venerdì 26 dicembre 2014

Al Lumiére per le feste

Anteprima
The Imitation Game
(USA-GB/2014) di Morten Tyldum (114')
Lunedì 29 dicembre, ore 20.15 - Cinema Lumière, Sala Auditorium

Prentiamo in anteprima bolognese, naturalmente in versione originale con sottotitoli, uno dei titoli più attesi dell'inizio del nuovo anno, applaudito ai festival di Toronto e di Londra, che porta sul grande schermo una delle storie più avvincenti e incredibili del Novecento. Quella pubblica e privata di Alan Turing (interpretato dal camaleontico e talentuoso Benedict Cumberbatch già in odore di Oscar), brillante matematico di Cambridge arruolato durante la Seconda guerra mondiale dall'esercito britannico per decifrate il codice Enigma, ideato dai nazisti per secretare le proprie comunicazioni militari. La macchina elettromeccanica da lui inventata non solo contribuirà ad accorciare la durata della guerra salvando – secondo molti storici – milioni di vite umane, ma porrà le basi della moderna teoria informatica e della costruzione dei primi calcolatori. Un prodigioso talento per i numeri accompagnato, ça va sans dire, da una parallela inettitudine per la convivenza sociale: accusato di omosessualità e costretto alla castrazione chimica, Turing si suicidò del 1952. Il film sarà programmato in tenitura di prima visione a partire dal 1° gennaio 2015.
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Jimmy’s Hall – Una storia d’amore e libertà
(Jimmy’s Hall, GB-Irlanda-Francia/2014) di Ken Loach (109’)
Fino a mercoledì 31 dicembre – Cinema Lumière, Sala Officinema/Mastroianni

L’ultimo film di Ken Loach è un bio-pic dedicato a Jimmy Gralton, giovane e carismatico leader socialista nell’Irlanda degli anni Venti e Trenta; con ironia loachiana, la prassi rivoluzionaria messa in atto da Gralton è l’apertura di un locale di svago – dove si balla, si canta, si tira di boxe, insomma il popolo sta insieme, ed è questo che da sempre fa tremare troni e pulpiti. “Un eroe romantico come se ne vedono ormai di rado, il romanticismo degli eroi 'contro' cari a Ken Loach. Un piccolo mondo perduto e struggente, l’Irlanda rurale degli anni Trenta, che tornava a sperare malgrado le ferite della guerra civile e la depressione. Ma soprattutto un film 'che rimette in discussione il luogo comune secondo cui la sinistra è moribonda, deprimente, ostile all’umorismo, al piacere e al divertiment o', per dirla con il suo regista" (Fabio Ferzetti). Un ritorno ai luoghi, ai temi e alle disillusioni politiche di Il vento che accarezza l’erba, ma con un filo d’indulgenza in più e forse persino un tocco d’affettuoso debito verso Un uomo tranquillo.
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L'amore bugiardo - Gone Girl
(Gone Girl, USA/2014) di David Fincher (145')
Fino a mercoledì 31 dicembre – Cinema Lumière, Sala Scorsese

Tratto dall’avvincente bestseller omonimo, L’amore bugiardo è un viaggio convulso attraverso la moderna cultura dei media e lungo le profonde, oscure linee di frattura di un matrimonio americano, con tutte le sue false promesse, gli inganni inevitabili e l’umorismo cupo. Al centro della storia troviamo l‘ex scrittore newyorkese Nick Dunne e la moglie ed ex ragazza dei suoi desideri Amy, che cercano di sbarcare il lunario nel Midwest americano in piena recessione. La loro storia traccia la sinuosa silhouette della vita di una coppia contemporanea felicemente sposata. Ma il giorno del quinto anniversario di matrimonio, Amy scompare e quella silhouette si sgretola in un labirinto di crepe. Nick, avvolto in una nebbia di comportamenti ambigui, diventa il principale indiziato, mentre la ricerca di Amy segue il suo corso in una cresc ente frenesia mediatica, davanti agli occhi di un mondo assetato di rivelazioni. Dal regista di Seven, Fight Club, Zodiac e The Social Network, “una commedia esistenzialista e bicefala che alterna i punti di vista e rivela il grado zero di una coppia e di un matrimonio dominato dalla paura, il sospetto, il tradimento, il rimorso, la rivalsa” (Marzia Gandolfi).
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Prima visione in lingua originale: Magic in the Moonlight di Woody Allen
Fino a mercoledì 31 dicembre – Sala Cervi (via Riva di Reno 72)

