sabato 1 luglio 2017

Storie giapponesi e documentari

Storie giapponesi: I 26 martiri del Giappone e le vues di Constant Girel
Cinema Lumière - Sala Mastroianni, ore 9 e 12.15

Il Cinema Ritrovato si chiude presentando un ‘ritrovamento’ dell’ultima ora, un film di cui solo da pochi mesi si conosce l’esistenza: un film giapponese, a completare idealmente le molte visioni nipponiche di queste giornate. I 26 martiri del Giappone, ritrovato negli archivi salesiani, fu girato nel 1931 ed evoca persecuzioni e martirio di un gruppo di frati e terziari cristiani, italiani e giapponesi, a opera del regime politico. L’intento di propaganda è chiaro, ma condotto con un pudore e un rispetto per una cultura ‘altra’ che poi l’edificazione cattolica avrebbe messo da parte; e il film sorprende per come sa raccontare la storia con tutta la maestria dell’ultimo cinema muto. Arrivano invece dal 1897, ann o due del cinema, le primissime immagini filmate del Giappone che l’Occidente abbia mai visto: Constant Girel, operatore Lumière, trascorse un anno nel Sol Levante e portò a casa diciotto vues. Non sono molte, ma sono molto belle, e restituiscono lo stupore magico delle prime volte: davanti alla cinepresa immagini dell’antica Kyoto, danzatori Ainu, e il più famoso attore Kabuki.
Japanese stories: The 26 Martyrs of Japan and the vues by Constant Girel
Il Cinema Ritrovato closes with the presentation of a last minute ‘rediscovery’, a film whose existence has only been known about for a couple of months, a Japanese film, to round off the many showings of Japanese films in the last few days in the best possible way. T
he 26 Martyrs of Japan, which was rediscovered in the Salesian archives, was shot in 1931 and depicts the persecution and martyrdom of a group of Christian monks and tertiaries, both Italian and Japanese, at the hands of the political regime. Its propagandist intentions are clear, but it is made with a simplicity and resp ect for a ‘different’ culture that was later to be discarded by the Catholic establishment; and the way the film is able to tell the story with all the mastery of the last of the silent films is a surprise. From 1897, year 2 of the cinema, we have the very first filmed images of Japan ever seen in the West. Constant Girel of Lumière spent a year in the Land of the Rising Sun and brought eighteen vues back with him. There are not many of them, but they are very beautiful and they recall the magical wonder of the early days with images of old Kyoto, Ainu dancers and the most famous Kabuki actor, in front of the film camera.
 


Ritrovati e Restaurati: Le Crime de monsieur Lange, Saturday Night Fever e Blow-up
Lezione di cinema di Jean Douchet: il cinema secondo Jean Renoir
Cinema Arlecchino, ore 16.15, 18.30 e 21.30

