Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
DIPARTIMENTO DELLE ARTI
CIMES
presenta,
nell’ambito della nona rassegna “CIMES progetti di cultura attiva 14/15”
e in collaborazione con Festival Focus Jelinek
HAPPENING JELINEK
studiosi e artisti sull’opera di Elfriede Jelinek
una giornata di studi in forma di spettacolo
mercoledì 3 dicembre 2014, ore 15 e ore 21
ai Laboratori delle Arti, via Azzo Gardino 65/a (ora piazz.tta P.P.Pasolini) – Bologna
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero fino esaurimento posti
Il Dipartimento delle Arti dell’università di Bologna dedica una giornata alla drammaturga austriaca Elfriede Jelinek, a cura di Elena Di Gioia e Claudio Longhi, nell’ambito della nona rassegna “CIMES progetti di cultura attiva” e in collaborazione con il Festival Focus Jelinek.
Ai Laboratori delle Arti un appuntamento di riflessione, confronto e spettacolo, con studiosi e artisti, sull’opera dell’artista austriaca.
Mercoledì 3 dicembre 2014, ore 15 ai Laboratori delle Arti:
(S)PETTINARE LA REALTÀ Sulle scritture di Elfriede Jelinek
Coordinano Elena Di Gioia e Claudio Longhi; partecipano Elisa Balboni (traduttrice) e Marcello Soffritti (Università di Bologna), Silke Felber (Forschungsplattform Elfriede Jelinek, Università di Vienna), Gerardo Guccini (Università di Bologna), Herbert Jäger (Forum Austriaco di Cultura), Luigi Reitani (Università di Udine), Rita Svandrlik (Università di Firenze), Testimonianze e performance di Anna Amadori, Ateliersi, Elena Bucci, Fanny & Alexander, Chiara Guidi, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Accademia degli Artefatti, Teatri di Vita, Teatrino Giullare.
“(…) Le testimonianze degli artisti si annodano alle riflessioni di studiosi e traduttori, in cui i gesti creativi si sdoppiano in anatomie analitiche e interpretative, sulle note e sui ritmi di un pensiero che si fa voce, di un linguaggio che si fa musica, di una sintassi che si organizza in danza”. Elena di Gioia
Lo stesso mercoledì 3 dicembre 2014, ore 21 ai Laboratori delle Arti:
DIE SCHUTZBEFOHLENEN / RIFUGIATI COATTI variazioni corali dopo il dramma
Esito finale del laboratorio condotto dal regista Claudio Longhi sul teatro di Elfriede Jelinek, con un gruppo di studenti dell’università di Bologna.
Scrive Longhi: “Sfida rigorosa a tutte le convenzioni e i pregiudizi teatrali comunemente accettati, la scena di Elfriede Jelinek si costruisce come luogo di una negazione assoluta, come terreno radicalmente vergine, disposto esclusivamente a pensarsi come altro da sé. Il laboratorio incentrato su Die Schutzbefohlenen (I rifugiati coatti) – una delle ultime creazioni teatrali dell’autrice tradotta appositamente da Luigi Reitani, costruita su di un abile travestimento del mito eschileo delle Supplici in una letteralmente tragica (o antitragica) cronaca delle carneficine che da mesi si consumano, giorno dopo giorno, nel canale di Sicilia (così come lungo tutti i confini a qualsiasi latitudine diuturnamente attraversati da orde di profughi e migranti) – intende, in particolare, esplorare la paradossale dimensione postdrammatica della strutturatissima drammaturgia jelinekiana, individuando, in particolare, il coro e la sua sfuggente relazione con il solista, quale chiave di volta dello scomodo teatro antiteatrale della ribelle (o rivoluzionaria?) Elfie-Elettra.”
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