Fabrizio Festa - GENIO
Il “sublime” sembra proprio essere il confine tra il mondo e la natura, tra ciò che conosciamo (o crediamo di conoscere) e che quindi ci rappresentiamo come tale, e la realtà, invece, complessa e sfuggente. Un confine emotivo tra ecumene e terra incognita. Alle arti e agli artisti il compito di mappare quella terra di mezzo e magari di trovare modo e strumenti per andare oltre. Chi dunque meglio del “genio”, volatile notturno e dal verso sgraziato e cupo, come ebbe a definirlo Diderot, potrebbe guidarci in questo affascinante, ma anche pericoloso, viaggio? Il genio, già etimologicamente, ci riporta alla natura. E’ ribelle in quanto insofferente di quelle leggi che difendono il mondo proprio dallo strapotere del naturale. Scatena passioni irrefrenabili, provoca emozioni telluriche, ma soprattutto desta quanto di naturale è in noi. Tra magia e menzogna, tra talento e inganno, i l genio è una delle figure della modernità, pur le sue radici affondando in un mondo antichissimo, quello di cui si è persa persino la memoria.
A cura di Fondazione Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara
Il “sublime” sembra proprio essere il confine tra il mondo e la natura, tra ciò che conosciamo (o crediamo di conoscere) e che quindi ci rappresentiamo come tale, e la realtà, invece, complessa e sfuggente. Un confine emotivo tra ecumene e terra incognita. Alle arti e agli artisti il compito di mappare quella terra di mezzo e magari di trovare modo e strumenti per andare oltre. Chi dunque meglio del “genio”, volatile notturno e dal verso sgraziato e cupo, come ebbe a definirlo Diderot, potrebbe guidarci in questo affascinante, ma anche pericoloso, viaggio? Il genio, già etimologicamente, ci riporta alla natura. E’ ribelle in quanto insofferente di quelle leggi che difendono il mondo proprio dallo strapotere del naturale. Scatena passioni irrefrenabili, provoca emozioni telluriche, ma soprattutto desta quanto di naturale è in noi. Tra magia e menzogna, tra talento e inganno, i l genio è una delle figure della modernità, pur le sue radici affondando in un mondo antichissimo, quello di cui si è persa persino la memoria.
A cura di Fondazione Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara
presso Biblioteca Ariostea
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