Una giornata nel segno di Jean Renoir. Le Crime de monsieur Lange è un film del 1936, atmosfera di fronte popolare, fresco, spontaneo, miracoloso cinema di politica e di poesia. Una piccola comunità parigina, un cortile che la macchina da presa esplora con affetto umano e serrata logica spaziale, la serena amoralità d’un delitto ‘giusto’. Voci e volti d’una stagione gloriosa del cinema francese, guidati da un regista “toccato dalla grazia” (Truffaut). Per goderselo al meglio, non perdete l’ultima lezione di cinema del Cinema Ritrovato 2017: Jean Douchet su Jean Renoir. Cambiando musica, dalle fisarmon iche alla disco, in serata arriva il director’s cut del più celebre dance movie moderno, Saturday Night Fever: il restauro restituisce ogni nevrotica, disforica, euforica sfumatura d’una storia di riscatto e trionfo solitario, e la stella di John Travolta brilla al centro di questa “versione aggiornata al 1977 di Gioventù bruciata” (Dave Kehr). Doppio appuntamento, sabato e domenica, con il capolavoro di Michelangelo Antonioni Blow-up, Gran Prix a Cannes esattamente cinquant’anni fa, nel 1967. Film unico per invenzioni cromatiche grazie al lavoro di uno dei più grandi direttori della fotografia, Carlo di Palma, lo vedremo nel restauro digitale supervisionato da un altro grande direttore dell a fotografia del cinema italiano di oggi, Luca Bigazzi. Un film sul rapporto tra realtà e apparenza, con una sequenza, la più celebre, quella dell’ingrandimento, che “esaspera il mistero della vita e del cinema” (Peter von Bagh).
Recovered and Restored: Le Crime de monsieur Lange, Saturday Night Fever and Blow-up. Cinema Lesson with Jean Douchet: the cinema according to Jean Renoir
A day of Jean Renoir.
Le Crime de monsieur Lange is a film from 1936 with a 'popular front' atmosphere, fresh, spontaneous, miraculous cinema of politics and poetry. A little Parisian community, a courtyard that the film camera explores with human affection and tight spatial logic, the serene amorality of a ‘just’ crime. Voices and faces from a glorious era of the French cinema, guided by a director “touched by grace” (Truffaut). To enjoy it at its best, be sure not to miss the last Cinema lesson of Il Cinema Ritrovato 2017: Jean Douchet on Jean Renoir. Changing the music from accordions to disco, in the evening we have the director’s cut of the most famous modern dance movie, Saturday Night Fever. The restoration brings back every neurotic, dysphoric, euphoric nuance of a story of redemption and individual triumph, and the star of John Travolta shines at the centre of this “1977 update of Rebel Without a Cause” (Dave Kehr). Two screenings, on Saturday and Sunday, of Michelangelo Antonioni's masterpiece, Blow-up. Gran Prix in Cannes in 1967, fifty years ago exactly. A film with a unique chromatic inventiveness, thanks to the work of the great director of photography Carlo Di Palma. We w ill see it in a digital restoration supervised by one of today’s great Italian cinematographers, Luca Bigazzi. A film on the boundary between reality and appearance, with the famous sequence of the enlargement in which "the mystery of life and cinema is heightened” (Peter von Bagh).



1917. Tepeyac o nascita della Vergine di Guadalupe
Cinema Lumière - Sala Mastroianni, ore 10.45

Per chi ha seguito con fedeltà la rassegna 1917, o per chi vuole entrarci in extremis e con un titolo d’eccezione: Tepeyac di González, Ramos e Sáyago è il più antico lungometraggio messicano a essersi conservato. Vi si evocano le apparizioni d’una giovane donna indiana sulla cima d’una collina (tepeyac) un tempo consacrata alla dea della fertilità. La Chiesa cattolica la chiamò Nostra Signora di Guadalupe, e il culto mariano sostituì quello azteco.
1917. Tepeyac or Birth of the Virgin of Guadalupe
For those who have been faithfully following the 1917 section, or for those who want to join in at the last minute with an exceptional title,
Tepeyac by González, Ramos and Sáyago is the oldest surviving Mexican feature film. It depicts the apparitions of a young Indian woman on top of a hill (tepeyac) that was once consecrated to the goddess of fertility. The Catholic Church called it Our Lady of Guadalupe, and the Marian cult replaced the Aztec one.


Documentari e Documentari tra sabato e domenica
Sabato 1° luglio, Sala Auditorium – Laboratori delle Arti UniBo, ore 15.45 e 18
Domenica 2 luglio, Cinema Arlecchino, ore 11.15

