomita e senza paura, che vive con nonna e zio in un paesino calabrese sperduto nel parco nazionale del Pollino, crescendo scopre nel suo passato un’ombra da sanare. Da allora la giovane, piena di temperamento, cova una rabbia che la porta alla ricerca di una personale vendetta, anche se comporta il tradimento della propria famiglia e i propri valori. E questo con tutti i rischi che comporta. Ma come mostra il film, la sua rivolta è il segnale di una rivoluzione possibile che solo il genere femminile può determinare.
Le riprese si sono svolte a Verbicaro, comune in provincia di Cosenza, tra maggio e giugno del 2021 per cinque settimane complessive. Il film è ispirato a fatti realmente accaduti, in particolare la storia di Maria Concetta Cacciola e Giusy Pesce, tra le prime donne ad essersi ribellate alla ‘Ndragnheta. La pellicola segna il debutto di Lina Siciliano, giovane attrice non professionista alla sua prima esperienza cinematografica. La colonna sonora del film è opera del musicista sperimentale romano Valerio Camporini Faggioni. Mentre il polistrumentista calabrese Davide Ambrogio firma il brano L’accordo.
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