Walter Chappell. Eternal
Impermanence
13 settembre 2013 – 2 febbraio 2014
Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino
Stan
Tomita,
Ritratto di Walter Chappell
Oahu,
Hawaii, 1977 ©
Stan Tomita
|
Si inaugura
venerdì
13 settembre 2013,
negli spazi espositivi dell’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena,
Walter
Chappell. Eternal Impermanence,
una retrospettiva dedicata al fotografo americano Walter Chappell,
fra i protagonisti più controversi della fotografia americana del XX
secolo, la cui opera, intensamente provocatoria così come la sua
vita, è rimasta celata a lungo.
La visione
unica di Chappell, capace di trascendere il tempo e i soggetti
ritratti, sarà presentata in anteprima mondiale attraverso un’ampia
ricognizione: oltre 150 fotografie vintage, realizzate tra gli anni
Cinquanta e i primi anni Ottanta, e la maquette originale di World
of Flesh,
libro rifiutato da vari editori americani – e dunque mai pubblicato
– perché ritenuto all’epoca troppo esplicito nella sua
celebrazione della vita e della natura. La mostra, prodotta da
Fondazione Fotografia Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di
Modena, è a cura di Filippo Maggia.
Il pensiero
e la visione del mondo di Walter Chappell (1925-2000) muovono dalle
ricerche spirituali ed intimiste sviluppate tra gli anni Cinquanta e
Settanta da artisti come Minor White, di cui Chappell fu allievo, e
Paul Caponigro, per poi approdare a un territorio personalissimo, in
cui la fotografia diventa la narrazione di un’esperienza di vita a
stretto contatto con la natura e il mondo, intesi come campo d’azione
e specialmente d’interazione.
Prototipo
dell’artista hippie, Chappell ha sempre rifiutato il concetto di
arte come business, tenendosi lontano da gallerie e circuiti
commerciali. Ha condotto un’esistenza appartata, bohemien e
primitiva, all’insegna della celebrazione dell’amore come energia
che regola il cosmo e della vita come flusso ciclico, nella sua
fattoria di Velarde, nel New Mexico, costante approdo di artisti e
figli dei fiori.
La carriera
di Chappell nel campo della fotografia d’arte prende avvio
dall’intuizione di una realtà più profonda combinata con una
tecnica fotografica estremamente precisa, che culmina in ciò che lui
stesso definisce camera
vision.
Spirito curioso e anticipatore dei tempi, Chappell ha fotografato
numerosi soggetti, ma a stimolare più di ogni altra cosa la sua
visione interiore è stata la natura evocativa del corpo umano,
spesso in associazione alle forme del paesaggio e della vegetazione.
Proseguendo nella sua ricerca, Chappell ha cercato di comprendere
l’origine del flusso creativo, di quell’energia che scorre
attraverso le cose e le collega come un filo sottile, dando loro
senso. Parallelamente, i suoi soggetti fotografici divengono sempre
più connessi fra loro e meno differenziati. Le scoperte di Chappell
possono esprimersi in un autoritratto riflesso sul vetro di una
finestra o negli infiniti riflessi della luce che danza sulla
superficie dell’acqua, nella carne palpitante del ventre di una
donna che partorisce una nuova vita, o, ancora, nei movimenti
aggraziati della terra erosa dal tempo.
Benché le
sue radici affondino nella tradizione degli equivalenti di Stieglitz,
molti considerano Chappell un pioniere al di fuori di ogni
convenzione, creatore di una visione unica del paesaggio naturale,
quel mondo che per tutta la vita ha amato fotografare e abitare.
L’oggetto principale dei suoi interessi, nella vita come nell’arte,
è stato il rapporto fra realtà e creazione, insieme al desiderio di
esprimere efficacemente l’essenza di questi fondamenti filosofici
attraverso il mezzo fotografico.
La
retrospettiva Walter
Chappell. Eternal Impermanence
sarà inaugurata in occasione del Festivalfilosofia, che si svolgerà
dal 13 al 15 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo e sarà dedicato al
tema “amare”.
La mostra è
accompagnata da un catalogo edito da Skira, corredato da tutte le
immagini delle opere in mostra e da testi critici di approfondimento.