Si comincia con Rêve au Tuschinski, struggente documentario su una mitica sala cinematografica di Amsterdam, ‘palazzo del cinema’ tra art nouveau e déco, che nacque dalla fantasia e dalla capacità imprenditoriale di Abraham Tuschinski nel 1920 e venne spazzato via, insieme al suo creatore ebreo, dall’invasione nazista dei Paesi Bassi… a rievocarne la storia è Max von Sydow, in un’immaginaria conversazione con Tuschinski. Si prosegue con la storia d’un altro sogno e di un brusco risveglio, Out of the present di Andrej Ujică, ovvero l’avventura del cosmonauta Sergei Krikalev, che al suo r itorno dallo spazio non trovò più la nazione che ce lo aveva spedito, l’Unione Sovietica. E domenica appuntamento con Mitt hem är Copacabana (La mia casa è Copacabana) di Arne Sucksdorff, grande documentarista svedese, grandissimo regista di ambienti naturali e di bambini: qui segue sogni, paure, gioia e vita terribile di quattro ragazzini tra la favela e la spiaggia più celebre del Brasile.
Documentaries and Documentaries on Saturday and Sunday
We start with
Rêve au Tuschinski, a haunting documentary about a legendary cinema in Amsterdam, a ‘cinema palace’ somewhere between art nouveau and deco, which originated from the imagination and business acumen of Abraham Tuschinski in 1920, and was swept away in 1920, together with its Jewish creator, by the Nazi invasion of the Netherlands. The story is brought to life by Max von Sydow in an imaginary conversation with Tuschinski. We continue with the story of another dream and an abrupt reawakening, Out of the Present by Andrej Ujică, or the adventure of the cosmonaut Sergei Krikalev, who on his return from space found that the nation that had sent him there, the Soviet Union, no longer existed. And on Sunday there is an appointment with Mitt hem är Copacabana (My Home is Copacabana) by Arne Sucksdorff, the great Swedish documentarist, and masterful director of the natural environment and of children. Here we follow the dreams, fears, joy and terrible life of four young boys, between the favela and the most famous beach in Brazil.


Due serate in Piazza: Agnès Varda e JR presentano Visages, Villages; Bruce Weber presenta Let’s Get Lost
Piazza Maggiore, ore 21.45

Sabato 1 luglio. Strano incontro sul grande schermo di Piazza Maggiore, e un risultato che esplode della vitalità, della giovinezza, della felice necessità del cinema. Agnès Varda, 88 anni, leggenda della nouvelle vague, un anno fa ha incontrato JR, street photographer, graffitista urbano, celebrità hipster, “equivalente gallico di Banksy”. Insieme hanno creato questo film senza uguali: Visages Villages (2017), visi e paesi. Storia grafica di un viaggio attraverso la Francia rurale. In ogni luogo visitato, JR crea giganteschi ritratti in bianco e nero degli abitanti che vanno a coprire case, fienili, ogni superficie libera; Agnès filma; le immagini sono giocose, spettrali, belle, commoventi; vita espressa visivamente nel modo più libero, cinema sociale, cinema umanista. Usiamola per una volta questa parola: questo film è un evento. Lo introdurranno, in Piazza Maggiore, Agnès Varda e JR. Domenica 2 luglio. La (più) lunga settimana del Cinema Ritrovato si congeda con immagini e musica tra le più struggenti che avremmo potuto immaginare. Il grande fotografo Bruce Weber sarà in Piazza Maggiore a raccontare il suo Chet Baker, il lirico, romantico, maledetto Chet, musicista jazz molto caro anche alla città di Bologna, con le parole della memoria e con un film memorabile che si chiama Let’s Get Lost (1988).
Two evenings in Piazza Maggiore: Agnès Varda and JR present  Visages, Villages, and Bruce Weber presents Let’s Get Lost
Saturday 1st July. A strange meeting on the big screen of Piazza Maggiore, and a result that explodes with vitality, youth and the joyful need for cinema. A year ago, Agnès Varda, 88, legend of the French Ne w Wave, met JR, street photographer, urban graffiti artist and celebrity hipster, “the Gallic equivalent of Banksy”. Together they created this incomparable film,
Visages, Villages (2017), faces and villages. The graphic story of a journey through rural France. In every place they visit, JR creates gigantic black and white portraits of the inhabitants, which cover houses, barns, any surface available. Agnès films. The images are playful, ghostlike, beautiful, moving, life expressed visually in the freest way, social cinema, humanist cinema. Let’s use the word for once, this film is an event. Agnès Varda and JR will be introducing it in Piazza Maggiore. Sunday 2 July. The long week of Il Cinema Ritrovato bids us farewell with some of the most haunt ing images and music we could imagine. The great photographer Bruce Weber will be in Piazza Maggiore to tell us his tale of Chet Baker, the lyrical, romantic, damned Chet, a jazz musician very dear to the city of Bologna, with the words of memory and with a memorable film called Let’s Get Lost (1988).



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