ALBERTO ZAMBONI
PER TUTTE LE ALTRE DESTINAZIONI
Dal 14 gennaio al 13 febbraio 2022
A cura di Valeria Tassinari
Con la prima mostra del 2022, il Museo MAGI’900 invita il pubblico a
un’immersione nelle atmosfere elusive e sfuggenti dei dipinti di Alberto Zamboni,
artista bolognese che nello spazio Open Box propone un’ampia personale
concepita come un viaggio nella nebbia, verso una linea di orizzonte
sfuggente e onirica, ma sempre guidata dalla luce.
Come sottolinea la curatrice Valeria Tassinari Per tutte le altre destinazioni
“è una mostra pervasa da un profondo romanticismo, concepita come
un’esperienza visiva che trasporta in una dimensione contemplativa e
silenziosa, aprendo intorno allo spettatore spazi di paesaggio in cui
cielo e terra si fondono e avvolgono piccole figure che li attraversano
in controluce. L’esperienza della natura, che i colori riverberano in
tonalità declinate nel verde e nell’azzurro, non è qui proposta come uno
sguardo verso l’esterno, ma come continua ricerca di un rispecchiamento
interiore, in cui il limite non è dato dalla visibilità quanto
piuttosto dall’impossibilità di vedere quell’oltre che, tuttavia, sempre
si intuisce e si cerca.”
Si tratta di una pittura “classica”, sensibile e visionaria, che indaga
l’imprendibile linea di confine tra memoria e realtà in un dialogo di
dissolvenze soffuse tra luce e ombra, visibile e invisibile. Un progetto
di scandaglio del quotidiano, sotto cieli offuscati dove è possibile
riconoscersi nella lenta passeggiata di solitari viandanti di pianura,
ma anche nella sorprendente apparizione dell’elefante di Annibale o
dello Zeppelin che solca il cielo, materializzazioni di storie mitizzate
e oniriche che ancora echeggiano nelle voci sommesse di antichi
narratori.
Come ci racconta l’artista stesso, infatti, “i quadri
sono una serie di visioni che nascono da paesaggi dell’anima, dove
figure in dissolvenza compaiono in un atmosfera senza tempo, corrose
dalla luce che ne sfuma i contorni, sono solo comparse colte in un
attimo, in un breve dialogo apparente o forse in un momento di intima
contemplazione, con lo sguardo rivolto altrove.
Sono
testimonianze di un viaggio, piccolo o grande che sia, sono esposte ad
un confine, tra un territorio reale ed uno immaginario, la luce è una
frontiera, un varco verso l’inesplorato, dove i nostri protagonisti
sembrano destinati.”
A causa delle restrizioni legate alla pandemia la mostra sarà aperta a ingresso gratuito
dal 14 gennaio senza un evento inaugurale. L’artista sarà presente in
mostra il sabato pomeriggio su appuntamento, per incontrare il pubblico e
dialogare con i visitatori che desiderano avvicinarsi alla sua poetica.
L’esposizione introduce un nuovo progetto della curatrice Valeria Tassinari,
che durante la pandemia ha iniziato una serie di visite negli studi per
mappare i luoghi della creatività e della ricerca più appartati, in un
ampio territorio che attraversa, circonda e abbraccia la Pianura Padana.
A queste ricerche e agli artisti che stanno lavorando su una sottile
linea di sintonia poetica, si darà visibilità attraverso una serie di
iniziative, espositive ma non solo, con l’intento di tracciare un
profilo non convenzionale della cultura visiva contemporanea e di
valorizzarne le individualità e le singolarità.
Alberto Zamboni (Bologna,1971) si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Collabora con diverse gallerie d’arte in Italia e all’estero, partecipa a diverse esposizioni pubbliche e residenze artistiche. Ha frequentato diversi studi di artisti, a cominciare da quello del padre Nicola, dove si poteva respirare un’atmosfera creativa fatta di contaminazioni, libertà e soprattutto cogliere la sensazione di potere vivere in maniera alternativa sfruttando i propri talenti, attraverso la propria arte. Oltre a dedicarsi alla pittura, ha suonato la fisarmonica nei Tony Destino e in seguito nei Senza Destino. Continua a dipingere e suonare.
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