domenica 23 gennaio 2022

Adolfo Celi

 

Biografia

Nato a Messina, era figlio di Giuseppe Celi (prefetto di Grosseto e di Padova e Senatore del Regno) e di Giulia Mondello. Adolfo Celi crebbe tra la Sicilia e il Nord Italia; tra le sue residenze ci fu anche Padova. Grazie a una cinepresa amatoriale regalatagli dal padre, iniziò a impratichirsi con la ripresa. Nel 1942 s'iscrisse all'Accademia nazionale d'arte drammatica di Roma, dove si diplomò nel 1945 mettendo in scena I giorni della vita di William Saroyan. Negli anni dell'Accademia conobbe, tra i tanti, Vittorio Gassman, Mario Landi e Vittorio Caprioli, che gli trasmisero la passione per il teatro e per il cinema. Fu un grande amico di Renato Baldini.

Nel 1946 venne scritturato per il film Un americano in vacanza di Luigi Zampa, cui seguirono Natale al campo 119 (1947) di Pietro Francisci e Proibito rubare (1948) di Luigi Comencini. Nello stesso anno Aldo Fabrizi gli avanzò una proposta che gli cambiò la vita: la partecipazione al film Emigrantes (1949), girato in Argentina.

Il Brasile

Successivamente spostatosi in Brasile, si appassionò a questa terra, tanto che decise di rimanerci per quindici anni, prima al teatro TBC di San Paolo, poi fondando, con la moglie Tonia Carrero e Paulo Autran, il Teatro Brasileiro de Comédia di San Paolo e la compagnia di prosa "Carrero-Celi-Autran"; agli inizi degli anni cinquanta la produzione cinematografica Vera Cruz affidò inoltre a Celi la regia dei film Caiçara (1950) e Tico-Tico no Fubá (1952).

Celi è considerato tuttora uno dei più importanti registi del Brasile: a lui si deve infatti la definizione di nuovi canoni di sperimentazione teatrale, cinematografica e televisiva, allora agli esordi[1]. In Brasile iniziò anche una carriera di caratterista cinematografico, recitando nei film L'uomo di Rio (1964) e Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (1965), che gli diedero una notorietà internazionale e ne favorirono il ritorno in Italia.

Il ritorno in Italia

Rientrato nei primi anni sessanta, trovò un cinema molto diverso da quello che aveva lasciato e in pieno sviluppo. Si specializzerà nelle parti del "cattivo", sia nei film western o d'azione sia, con una certa autoironia, nelle commedie, dove interpretò frequentemente personaggi malvagi o potenti. A 45 anni era tra i pochi attori italiani che sapessero recitare anche in inglese e grazie alla bravura e alla preparazione professionale venne ingaggiato come protagonista o comprimario in numerosi film internazionali, ottenendo anche il ruolo del villain nella saga dei film James Bond Agente 007 operazione tuono, per poi ottenere ruoli importanti in altri film tra cui: Il tormento e l'estasi (1965) di Carol Reed, Il colonnello Von Ryan (1965) di Mark Robson, Grand Prix (1967) di John Frankenheimer, Masquerade (1967) di Joseph L. Mankiewicz, Il fantasma della libertà (1974) di Luis Buñuel.

Nel 1969 uscì l'unico film italiano da lui diretto, realizzato con i suoi compagni d'accademia Vittorio Gassman e Luciano Lucignani, l'autobiografico L'alibi. In Italia raggiunse l'apice del successo quando entrò a far parte del cast della fortunata trilogia composta da Amici miei (1975), Amici miei - Atto IIº (1982) e Amici miei - Atto IIIº (1985), nei panni del professor Sassaroli, un primario ospedaliero brillante ma annoiato dal lavoro, che si unisce alle allegre "zingarate" di un gruppo di amici fiorentini.

Televisione

Celi nel ruolo di Lord James Brooke nel telefilm Sandokan

Diretto da Daniele D'Anza, nel 1972 interpretò il medico nazista nello sceneggiato Rai Il sospetto; inoltre vestì i panni del poliziotto italo-americano Joe Petrosino nello sceneggiato omonimo mentre, tre anni dopo, interpretò Don Mariano D'Agrò nello sceneggiato L'amaro caso della baronessa di Carini (1975).

Nella memoria del pubblico italiano il suo volto resta legato al ruolo di lord James Brooke, acerrimo nemico della "Tigre di Mompracem", interpretata da Kabir Bedi, nella miniserie televisiva Sandokan (1976), diretta da Sergio Sollima. Sulla scia del successo del personaggio di Brooke, gli venne affidata l'eredità di Giampiero Albertini nello spot della Ignis, noto marchio di elettrodomestici. Nel 1981 prese parte al kolossal storico televisivo inglese I Borgia, in cui interpretò (dopo avere impersonato vari prelati e cardinali) la parte di Rodrigo Borgia, salito al soglio pontificio come Papa Alessandro VI.

Gli ultimi anni e la morte

Tornato al teatro negli anni ottanta, venne ricoverato per infarto la sera della rappresentazione teatrale dei Misteri di Pietroburgo di Dostoevskij al Teatro di Siena. Vittorio Gassman prese il suo posto sul palcoscenico. Il 19 febbraio 1986 Celi morì per un arresto cardiocircolatorio. La morte lo colse precisamente 40 anni dopo quella di suo padre, avvenuta il 19 febbraio 1946. È sepolto nel cimitero monumentale di Messina.
https://it.wikipedia.org/wiki/Adolfo_Celi

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