Di nuovo l'Europa degli anni Venti (Ombre e nebbia), di nuovo un mondo di fragili incanti e fraudolenti amanti (Commedia sexy, La maledizione dello scorpione di giada), di nuovo sogno ma forse no (Midnight in Paris): vintage Allen, con immancabili nostalgie? Colin Firth, e non si può non essere felici di vederlo approdare in quel club esclusivo che è la squadra di attori di Woody Allen, chissà perché passa la vita a smascherare falsi occultisti, finché non s’imbatte negli occhioni di Emma Stone, che pretende d’essere in contatto con l’aldilà: e se fosse vero? E soprattutto, se fosse amore? “Tutto il mio ottimismo era un’illusione”… Come è stato scritto, questo film non farà cambiare idea né ai detrattori né ai sostenitori degli ultim i vent’anni della carriera di Allen; resta l’opera di uno dei pochi grandissimi del cui genio possiamo oggi godere.
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Storie pazzesche
(Relatos Salvajes, Argentina-Spagna/2014) di Damián Szifron (122')
Fino a mercoledì 31 dicembre Cinema Lumière, Sala Auditorium

Un ingegnere esperto di demolizioni, la cuoca di una squallida tavola calda, il passeggero di un misterioso aereo, una sposa sconvolta, un magnate a capo di un'oscura negoziazione. Sono solo alcuni dei protagonisti di questa corale dark comedy prodotta da Pedro Almodóvar che raccoglie il meglio del cinema argentino contemporaneo (su tutti un grande Ricardo Darín). Storie di inganni amorosi, ritorni dal passato, tragedie e violenze quotidiane, che spingeranno tutti i personaggi al limite della follia, oltre il sottile confine tra civiltà e barbarie, abbandonandosi all'innegabile piacere della perdita del controllo. Selezionato a sorpresa al Festival di Cannes, è un omaggio all'età dell'oro della commedia all'italiana. Fa ridere di gusto, come non succedeva da anni, ma fa anche riflettere. Un grande film.
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Il Cinema Ritrovato al cinema



Tempi moderni
Al Lumière fino a martedì 9 gennaio. In distribuzione nelle sale italiane
Tempi moderni è il film del Ventesimo secolo”, ha scritto Peter von Bagh. Come nessun altro infatti ha saputo tradurre in sequenze memorabili le ossessioni del Novecento, l’angoscia della modernità, la solitudine dell’uomo gettato in un mondo di cui non sa più padroneggiare gli ingranaggi. A più di ottant'anni dalla sua uscita, un film insuperabile per felicità delle invenzioni comiche, rigore stilistico e profondità del pensiero sociale. È l'ultima apparizione di Chaplin nelle vesti del Vagabondo: Charlot che avvita bulloni in accelerazione convulsa, Charlot a cavalcioni di giganteschi ingranaggi, alienato, disoccupato, sfruttato, anche innamorato e infine sulla strada verso un futuro incerto, ma non più solitario. Un film (quasi) muto girato in epoca pien amente sonora, con uso magistrale degli effetti e delle musiche.
Tempi moderni è per noi il film che, in questo mese di dicembre, chiude un anno di Cinema Ritrovato al cinema. Lo proponiamo in un restauro inedito per l’Italia (e l’Europa) curato dalle edizioni americane Criterion insieme alla Cineteca di Bologna, con un ‘nuovo’ accompagnamento musicale: le musiche sono naturalmente quelle di Chaplin, sottratte però all’usura del tempo e restituite all’originaria limpidezza dall’esecuzione orchestrale registrata nel 2006, diretta da Timothy Brock.
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Martedì 23 dicembre, ore 20.30 e 22.15
Giovedì 25 dicembre, ore 16 (Cineclub per bambini e ragazzi)
Venerdì 26 dicembre, ore 16 (Cineclub per bambini e ragazzi)
Lunedì 29 e martedì 30 dicembre, ore 18.30 e 22.15
Giovedì 1° gennaio, ore 16 (Cineclub per bambini e ragazzi)
Lunedì 5 gennaio, ore 18 e 22.15
Martedì 6 gennaio: ore 16 (Cineclub per bambini e ragazzi), 18 e 22.15








