sabato 11 gennaio 2014

Fine settimana in cineteca

Il Cinema Ritrovato al cinema: Ninotchka
Il capolavoro di Ernst Lubitsch con Greta Garbo in versione originale e restaurata nelle sale italiane i lunedì e i martedì di gennaio

In prima visione in oltre settanta sale italiane un altro grande classico restaurato distribuito dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Circuito Cinema. Nel film sceneggiato da Billy Wilder e Charles Brackett (delle commedie lubitschiane, la più aderente al canone sentimentale hollywoodiano), Lubitsch allestisce il suo mondo di grandi alberghi, porte girevoli, nobiltà squattrinata e aristocrazia morale della servitù: siamo a Parigi, la città ha stregato i tre agenti sovietici mandati da Mosca, poi il suo dolce delirio d'amore e champagne scioglierà anche l'inflessibile commissario Nina Yakusciova. Garbo ride, ed è una risata di resa a una vita nuova, una risata d'addio all'edificazione socialista, formidabile per potere pubblicitario, perfetta per messinscena comica: ma carica di presagi (lei non riuscì a produrne il suono, fornito al montaggio dalla voce di un'altra), quella risata fu il principio della fine anche per la carriera della diva. Resta il fatto che questo s’è rivelato nel tempo il suo film più resistente e popolare, e di Greta Garbo rimane oggi più Ninotchka di quanto rimangano Anna Karenina, Margherita Gauthier o la regina Cristina. E resterà per sempre, nell’olimpo delle battute memorabili, quel suo languido, alcolico chiedere tempo al fuoco dell’ideologia: “Compagni! La rivoluzione è in marcia, le bombe cadranno, la civiltà crollerà a pezzi. Ma per favore, non adesso...”.
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Il tocco di Lubitsch
fino al 19 gennaio - Cinema Lumière
Intorno a Ninotchka, primo appuntamento 2014 del Cinema Ritrovato al cinema, la nostra Lubitsch’s story: dall’esordio comico del berlinese Meyer all’esprit visivo wildiano del Ventaglio di Lady Windermere (sabato 18, ore 18), dalle geometrie dell’attrazione di Mancia competente (domenica 19, ore 18) alla bottega ungherese profumata di cuoio e carta da lettere di Scrivimi fermo posta (sabato 11, ore 20). Ovvero, come fu che il figlio di un sarto ebreo, nato nella Germania guglielmina, fuggì in America e diventò lo Stilista Supremo. Questa settimana vedremo anche L'allegro tenente (sabato 11, ore 18), deliziosa commedia ambientata in una Vienna da operetta tutta costruita intorno alla comicit&agra ve; charmeuse, alle confidenze musicali e all'accento francese di Maurice Chevalier, la farsa antinazista Vogliamo vivere (sabato 11, ore 22.15), in cui la leggerezza di Lubitsch si fa scandalosa incrociando la tragedia vera. La settimana lubitschiana si concluderà domenica 12 alle ore 18 con una coppia di film muti del 'periodo tedesco' (Mayer il berlinese e Romeo e Giulietta nella neve) accompagnati in sala al pianoforte da Daniele Furlati.
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Prima visione in lingua originale: American Hustle - L'apparenza inganna
fino a mercoledì 15 gennaio - Cinema Lumière

Fresco dell'en plein di candidature ai Golden Globe (miglior film, regia, sceneggiatura, attori e attrici protagonisti e non) e ottimamente posizionato per la corsa agli Oscar, prosegue al Lumière la programmazione dell'attesa commedia della premiata ditta di Il lato positivo. David O. Russell dirige nuovamente un cast d'eccellenza che, a Bradley Cooper, Jennifer Lawrence e Robert De Niro, vede aggiungersi un'altra tripletta di talenti: Christian Bale, Amy Adams e Jeremy Renner. Il film si ispira alla storia vera di uno dei più sbalorditivi scandali che hanno scosso gli Stati Uniti sul finire degli anni Settanta: un impostore di professione e la sua amante vengono coinvolti dall'FBI in un'operazione anti-corruzione sotto copertura che tocca i piani più alti della politica. Ma siamo in piena commedia e il tutto si trasforma in un'irresistibile sequenza di inganni, truffe e doppi giochi.
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The Best of 2013
Venerdì 10 gennaio, ore 20 - Cinema Lumière

Vince Django Unchained. Scontato? Non del tutto, perché se il capolavoro di Quentin Tarantino è stato il film più votato dal pubblico della Cineteca di Bologna, è anche vero che il testa a testa con La grande bellezza di Paolo Sorrentino e La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche è stato quasi all’ultimo voto. Voti (oltre un migliaio le preferenze totali) espressi all’antica maniera, all'uscita sale del Cinema Lumière con le classiche schedine, o attraverso un sondaggio on-line su Cinefiliaritrovata.it, “il giornale della passione per il cinema”. Ed è stato soprattutto il popolo cinefilo della rete a decretare la vera sorpresa del nostro sondaggio: pur penalizzato da una distribuzione in sala assai ridotta, Holy Motors si è piazzato in quarta posizione. Per ques to motivo abbiamo deciso di aprire proprio con la proiezione del film di Leos Carax la serata cinefila 'The Best of 2013', introdotta dal direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e dal curatore di www.cinefiliaritrovata.it Roy Menarini.
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Omaggio ad Asghar Farhadi
dal 12 al 23 gennaio – Cinema Lumière

Erede di una generazione di cineasti (Kiarostami, Makhmalbaf, Naderi e Panahi, fra gli altri) che hanno fatto grande il cinema iraniano negli ultimi trent'anni, Asghar Farhadi ha rapidamente conquistato la stima di pubblico e critica arrivando alla consacrazione internazionale nel 2012 con Una separazione, vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino, del Golden Globe e dell'Oscar come miglior film straniero, poi confermata dal recente Il passato, il suo primo film realizzato al di fuori dei confini (e delle maglie censorie) del suo paese. Gli rendiamo omaggio con un'antologica che ripercorre interamente il suo cinema dai sofisticati meccanismi narrativi, ricco di sfumature utilizzate per tratteggiare le azioni o inazioni dei personaggi e che richiede sempre un alto livello di cooperazione da parte dello spettatore. Si parte domenica 12 alle ore 20.15 proprio con Una separazione, in lingua originale con sottotitoli.
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Guilty Pleasures: Il cameraman e l'assassino
Domenica 12 gennaio, ore 22.15 – Cinema Lumière

Il nostro viaggio senza bussola nel cinema di culto prosegue questo mese con due titoli che indagano diversamente lo stretto connubio fra cinema, morte e voyerismo. Partiamo con un film che fu presentato a Cannes nel 1992 da un collettivo di registi-sceneggiatori-attori appena usciti dalla scuola di cinema e che immediatamente (e non senza suscitare un putiferio) si assicurò un accanito seguito di fan: protagonista un serial killer gioviale, supponente e bon vivant che manda a gambe all'aria le aspettative e confonde i confini tra bene e male; nella formula di un mockumentary in bianco e nero, impastato di cinema verité, una piccola troupe segue da vicino il killer e diventa mano a mano complice dei suoi crimini.
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