Due sono le nazioni su cui si è concentrata l’attenzione della 48° edizione della Mostra del
Nuovo Cinema di Pesaro: la Germania e soprattutto il nostro paese. Infatti oltre che attraverso
una completa retrospettiva dell’opera di Nanni Moretti (protagonista del 26° Evento
Speciale, v. più sotto), la sezione “Il cinema documentario oggi: l’Italia allo specchio”, la maggiore
quest’anno del Festival, si propone di disegnare un ritratto dell’Italia contemporanea tramite
un’ampia scelta di “documentari di creazione” (da distinguere nettamente dai reportage
televisivi di natura informativa) che analizzano alcune dei problemi e dei principali eventi
degli ultimi cinque anni: dal terremoto a l’Aquila e altri disastri naturali alla scuola, dall’emigrazione
alla crisi economica e all’emergenza abitativa solo per ricordare i principali. Sarà
quindi un’edizione dedicata in gran parte al cinema nostrano con un corposo focus sulla “non
fiction” che sembrerebbe essere diventata uno dei maggiori terreni di sperimentazione nel
campo audiovisivo contemporaneo. Se non addirittura il principale, visto che le cifre della produzione
documentaria sono veramente sorprendenti: 359 opere nel 2008, 373 nel 2009, 485 nel
2010, 519 nel 2011 - e ciò a dispetto di una crisi economica generalizzata, in particolare, nel settore
dello spettacolo. Dunque di boom si tratta, probabilmente dovuto – come si dice nel volume
pubblicato in occasione del Festival (Il reale allo specchio a cura di Giovanni Spagnoletti) –
«oltre che all’attrazione per i bassi costi, specie tra i più giovani, proprio a un disperato bisogno
di cercare nuove strade sia sul piano linguistico che su quello dei contenuti». Se continua
a sopravvivere l’idea che il documentario (identificato popolarmente con il semplice prodotto
didattico per la tv) costituisca una sorta di serie B nel campionato dell’audiovisivo, molto più
vera è, invece, l’affermazione che il doc di creazione costituisca oggi il principale campo di rinnovamento
per tutto il cinema tout court in particolare quello a low budget. L’idea con cui
selezionare il mare magnum dell’attuale documentario italiano, è stata quindi, come si accennava,
quella di mettere sotto osservazione i temi dell’attuale situazione politico-sociale senza
ridurla ai suoi protagonisti – quindi nessun lavoro (e non ne mancano di certo) ad personam,
ad esempio su Silvio Berlusconi o altri personaggi politici, né sui tantissimi altri aspetti culturali,
storici, personali e biografici in Italia e all’estero di cui si occupa il doc italiano contemporaneo.
E nell’analizzare le trasformazioni, i problemi e gli epifenomeni della vita del nostro
Paese si sono scelti quei lavori che, a nostro avviso, hanno prestato la massima attenzione
all’originalità e all’innovazione stilistica con cui vengono trattati i contenuti. Dobbiamo anche
confessare un nostro particolare rimpianto ed imbarazzo per numerose opere escluse: la grande
quantità di ottimo materiale visionato sarebbe potuto servire per una rassegna due, tre
volte più corposa e, quindi, la selezione purtroppo si è dovuta “sacrificare” piegandosi alle esigenze
degli spazi di proiezione e del nostro budget sempre più risicato.