Cineclub per bambini e ragazzi



Appuntamento speciale
Tempi moderni

(Modern Times, USA/1936) di Charlie Chaplin (87’)
Giovedì 25, venerdì 26 dicembre e giovedì 1° gennaio, ore 16 Cinema Lumière
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Doreamon
(Stand by Me Doreamon, Giappone/2014) di Takashi Yamazachi e Ryuichi Yagi (95')

Sabato 27 dicembre, ore 16
 
Cinema Lumière
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Mary Poppins
(USA/1964) di Robert Stevenson (140')

Domenica 28 dicembre, ore 16
 
Cinema Lumière
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Anticipazioni di gennaio

Tutto Kubrick
dall'8 al 21 gennaio

 2001 è un’esperienza di tipo non verbale. Ho cercato di creare un’esperienza visiva che trascendesse i limiti del linguaggio e penetrasse direttamente nel subconscio con la sua carica emotiva e filosofica”: così affermava Stanley Kubrick. È un’ambizione che percorre l’intera sua opera. Un cinema ‘non verbale’, seppur parlatissimo; fatto di lunghi carrelli, di movimenti labirintici che conducono al vicolo cieco del fermo immagine, del fotogramma (o del quadro, o del monolito) congelato; narrato con la paratassi tipica dell’infanzia e dei racconti fondatori, pensato per un pubblico adulto. L’esigenza di Kubrick è naturalmente spettacolare, e lo spettacol o squisitamente esigente. Richiede eyes wide shut. In occasione dell'uscita in prima visione del restauro di Barry Lyndon nell'ambito del progetto 'Il Cinema Ritrovato al cinema', riproponiamo l'opera completa di un maestro del cinema.

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Art City 2015
dal 14 al 28 gennaio

In occasione di Arte Fiera (23-26 gennaio), un programma di visioni tra cinema arte pittura fotografia. Due registi d’eccezione, Mike Leigh e Peter Greenaway, presentano i loro biopic ‘d’autore’: del pittore romantico William Turner e dell’incisore barocco Hendrik Goltzius. Ma c’è anche Alain Fleischer, con il suo colossale documentario dedicato al Louvre Lens. L’esposizione incontra la proiezione. Vedremo strisce di pellicola mangiate dal tempo, colte nel loro scorrimento, o intente a bruciare. Vedremo fotografie ingrandite fino a cogliere la materia di cui sono fatte, corpi raggelati in una danza (di ombre). E poi comiche cubiste, il processo della pittura, e lezioni di storia dell’arte tra Cézanne e Daffy Duck.

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Omaggio a Ingrid Bergmandal 1° al 31 gennaio 
“Faresti tremare qualsiasi montagna” scrisse di lei Woody Guthrie. David O. Selznick le chiese di cambiare cognome in Berriman o Lindstrom, di depilarsi le sopracciglia e di rifarsi i denti. Lei minacciò di tornarsene subito a Stoccolma: aveva solo ventitré anni ma nella vita seppe essere ostinata tanto quanto fu versatile sugli schermi. Fu “il dono più illustre che la Svezia potesse offrire a Hollywood”. Appena prima di partire per l’Italia, per far ruggire i vulcani. Nel centenario della nascita, omaggiamo un’icona del cinema mondiale, fine interprete per Hitchcock, Rossellini, Ingmar Bergman e per classici indimenticabili come Casablanca.

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I mercoledì del documentario21 e 28 gennaio
 Il Vesuvio, luogo unico al mondo con il suo patrimonio di miti, storia, riferimenti letterari, al centro di Sul vulcano, l’ultimo film di Gianfranco Pannone, racconto a più voci sul delicato rapporto uomo-natura. Ha invece la forma del dialogo e del diario intimo La pazza della porta accanto di Antonietta De Lillo, conversazione con la poetessa Alda Merini che racconta la sua tormentata vita privata e artistica parlando di femminilità, amori, maternità, follia e letteratura.



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