mercoledì 9 marzo 2011

Green social festival

Bologna, 9-12 marzo. Palazzo Re Enzo, Palazzo d'Accursio, Sala Borsa

Circa quaranta fotografie in bianco e nero di James Withlow Delano per un’indagine sul carburante bio-diesel e su un
particolare tipo di produzione, quella che si ottiene dalla coltivazione di una palma prodotta soprattutto in Malesia,secondo produttore al mondo.
La produzione di biodisel è un nuovo mercato che si sta orientando in due direzioni: quella sostenibile in cui vengono utilizzati i rifiuti e gli scarti agricoli e dall’altro lato il biodisel prodotto dalla palma. Questa seconda modalità di produzione, gestito dalle multinazionali, ha avviato uno sfruttamento indiscriminato del territorio usato ormai quasi
esclusivamente come terreno per la piantagione delle palme da cui ricavare il bio-carburante. Così la Foresta Pluviale della Malesia stia progressivamente scomparendo e la popolazione indigena (i "little people") sta perdendo
velocemente la propria terra, la propria casa e la propria vita.
Le straordinarie fotografie di Delano ci raccontano la storia di queste terre martoriate da una modalità di produzione sconsiderata, che sta devastando una popolazione indifesa e un territorio che è una grande risorsa per l’umanità. La
Foresta Pluviale con i suoi 130 milioni di anni, con un patrimonio di piante medicinali ancora sconosciute e che potrebbero offrire nuove cure persino per i tumori, con le sue 200 specie di animali terrestri, tra cui l'homo sapiens, e
oltre 300 specie di uccelli, e 14.500 specie di piante fiorite e alberi, rappresenta un tesoro da proteggere. Invece si sta progressivamente trasformando in un deserto "verde" caratterizzato ormai da una specie arborea esotica (palma
da olio africana), tanta erba, alcune felci e quasi nessun terriccio e, soprattutto, in una risorsa economica per i soliti investitori senza scrupoli.
“A coloro che sostengono il fervido appello del carburante bio-fuel come l’alternativa ecologica al petrolio, io dimostro il contrario. Il bio-fuel non è né ecologico, né alternativo, soprattutto in Malesia. Due popolazioni indigene - piccole in statura, in numero e piccole agli occhi del governo – stanno perdendo o hanno già perso la foresta pluviale, a causa del disboscamento e
definitivamente per la piantagione della palma da olio. La Malesia è il secondo produttore al mondo di questa pianta dopo l’Indonesia, vicina di dimensioni maggiori. Questa statistica impressionante è stata raggiunta a causa del sacrificio involontario delle minoranze etniche.”
James Whitlow Delano

1 commento:

  1. CALVI (BN): Tabacchicoltori Irpini-Sanniti pronti a tagliare l’Italia in due.

    “Se non ci ascoltano saremo pronti a tagliare l’Italia in due, occuperemo le arterie di comunicazioni più importanti, dalle autostrade alle ferrovie. Siamo stanchi di sentirci abbandonati ed incompresi, vittime di faccendieri e mercanti internazionali con la complicità delle associazioni e governi.” –così dichiarano le centinaia di tabacchicoltori campani costituitesi in gruppo di lotta a Calvi in provincia di Benevento con il sostegno di moltissime amministrazioni locali.” Al centro della protesta i tagli drastici del 50-70% del premio di produzione 2010-2011, una sperequazione inaccettabile, il rapporto di negoziazione é di 1:4 tra produttore ed industria manifatturiera, al centro ci sono loro: gli avvoltoi, i commercianti che speculano sulla loro pelle. Sostengono, infatti, semplificativamente, che le industrie manifatturiere acquistano il tabacco direttamente dai rapaci commercianti ad un prezzo medio di Euro 400 per q.le (comprensivo di premio) e quest’ultimi riconoscono al tabacchicoltore l’esigua somma di Euro 100. Le ragioni dell’accesa contestazione, riguardano i tagli che si confondono tra ripartizioni inique, pseudo avvicendamenti colturali, contorte normative e visionari regolamenti. Per renderla esplicita sembra di assistere al gioco delle tre carte al quale partecipano, confusi, non da fumo di tabacco, i poveri allucinati agricoltori. -Al governo, ribadiscono, chiediamo: l’eliminazione della misura 2.14 del P.S.R., il ripristino delle quote di produzione storica e regole chiare. Al momento , continuano, non siamo più in grado di sopravvivere, abbiamo subito perdite d’esercizio spaventose con indebitamenti che graveranno sul futuro dei nostri figli; pertanto, concludono, chiediamo un incontro diretto con il Governo, senza intercessioni convenevoli e di circostanza, per formalizzare le nostre proposte tese a garantire misure di equità economiche e certezze di sopravvivenza.-

    Chi fuma uccide anche te, digli di smettere! Provatelo a dirlo a loro.

    Mary Villano

    PT Agency News

    RispondiElimina

Chiunque può inserire commenti, che sono moderati