In occasione della mostra è stata inoltre pubblicata e tradotta in
italiano, sempre da Skira, la lunga intervista a Walter Chappell
realizzata dal figlio Aryan, che ne raccolse le memorie biografiche
poco prima della morte.
--
Note biografiche
Nato nel
1925 a Portland, nell’Oregon, Chappell studia architettura,
pianoforte e composizione musicale. Nel 1942, durante un’escursione
sciistica sul Mount St. Helens, nello stato di Washington, conosce
Minor White con il quale stringe una profonda amicizia e avvia un
rapporto creativo destinato a durare tutta la vita.
Nel 1957 si
stabilisce a Rochester, New York, dove studia tecniche di stampa
sotto la guida di White e poi accetta l’incarico di curatore presso
la George Eastman House con Beaumont Newhall. Collabora poi con la
rivista “Aperture”, importante pubblicazione di fotografia
artistica diretta da White, sia in qualità di fotografo sia di
autore. La rivista si propone di sostenere una nuova cultura
fotografica che si sviluppi come forma artistica tout-court e non sia
a servizio di scopi commerciali o documentativi.
Nel 1962,
insieme ad altri importanti artisti di New York, tra i quali Paul
Caponigro, fonda la Association of Heliographers di cui mantiene la
direzione fino al 1965.
Nel 1963 si
trasferisce in California, dove gli viene commissionata una serie di
ritratti a Sharon Tate, Elizabeth Taylor e Richard Burton. Questo
lavoro segna una svolta nella sua ricerca, da quel momento in poi
sempre più attratta dal corpo umano e dalla sua corrispondenza con
le forme della natura.
Trascorre
lunghi periodi nella West Coast (Los Angeles, Big Sur, San
Francisco), nelle isole Hawaii e nel New Mexico, dove si stabilisce
nel 1980. Dal suo studio in quella terra incantata continua a
organizzare conferenze e workshop, a fare mostre, a viaggiare e
compiere spedizioni fotografiche.
Nei primi
anni ’70 intraprende una lunga sperimentazione con la fotografia
elettronica, fotografando piante attraverso una speciale tecnica ad
alto voltaggio. Il lavoro verrà presentato nel portfolio “Metaflora”
nel 1980. Proseguendo su questo filone stilistico, Chappell continua
a dedicarsi alla fotografia, concentrandosi sulla forme naturali e
del corpo umano, curando workshop fotografici di nudo in natura.
Durante i
circa 45 anni di carriera ottiene per tre volte il “Photographer’s
Fellowship” del National Endowment for the Arts. Nel 1999 il
governatorato del New Mexico gli conferisce il prestigioso premio per
l’eccellenza nelle arti.
Le
opere di Walter Chappell sono incluse in numerose importanti
collezioni: the Museum of Modern Art (New York); the International
Museum of Photography at George Eastman House (Rochester, New York);
Library of Congress (Washington); Museum of Art, Stanford University
(Palo Alto, California); Metro Goldwyn Mayer Studio (Culver City,
California).
Scheda
tecnica della mostra
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titoloWALTER CHAPPELLEternal Impermanencea cura diFilippo Maggiapromossa daFondazione Fotografia ModenaFondazione Cassa di Risparmio di Modenasponsordate13 settembre 2013 – 2 febbraio 2014sede espositivaex Ospedale Sant’AgostinoModena, Largo Porta Sant’Agostino 228inaugurazionevenerdì 13 aprile 2013press previewgiovedì 12 aprile, ore 11.00orari di aperturamartedì-venerdì 11-13 e 15.30-19sabato, domenica e festivi 11-20in occasione del festivalfilosofiavenerdì 13 settembre dalle 9 alle 23sabato 14 settembre dalle 9 alle 2domenica 15 settembre dalle 9 alle 22biglietto d’ingresso: € 5,00ingresso gratuito tutti i martedìe durante i giorni del festivalfilosofiaCatalogoWALTER CHAPPELLa cura di Filippo Maggiapagine 110, in bianco e neroSkira, 2013infoFondazione Fotografia ModenaFondazione Cassa di Risparmio di ModenaTel 059 239888 | 335 1621739
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