martedì 4 agosto 2020

Salvador Sobral alla rassegna "Tra Ville e Giardini" 2020 - Castelmassa 2 agosto

Descrivere a parole la musica di Salvador Sobral, autore ed interprete trentenne di Lisbona, è un'impresa. Qualche giorno prima del concerto, nel secondo appuntamento della rassegna “Tra Ville e Giardini” 2020, ho cercato di documentarmi per quanto possibile e di ascoltare qualche brano in rete. La prima impressione che ho avuto all'ascolto è stata quella di riconoscere nello stile dei musicisti che lo accompagnano un'impronta jazz, soprattutto nell'uso del pianoforte, ma stentavo a trovare quello stesso genere nel canto di Sobral. L'interprete portoghese in effetti ha una formazione jazz, ma l'uso che fa della voce non è inquadrabile in una categoria musicale precisa. Le sue canzoni sono influenzate dal Fado quasi naturalmente ma, a tratti, hanno delle variazioni di ritmo o delle evoluzioni imprevedibili che arrivano a sorprendere gli stessi musicisti con lui sul palco.

Salvador Sobral

Salvador Sobral ha presentato ad un pubblico numeroso il suo repertorio incentrato sull'ultimo lavoro discografico “Paris, Lisbona”, del marzo 2019, arricchito da brani del primo album “Excuse Me” e dall'inedito “Sem voz” (Senza voce). Le previsioni meteorologiche negative hanno imposto che il concerto si svolgesse al coperto, in una sede diversa da Piazza Della Libertà, nella quale i musicisti sono stati disposti sullo stesso piano della platea, con una sistemazione e luci che conferivano all'insieme il tono di un set cinematografico o di uno studio televisivo. Il tecnico del suono, componente dello staff portoghese, per raccogliere ogni sfumatura del canto del protagonista, aveva disposto tra gli strumenti diversi microfoni ambientali.

Salvador Sobral
Salvador Sobral

Il musicista lusitano ha un timbro di voce velato e canta in modo molto naturale, apparentemente senza fatica fisica e, con la sua personalità molto aperta, conquistare il pubblico per lui è quasi un gioco. A conferma della sua vocazione internazionale si è rivolto agli spettatori parlando un buon italiano e spiegando che, effettivamente, sul palco durante un concerto lui ed i suoi musicisti cercano il divertimento collettivo che lui stesso, a sua volta, trasmette al pubblico con risultati sorprendenti.

Salvador Sobral

Il tempo durante il set è trascorso molto velocemente e Salvador Sobral, brano dopo brano, ha dato agli spettatori una dimostrazione convincente delle sue capacità canore realmente originali e della notevole presenza scenica che lo caratterizza. Accompagna il canto con una gestualità spontanea, molto figurativa ed evocativa; a tratti abbandona fisicamente la scena per lasciare spazio, secondo la consuetudine dei concerti jazz, alle improvvisazioni dei solisti che costituiscono la sua band: il giovane ventiduenne svedese Max Agnas al pianoforte ed i veterani lusitani André Rosinha al contrabbasso e Bruno Pedroso alla batteria.

Salvador Sobral

Durante la parte dello spettacolo riservata ai “bis”, il musicista portoghese è ritornato in scena esibendosi prima in un solo al pianoforte con un medley che ha compreso, tra alti accenni, anche una versione quasi completa de “L'anno che verrà” di Lucio Dalla per poi proseguire insieme ai musicisti fino alla conclusiva “Ay Amor” dalla raccolta del 2017 “Exuse Me”.

Salvador Sobral

Secondo una mia abitudine consolidata, quando la musica degli interpreti è riuscita a far breccia nella mia diffidenza musicale, torno dai concerti con qualche cd dei protagonisti e così accaduto anche per Salvador Sobral, il cui cui album “Paris, Lisbona” si aggiungerà a quelli degli altri interpreti musicali portoghesi che custodisco: “Madredeus” e “Frankie Chavez”.

Salvador Sobral

Andrea Guerzoni

(fotografie dell'autore)




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