- DANZARE IL NĀTYA
Teatro-danza
indiano: la tradizione oggi
- convegno internazionale e spettacolo di e con Priyadarsini Govind
giovedì 10 aprile 2014
ai Laboratori delle Arti, via Azzo Gardino 65/a - Bologna
INGRESSO
LIBERO fino esaurimento posti
Priyadarsini
Govind,
una delle più importanti danzatrici di bhārathanāṭyam, la più
antica forma di teatro danza sacra indiana, sarà ospite del
Dipartimento delle Arti in tre momenti: una serata
di spettacolo dimostrativo
di questa splendida arte, preceduta da un
convegno internazionale,
entrambi ad ingresso libero. L’artista condurrà inoltre un
laboratorio
gratuito, riservato agli studenti dell’università di Bologna.
Il
progetto “Danzare il Nātya”, a cura di Giovanni Azzaroni, Matteo
Casari, Giuditta de Concini, è realizzato dal Centro La Soffitta del
Dipartimento delle Arti dell’università di Bologna In
collaborazione con il Corso di laurea Magistrale in Lingue e culture
dell’Asia e dell’Africa – Università di Bologna e con
l’Associazione Culturale Jaya. Con il patrocinio del Consolato
Generale dell’India a Milano.
Giovedì
10 aprile ore 9.30-18 nell’auditorium ai Laboratori delle Arti:
DANZARE
IL NĀTYA convegno
internazionale di studi
Il
convegno è dedicato a Giorgio Renato Franci (1933-2012) già
docente di Filosofia dell’India e dell’Asia Orientale e direttore
del Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali all’università
di Bologna.
Il convegno sarà aperto dai saluti del console generale dell’India a Milano, Manish Prabhat.
Intervengono:
Sara Azzarelli, Giovanni Azzaroni, Shilpa Bertuletti, Giuseppe
Chierichetti, Pietro Chierichetti, Vito Di Bernardi, Giuditta de
Concini, Monica Gallarate, Priyadarsini Govind, Katia Légeret
Manochaya, Saverio Marchignoli, Cristiana Natali | coordina Matteo
Casari
|
Tradizione
e modernità sono i due poli attorno ai quali si svilupperà il
convegno internazionale dedicato al teatro danza indiano, nonché ai
rapporti e alle “visioni” occidentali. Pratiche performative e
teorie strutturali relative agli innumerevoli generi di teatro danza
dell’India saranno indagate per cercare di evidenziarne la
straordinaria filosofia e l’ineludibile apporto alle arti
performative, con particolare riguardo al bhārathanāṭyam,
reso tangibile e nobilitato dalla partecipazione di Priyadarsini
Govind.
giovedì
10 aprile, ore 21 nel teatro ai Laboratori delle Arti:
VISUALIZATION
THROUGH DANCE
Dimostrazione-spettacolo
di Priyadarsini
Govind
Il
bhārathanāṭyam è la più antica forma di teatro danza sacra
originaria del Sud dell’India. Le sue origini risalgono addirittura
al secondo millennio a.C. e attingono al repertorio mitico hindu, in
cui le gesta degli dèi vengono riproposte con un preciso linguaggio
corporeo, codificato agli inizi della nostra era nel Nāţyasastra,
un ampio trattato sulle arti del dramma, della musica e della danza.
La tradizione conferisce al bhārathanāţyam origini divine e, non a
caso, in India una delle divinità più importanti (soprattutto nel
sud del subcontinente) è Ṥiva, il danzatore cosmico, ossia Ṥiva
Naţāraja, il Signore della danza. Attualmente milioni di devoti non
riescono a concepire la vita dell’universo senza l’energia
sprigionata dalla danza del dio.
La danzatrice o il danzatore, attraverso i movimenti e l’espressività del proprio corpo, racconta storie di dèi e di uomini. La vita in tutte le sue forme viene rappresentata attraverso questa meravigliosa forma di yoga in movimento che coinvolge corpo, mente e spirito. Alcune delle caratteristiche principali di questo stile sono la perfetta geometria delle linee del corpo, la velocità e la ricchezza ritmica, combinati con un elaborato linguaggio delle mani (mudrā) e una raffinata mimica del volto (abhinaya). Questa pratica assume oggi un particolare valore, non solo teatrale ed estetico, ma anche antropologico, rappresentando una tradizione codificata nei minimi dettagli e allo stesso tempo una corrente culturale transnazionale che pone continue domande ontologiche sulla danza, sulla cultura, sulla globalità.
La danzatrice o il danzatore, attraverso i movimenti e l’espressività del proprio corpo, racconta storie di dèi e di uomini. La vita in tutte le sue forme viene rappresentata attraverso questa meravigliosa forma di yoga in movimento che coinvolge corpo, mente e spirito. Alcune delle caratteristiche principali di questo stile sono la perfetta geometria delle linee del corpo, la velocità e la ricchezza ritmica, combinati con un elaborato linguaggio delle mani (mudrā) e una raffinata mimica del volto (abhinaya). Questa pratica assume oggi un particolare valore, non solo teatrale ed estetico, ma anche antropologico, rappresentando una tradizione codificata nei minimi dettagli e allo stesso tempo una corrente culturale transnazionale che pone continue domande ontologiche sulla danza, sulla cultura, sulla globalità.
PRIYADARSINI
GOVIND è una delle più
importanti danzatrici di bhārathanāṭyam della generazione
attuale. È un’artista conosciuta per la sua aderenza alla
tradizione e al tempo stesso abbraccia senza sforzo il contemporaneo.
Laureata in Economia e Commercio e in Comunicazione di Massa
all’Università di Madras, inizia a formarsi come danzatrice
all’età di 6 anni. Inizialmente sotto la guida della maestra Usha,
si specializza poi in abhinaya con la maestra Kalanidhi Narayanan,
insignita del prestigioso titolo onorifico di ‘Padma Bhushan’. Si
perfeziona poi con Guru Swamimalai K. Rajaratnam, esponente della
scuola Vazhvoor.
Dall’età
di 16 anni danza in pubblico nei maggiori teatri indiani e del mondo.
Dal 2013 è direttrice di Kalakshetra, la più prestigiosa accademia
indiana di danza fondata da Rukmini Devi a Chennai (India).
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