E passiamo alla Germania, secondo paese al centro delle attenzioni della Mostra 2012: mezzo
secolo fa, nel 1962 alle Giornate del Cortometraggio di Oberhausen 26 giovani filmmaker di
Monaco sottoscrivevano un manifesto con cui tradizionalmente si fa iniziare la Neue Welle,
la “nuova onda” del cinema tedesco. Per ricordare quel fondamentale momento storico di
rinascita artistica in Germania e in Europa, in collaborazione con il Festival di Oberhausen, la
Mostra di Pesaro, nata tre anni dopo, presenta una ricca selezione di tre programmi di cortometraggi
e un quarto con un piccolo capolavoro di lm oggi riscoperto: Die Parallelstraße (La
strada parallela, 1959-1962) diretto da un regista di vaglia caduto nel dimenticatoio,
Ferdinand Khittl, di cui Pesaro presenta anche due altri suoi lavori di cortometraggio. Quasi
sempre incentratati sulla critica politico-sociale o sull’arte, le opere qui presentate costituiscono
uno spettro di un nuovo panorama artistico in itinere che di lì a qualche tempo sarebbe
diventato quel fenomeno di portata storica poi chiamato “Nuovo Cinema Tedesco”. Oltre ai
lavori dei più noti firmatari del Manifesto come Alexander Kluge e Edgar Reitz, segnaliamo,
tra gli altri, la presenza di due corti di autori che indipendentemente dal Manifesto stavano
iniziando allora la loro carriera: Machorka-Muff (1962), debutto alla regia del francese Jean-
Marie Straub allora esule nella RFT, e il surreale Maßnahmen gegen Fanatiker (1968) di Werner
Herzog. Per marcare la continuità con quella esperienza, l’apertura del Festival in Piazza è
affidata a uno degli autori che ha raccolto la sfida artistica di quel lontano Manifesto ad
Oberhausen: Christian Petzold con il suo Barbara, recente vincitore dell’Orso d’Argento per la
migliore regia alla Berlinale del 2012.
In linea con la sempre maggiore richiesta da parte non solo di studenti e di addetti ai lavori
ma anche di comuni spettatori, la Mostra di Pesaro, da anni impegnata anche nella produzione
di doc sulle iniziative dell’Evento Italiano, apre ora una finestra (che intendiamo ampliare
in futuro) sul lavoro di chi il cinema lo realizza in prima persona. Con il titolo “Come fare un
documentario e sopravvivere felici”, il festival organizza un workshop a numero chiuso diretto
da Gianfranco Pannone (uno dei nostri maggiori autori di non fiction) con l’obiettivo di far
sperimentare, attraverso un percorso pratico, ai partecipanti l’intero processo di realizzazione
di un doc dalla sua ideazione, alla produzione, all’editing. “Pesaro 2012: la rappresentazione
visiva e sonora di una città e del suo festival” costituisce il soggetto del lavoro da realizzare
che verrà presentato la sera conclusiva del Festival, il 1 luglio in Piazza. Sarà invece dedicato
all’animazione il workshop che il grande illustratore marchigiano Simone Massi (appena vincitore
del David di Donatello per il miglior cortometraggio) terrà in un incontro, condotto dal
critico Fabrizio Tassi, e aperto a tutto il pubblico dellaMostra – un’eccellente occasione per scoprire
un grande talento che lavora attraverso una tecnica assolutamente unica e originale. A
introduzione del workshop verranno proiettati tutti i suoi lavori di animazione.
Giunto alla nona edizione, il Concorso “Pesaro Nuovo Cinema - Premio Lino Micciché”
(PNC), vuole offrire una piccola ma speriamo agguerrita selezione di opere prime o seconde,
provenienti da quelli che consideriamo i luoghi “caldi” della produzione cinematografica
mondiale, spesso, da paesi che abbiamo approfondito nelle precedenti monografie nazionali.
E così da Israele (Sharqiya di Ami Livne) al Cile (La Jubilada//The Retired di Jairo Boisier
Olvale), dalla Thailandia (In April the Following Year ThereWas a Fire diWichanon Somumjarn)
alla Germania (Unten Mitte Kinn/Lower Upper Cut di Nicolas Wackerbarth), dal Giappone
(Tokyo Playboy Club di Yosuke Okuda) e la Bosnia (Djeca/Children of Sarajevo di Aida Begic) al
nostro paese (Un consiglio a Dio di Sandro Dionisio), abbiamo provato a disegnare ancora una
volta la variegata mappa di un cinema giovane nei contenuti e nelle soluzioni stilistiche. Con
una differenza rispetto alle scorse edizioni, che questa volta la vecchia Europa non è più la
cenerentola della selezione mentre per la prima volta l’Italia è presente in Concorso con un
film di (semi)finzione. Se rispettivamente la giuria professionale e quella composta da studenti
dell’Università “Carlo Bo” sceglierà il vincitore tra le opere del PNC, il PremioAmnesty
Italia – Cinema e Diritti Umani segnalerà, invece, in tutto il cartellone del Festival, il film che
meglio coniuga i molteplici temi relativi ai diritti umani.
