Il Teatro delle Albe con Rumore di acque è protagonista del terzo
appuntamento della rassegna teatrale “Dei Teatri, della Memoria”, direzione
artistica di Cristina Valenti, nel Giardino della Memoria antistante il Museo per
la Memoria di Ustica (Parco della Zucca, via di Saliceto 3/22) a Bologna. La
rassegna teatrale, giunta alla sua IV edizione, fa parte di Percorsi di verità e
memoria, l'insieme di iniziative promosse dall'Associazione Parenti delle Vittime
della Strage di Ustica in occasione del XXXII Anniversario della Strage, inserite
nel cartellone cittadino bè bolognaestate 2012.
Lunedì 9 luglio alle ore 21.30 andrà in scena lo spettacolo Rumore di
acque, un lavoro scritto e diretto da Marco Martinelli, ispirato alle storie che
egli stesso ha ascoltato a Mazara del Vallo: un flusso inarrestabile di numeri e
immagini che ricostruisce la tragedia dei migranti nel canale di Sicilia in una
ragioneria dell’orrore che interroga le responsabilità di tutti.
Interprete Alessandro Renda, con la straordinaria presenza dei Fratelli
Mancuso che eseguiranno le loro musiche dal vivo.
La storia: Una fantomatica isoletta tra l’Europa e l’Africa, situata in quella
striscia di mare sede negli ultimi quindici anni di una devastante tragedia: lì, in
quella vulcanica e ribollente porzione di terra, alla deriva come una zattera, vive
un solo abitante, un generale dai tratti demoniaci e dagli occhi lampeggianti. In
relazione a un altrettanto fantomatico Ministro dell’Inferno, pratica la “politica
degli accoglimenti”: l’isoletta è abitata dagli invisibili spiriti dei morti e dei
dispersi in mare, i rifiutati, che il generale accoglie e stiva nella sua isolazattera.
Ognuno di loro è un “numero”, vite e morti ridotte a statistica. Nel suo
sproloquio il generale è attraversato dalle voci di quegli invisibili.
Affresco noir sulle tragedie nel Mediterraneo, Rumore di acque fa parte del
trittico del Teatro delle Albe Ravenna-Mazara, progetto nato da una
sollecitazione di Ravenna Festival , che ha invitato la compagnia a conoscere e
incontrare la città di Mazara del Vallo, città singolare per il suo intreccio di etnie,
dove un cittadino su dieci è di nazionalità tunisina, frutto di un’immigrazione
iniziata negli anni ’60, ma con echi molto più antichi.
Nel progetto delle Albe, Mazara diventa simbolico luogo di frontiera e punto di
partenza per un affresco sull’oggi: punta estrema della Sicilia, proprio di fronte
alla Tunisia, la città racconta di una storia millenaria segnata (come la Ravenna
delle Albe) dalla presenza del mare.
Il lavoro racconta episodi di vita e fughe strazianti e al contempo descrive le
due comunità, quella siciliana e quella tunisina, in contatto fin dal secolo scorso,
che nonostante le differenze culturali, alimentari e di costume, pur convivendo
separatamente, lo fanno nel rispetto reciproco.
“Siamo innocenti noi? Sono innocente io? Di tutte quelle tragedie che
avvengono altrove, lontano dalla mia casetta, posso ritenermi non
responsabile? Che c’entro io con la morte di mio fratello?” si domanda Marco
Martinelli descrivendo il lavoro Rumore di acque e prosegue: “Quel generale
acido e nevrotico, quel funzionario che ne ha le scatole piene di star lì a contare
numeri e morti e metterli in fila, un lavoraccio, tutti i giorni così, pure mal
pagato da quelli delle capitali, quel ragionierino demoniaco e sarcastico, quello
spettatore impotente davanti ai telegiornali, quello, proprio quello, siamo noi.
Sono io. Quel volto che ora finalmente si volta, metà umano metà animale, che
mi guarda diritto negli occhi, è il mio. Lo sproloquio è venuto fuori di getto, un
flusso inarrestabile di numeri e immagini. Mi rileggevo tutto quel che mi ero
appuntato nel mio quaderno dei viaggi a Mazara, durati più di un anno. Storie e
racconti, ma non solo. Il canto del muezzin sul suolo italico. Le viuzze intricate
della casbah. Il verde squillante delle cupole della cattedrale; e Alessandro, che
riprendeva tutto quel che poteva con la telecamera, imparava frammenti di
tunisino e rivedeva sotto altra luce le sue radici mazaresi, ricucendo genealogie
e arazzi di storie famigliari. Questo oratorio per i sacrificati, i Fratelli
Mancuso lo hanno arricchito con le loro potenti voci di satiri
antichi, che sembrano gridare il dolore dell’umanità dal fondo di un
abisso”.
Prossimi appuntamenti :
Concerto per la memoria di Patti Smith and her Band
domenica 15 luglio ore 21.30
Ingresso 10 euro
DEI TEATRI, DELLA MEMORIA
Olivetti di Laura Currino
mercoledì 18 luglio ore 21.30
Ingresso libero
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