La mostra, dedicata al celebre artista americano Ad
Reinhardt (New York, 1913-1967), presenta per la prima volta in
un’istituzione
italiana un aspetto ancora poco studiato del suo lavoro: l’artista
infatti è noto principalmente come pittore astratto per i suoi black paintings,
tele minimaliste venerate da un nutrito gruppo di artisti più giovani
tra cui Sol LeWitt, Frank Stella e Joseph Kosuth. Questa esposizione
raccoglie invece oltre 250 opere tra fumetti a sfondo politico e vignette satiriche selezionati
dagli archivi dell’Estate of Ad Reinhardt di New York. I lavori su carta sono
accompagnati da una proiezione di diapositive scattate dall'artista in 35mm e
ora digitalizzate, nonché da un considerevole numero di diari di viaggio,
schizzi e pamphlet.
Ad Reinhardt. Arte + Satira è realizzata in collaborazione con Ad Reinhardt Foundation, New York, e Mudam Luxembourg, e con un ringraziamento
particolare a David Zwirner, New
York/London/Hong Kong.
Galleria Civica di Modena fa parte dall’ottobre scorso – insieme a Museo della Figurina e Fondazione Fotografia Modena – di FONDAZIONE
MODENA ARTI VISIVE, istituzione diretta da Diana Baldon e dedicata alla
presentazione e alla promozione dell'arte e delle culture visive contemporanee.
Museo della Figurina di Modena
RispondiEliminaPalazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103
Venerdì 2 marzo 2018 al Museo della Figurina di Modena inaugura World Masterpiece Theater. Dalla letteratura occidentale all'animazione giapponese, a cura di Francesca Fontana. Si tratta dell’ultimo episodio della serie di mostre 80-90. Televisione, musica e sport in figurina, percorso espositivo ideato da Thelma Gramolelli, iniziato nel 2014 per indagare un periodo cruciale della storia della figurina, caratterizzato dall'irrompere della televisione commerciale nei diversi ambiti della vita sociale. Negli anni Ottanta e Novanta, infatti, i cartoni animati giapponesi compirono una vera e propria rivoluzione estetica e narrativa che ha influenzato generazioni di bambini, oggi trentenni e quarantenni, anche mediante il merchandising delle figurine.
Il World Masterpiece Theater ovvero il Teatro dei capolavori del mondo (dal giapponese Sekai meisaku gekijō) è stato un fortunatissimo ciclo di cartoni animati prodotto dalla Nippon Animation dal 1975 fino al 1997. Lo stile Meisaku era caratterizzato da cura minuziosa dei dettagli e qualità grafica superiore rispetto agli anime coevi, ma soprattutto dal fatto che fosse basato sulla letteratura occidentale per ragazzi. L’intenzione era dichiaratamente educativa: oltre ad istruire gli spettatori nipponici su paesaggi, architetture, usi e costumi occidentali, offriva loro una profonda analisi psicologica dei protagonisti che, come nei romanzi, erano spesso orfani e affrontavano prove difficilissime che consentivano loro di acquisire le competenze necessarie per diventare adulti rispettabili, capaci e altruisti.
Precursore del progetto è il celeberrimo Heidi, creato da Isao Takahata e Hayao Miyazaki nel 1974, che, a causa degli alti costi, porta al fallimento della casa di produzione Zuiyo Eizo, costretta a scindersi in due distinte società, una delle quali sarà la Nippon Animation. Tra i cartoni più amati di fine anni Settanta e inizio anni Ottanta si possono ricordare Marco. Dagli Appennini alle Ande (1976), tratto dal libro Cuore, Anna dai capelli rossi (1979), Tom story (1980) tratto da Le avventure di Tom Sawyer, Flo, la piccola Robinson (1981), Lucy-May (1982), Là sui monti con Annette (1983). Dal 1986 al 1993 la veste grafica degli anime subisce una trasformazione e i colori si fanno più vivaci e intensi, come si può notare in Pollyanna (1986), in Una per tutte, tutte per una (1987), trasposizione animata del romanzo Piccole Donne e Peter Pan (1989).
Soprattutto nel corso degli anni Ottanta e prima metà degli anni Novanta, l’Italia contribuisce al successo dei cartoni animati del World Masterpiece Theater, testimoniato dalla popolarità crescente degli album di figurine a essi dedicati. Il progetto si conclude ufficialmente il 23 marzo 1997 per essere poi solo temporaneamente recuperato negli anni Duemila con alcune anime tra cui Sorridi, piccola Anna (2009), basato sul romanzo prequel che descrive i primi undici anni di vita di Anna Shirley.