Le proiezioni “Open air” del Festival iniziano la sera con il “Cinema in Piazza” dove proiettiamo
quei film di tutte le sezioni più adatti ad un pubblico non specializzato, e si concludono
a notte fonda con il “Dopofestival” curato da Antonio Pezzuto che da quest’anno cambia
nome diventando più congruamente “Round Midnight”. Alterazioni Video, César
Meneghetti, Antonietta De Lillo (anche presidentessa di Giuria del Concorso) e il “film partecipato”,
una selezioni di titoli in collaborazione (che prosegue già da anni) con il festival
parigino Signes de nuit, rappresentano quattro percorsi diversi per raccontare come il reale
possa direttamente incidere sulla elaborazione artistica. Quattro notti nel cortile di Palazzo
Gradari che iniziano con il programma dedicato ad Alterazioni Video, gruppo nato a Milano
nel 2004, network internazionale che contamina i linguaggi dell’arte con le pratiche dell’attivismo
politico. Le loro opere nascono dalla collaborazione, così come dalle relazioni nascono
i cosiddetti “film partecipati” realizzati grazie al coordinamento di Antonietta De Lillo e dei
quali verranno mostrati materiali grezzi, piccoli film di racconto del reale che hanno permesso
la costruzione del doc Il pranzo di Natale (2010) oltre ad alcune interviste per un nuovo progetto
in divenire, Oggi insieme domani anche, dedicato all’amore. Dal documentario infine proviene
anche CésarMeneghetti, artista brasiliano che vive tra Roma e San Paolo, del quale proporremo
una retrospettiva dei lavori video (meno noti rispetto all’attività di documentarista
insieme a Elisabetta Pandimiglio), partendo dall’esordio di Video sketch n. 5 (1989).
Il 28° Evento Speciale sul cinema italiano, organizzato con Cinecittà Luce e il Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, si incentra sull’opera di Nanni Moretti,
autore particolarmente significativo della generazione di mezzo del nostro cinema, promotore e
innovatore con le sue idee e iniziative di tanto cinema italiano impegnato di ieri e di oggi.Moretti
interverrà sabato 30 giugno al festival in un incontro-intervista con Bruno Torri e Vito Zagarrio
(curatore della retrospettiva e di un volume dedicato al nostro autore) e in alcune presentazioni
in sala dei suoi lavori. Tra le “chicche” della retrospettiva segnaliamo i suoi primi lavori girati in
Super 8 (e non ripubblicati in DVD), tre mediometraggi quasi invisibili: La sconfitta, Paté de bourgeois
e Come parli frate? oltre al suo primo lungometraggio (restaurato) Io sono un autarchico.
Completano il programma dellaMostra una serie di iniziative con istituzioni locali e regionali
di grande prestigio: la presentazione del progetto video “Spazio vuoto / Tempo dell’attesa”
del LEMS Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale di Pesaro; il Premio
CineMarche Giovani 2012 (alla seconda edizione) dedicato ai cortometraggi, di ogni genere e
tecnica, di durata massima di 3 minuti e realizzati da giovani entro i 30 anni d’età attivi nelle
Marche; la video-istallazione degli allievi del corso di Perfezionamento della Scuola del libro
di Urbino nella saletta del Teatro Sperimentale e la campagna di campagna di guerrilla marketing
premiata con una borsa di studio e organizzata dagli studenti dell’Università degli
Studi di Urbino “Carlo Bo” (sede di Pesaro).
Last but not least: una selezione esaustiva del Festival verrà ripetuta all’interno della manifestazione
“I grandi festival” nell’arena di Piazza Vittorio a Roma, per l’ottavo anno consecutivo
in collaborazione con ANEC Lazio.
Nessun commento:
Posta un commento
Chiunque può inserire commenti, che sono moderati