Descrivere
a parole la musica di Salvador Sobral, autore ed interprete trentenne di
Lisbona, è un'impresa. Qualche giorno prima del concerto, nel
secondo appuntamento della rassegna “Tra Ville e Giardini” 2020,
ho cercato di documentarmi per quanto possibile e di ascoltare
qualche brano in rete. La prima impressione che ho avuto all'ascolto
è stata quella di riconoscere nello stile dei musicisti che lo
accompagnano un'impronta jazz, soprattutto nell'uso del pianoforte,
ma stentavo a trovare quello stesso genere nel canto di Sobral.
L'interprete portoghese in effetti ha una formazione jazz, ma l'uso
che fa della voce non è inquadrabile in una categoria musicale
precisa. Le sue canzoni sono influenzate dal Fado quasi naturalmente
ma, a tratti, hanno delle variazioni di ritmo o delle evoluzioni
imprevedibili che arrivano a sorprendere gli stessi musicisti con lui
sul palco.
Salvador Sobral |
Salvador
Sobral ha presentato ad un pubblico numeroso il suo repertorio
incentrato sull'ultimo lavoro discografico “Paris, Lisbona”, del marzo 2019, arricchito da brani del primo album “Excuse
Me” e dall'inedito “Sem voz” (Senza voce). Le previsioni meteorologiche negative hanno imposto che il
concerto si svolgesse al coperto, in una sede diversa da Piazza Della
Libertà, nella quale i musicisti sono stati disposti sullo stesso
piano della platea, con una sistemazione e luci che conferivano all'insieme il tono di un set cinematografico o di uno studio
televisivo. Il tecnico del suono, componente dello staff portoghese,
per raccogliere ogni sfumatura del canto del protagonista, aveva
disposto tra gli strumenti diversi microfoni ambientali.
Salvador Sobral |
Il
musicista lusitano ha un timbro di voce velato e canta in modo molto
naturale, apparentemente senza fatica fisica e, con la sua
personalità molto aperta, conquistare il pubblico per lui è quasi
un gioco. A conferma della sua vocazione internazionale si è rivolto
agli spettatori parlando un buon italiano e spiegando che,
effettivamente, sul palco durante un concerto lui ed i suoi musicisti
cercano il divertimento collettivo che lui stesso, a sua volta, trasmette al pubblico con risultati sorprendenti.
Salvador Sobral |
Il tempo durante il set è trascorso molto velocemente e Salvador Sobral, brano dopo brano, ha dato agli spettatori una dimostrazione convincente delle sue capacità canore realmente originali e della notevole presenza scenica che lo caratterizza. Accompagna il canto con una gestualità spontanea, molto figurativa ed evocativa; a tratti abbandona fisicamente la scena per lasciare spazio, secondo la consuetudine dei concerti jazz, alle improvvisazioni dei solisti che costituiscono la sua band: il giovane ventiduenne svedese Max Agnas al pianoforte ed i veterani lusitani André Rosinha al contrabbasso e Bruno Pedroso alla batteria.
Salvador Sobral |
Durante
la parte dello spettacolo riservata ai “bis”, il musicista
portoghese è ritornato in scena esibendosi prima in un solo al pianoforte con un medley che ha compreso, tra alti accenni, anche una
versione quasi completa de “L'anno che verrà” di Lucio Dalla per
poi proseguire insieme ai musicisti fino alla conclusiva “Ay Amor”
dalla raccolta del 2017 “Exuse Me”.
Salvador Sobral |
Salvador Sobral |
Andrea Guerzoni
(fotografie dell'autore)
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