Per nostra fortuna i musicisti riescono a portare con sé la loro arte e questa possibilità, anche in tempo di limitazioni per l'emergenza Covid 19, ha permesso di assistere al concerto appassionante di Yilian Cañizares a Badia Polesine, nell'ambito della rassegna “Tra Ville e Giardini” 2020. La violinista e cantante di origini cubane si è esibita domenica 9 agosto insieme ai compagni Childo Tomas, al basso, chitarra e voce, e Inor Sotolongo, alle percussioni, nel “Giardino dell'Abate”, che è parte del complesso monumentale dell'abbazia della Vangadizza fondata nel X secolo. In quella cornice così rilevante sia sotto il profilo storico che sotto quello artistico, è risuonata la musica del “Resilience Trio” come la stessa Cañizares ha denominato l'ensemble che si è formato dopo il periodo di chiusura forzata della scorsa primavera.
Yilian Cañizares |
Yilian Cañizares sul violino ha una formazione musicale classica molto solida, acquisita prima a Cuba ed in Venezuela, poi in Svizzera, dove risiede ed ha frequentato il conservatorio di Friburgo, paese nel quale ha scoperto la musica jazz, al punto di arrivare a conseguire già nell'anno 2008 il primo posto al prestigioso Montreux Jazz Festival Competition.
Nella prima esibizione dal vivo dopo la “clausura” generale, il trio ha proposto brani del repertorio dell'autrice insieme a brani completamente nuovi, composti durante il recente periodo di isolamento, ancora da rodare e talvolta ancora in cerca di un titolo definitivo. Il concerto ha permesso di apprezzare le qualità straordinarie di cantante e violinista di Yilian Cañizares la quale sa essere alternativamente molto potente e ritmica oppure melodiosa e delicata, sia nel canto che nell'uso del suo violino.
I musicisti che l'hanno accompagnata al basso ed alle percussioni hanno intessuto tappeti ritmici perfettamente consoni, diventando a tratti i reali protagonisti sul palco.
Dalle registrazioni video che ho potuto seguire in rete prima del concerto, mi aspettavo dal vivo percussioni più caratterizzate da ritmi tipicamente caraibici o centro americani ma Inor Sotolongo, nell'esibizione di Badia Polesine, ha conferito alle stesse un carattere più internazionale, suonando con grande maestria un complesso di strumenti misto di batteria e congas, senza timbales ma con una varietà di arnesi forse autocostruiti o comunque di fattezza artigianale. Sul palco in questa occasione non c'era un pianoforte che invece compare nelle musiche di Yilian Cañizares frequentemente, strumento che in molti brani ha contribuito a conferire quello stesso tono centro-americano o caraibico al quale ho accennato con riferimento alla parti delle percussioni.
Le mie aspettative di ascolto sono state in parte stravolte anche dai contributi al basso ed al canto di Childo Tomas, che ha portato nelle esecuzioni la sua esperienza di ricerca nella musica popolare africana, attribuendo un tono ancora più internazionale al concerto. Lo stesso Tomas a tratti accompagna le parti soliste del suo singolare double neck bass con la voce, cantando la melodia riprendendo ed armonizzando i riff che esegue con lo strumento, quasi alla maniera di Richard Bona, celebrato bassista camerunense.
Un po' tutti noi, forse anche solo per descriverla a chi non l'ha ascoltata, cerchiamo di etichettare la musica e di inscriverla in un genere ben definito, ma credo proprio che questo processo, così caro a molti critici musicali. sia ormai superato. Autori e musicisti come Yilian Cañizares portano nelle loro composizioni e nelle esecuzioni una molteplicità di esperienze musicali, che molti tendono a denominare “contaminazioni”, con un uso probabilmente improprio del termine, quasi si trattasse di innesti di impurità in un contesto cristallino e ben identificabile. Semplicemente fanno in modo magistrale una loro musica, nella quale riversano con grandi capacità tecniche, professionalità ed estro i contributi di conoscenze e competenze individuali sperimentate.
Andrea Guerzoni
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