sabato 27 agosto 2011

Uomini, sogni, interessi



Andrea Rossi è di Bondeno e si parla qui di seguito del suo esperimento di fusione fredda:
http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/2011/03/21/il-declino-del-nucleare/comment-page-3/

Carlo Basso
Anche a me hanno poi risposto dalla fabbrica e ho potuto parlare (2 ore…aveva bisogno di sfogarsi…) con Andrea Rossi.
La fabbrica era sua, l’ha venduta e con i proventi si è buttato in questa nuova avventura scientifico-industriale.
Si, perchè lui è quello della Petroldragon, l’azienda che negli anni ‘80 produceva “petrolio” da pirolisi di scarti organici, anticipando i biocarburanti e che poi fu chiusa per “smaltimento illegale di rifiuti tossici”
Insomma da una impresa avveniristica all’altra. Speriamo che la seconda non si concluda come la prima…

Dopo averci parlato, escluderei una truffa, ma non ancora un’illusione collettiva.

Il famoso additivo (di cui parlava Focardi) pare in realtà sia un modo di gestire certi parametri fisici nel dispositivo, non una sostanza.

Il dispositivo può funzionare senza alimentazione elettrica, basta dosare la rimozione di calore in modo che l’elemento di nichel resti sopra i 400°C (non ho capito perchè debba restare a questa temperatura per avviare la fusione, ma tant’è). Nell’esperimento pubblico questo è stato fatto solo per poco tempo (nella prima fase), perchè il dispositivo, in queste condizioni, diventa difficile da spegnere.

La prova della fusione sono emissione di raggi gamma di una certa energia (corrispondente a un processo di decadimento del rame), presenza di piccole zone fuse nel nickel, indice di temperature superiori a 1300°, e presenza di tracce di rame e zinco nel nickel, dopo lungo tempo di funzionamento. Anche le quantità dei reagenti in gioco sono troppo piccole per giustificare le energie rilevate: nel dispositivo entra solo 1 grammo di idrogeno al giorno, che ha una potenza chimica di soli 35 watt.

Il dispositivo da 1 MW che sta costruendo, costituito da 100 da 10 kW simili a quello usato per riscaldare la sua fabbrica, non è per dimostrare scientificamente la realtà del fenomeno (come credevo…) ma è un vero e proprio prodotto, un impianto di riscaldamento a fusione, il cui primo esemplare andrà ad una azienda di Atene, che lo pagherà solo dopo aver constatato che funziona. Tecnici dellì’azienda greca si sono recati a Bologna per verifiche, e dopo tutti i controlli hanno dato l’ok alla direzione, quindi le cose sembrano vere. La presentazione dell’impianto avverrà a ottobre e, per allora, mi ha detto presenteranno anche una teoria elaborata per spiegare come avvenga questa fusione a basse temperature e pressioni.

Infine le brutte notizie: dagli esperimenti che ha fatto in questi anni, sembra che la reazione di fusione con l’idrogeno avvenga solo con due isotopi del nickel, che insieme costituiscono il 3,5% del totale di questo metallo. Finiti questi, ciao energia abbondante ed economica da fusione fredda…


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minifiba scrive:
23 marzo 2011 alle 13:31

vedo con piacere che questo post continua oltre quello nuovo. bene.

Andrea Rossi ha venduto la EON di Bondeno nel 2010; i soldi sono andati a finire in America, per la precisione in Florida (nel New Hampshire a qusto punto ci sono solo uffici).

Signori che leggete, vi prego: lasciate perdere le informazioni riassuntive di un solo post; quello che ha telefonato a Focardi, ma rob de matt… Fatevi una bella ricerca da soli, spendete qualche ore di tempo al giorno per una settimana. Non arrendetevi il primo giorno: stanno facendo una cagnara che farebbe passare la voglia anche a un segugio. Dopo capirete.

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