Mercoledì 14 marzo – ore 20.30 – Ferrara Musica continua la stagione 2017/2018 con uno dei suoi appuntamenti più attesi, che si preannuncia quasicompletamente sold-out: ne sarà la protagonista la Mahler Chamber Orchestra, sul podio il direttore francese François-Xavier Roth, solista il violoncellista Jean-Guihen Queyras.
Per
molti anni orchestra residente di Ferrara Musica – a cui tuttora è
legata da un solido e stretto rapporto di collaborazione, la Mahler Chamber Orchestra è stata fondata nel 1997 da Claudio Abbado ed
è uno degli ensemble più affermati nel panorama internazionale. Con
Roth - direttore dal 2015 dell’Oper Köln e della Gürzenich Orchestra,
fondatore dell’ensemble Les Siècles e da quest’anno direttore ospite
principale della London Symphony Orchestra - l’orchestra ha già lavorato
nel 2017 al Festival di Lucerna, sviluppando un percorso che proseguirà
anche nelle prossime stagioni.
Il
programma della serata oscilla sull’asse Austria-Ungheria tra Sette e
Novecento, proponendo pagine di Béla Bartók e Franz Joseph Haydn. In
apertura le Danze popolari rumene Sz. 68 di Bartók,
nella versione per soli archi: scritte nel 1915 dal compositore
magiaro, appartengono a quella fase di scoperta e rivisitazione del
patrimonio folclorico dell’est Europa, che tanto aveva impegnato e
interessato Bartók a partire dal 1906, anno di pubblicazione della
raccolta di Canti popolari ungheresi. A seguire il Secondo Concerto per violoncello e orchestra in re maggiore Hob. VIIb:2 di Haydn,
opera risalente al 1783 e composta per il violoncellista boemo Anton
Kraft – dal 1778 al 1790 primo violoncello dell’orchestra del principe
Nikolaus Esterhàzy – a cui l’opera fu attribuita fino al 1951 quando fu
rinvenuta la partitura autografa di Haydn. Interprete ne è Jean-Guihen Queyras,
strumentista di fama internazionale che a questo Concerto aveva già
dedicato un’apprezzata incisione con la Freiburger Barockorchester per
l’etichetta Harmonia Mundi.
Ancora Bartók inaugura la seconda parte della serata, con il Divertimento per archi Sz. 113:
datato 1939, appartiene al periodo della piena maturità dell’opera di
Bartók e fu commissionato dal direttore d’orchestra e mecenate svizzero
Paul Sacher; nell’opera il richiamo al genere settecentesco del
divertimento e vari elementi classicizzanti che ne determinano la
struttura si coniuga, nuovamente, con il ricorrente ricorso a materiali
tematici desunti dal patrimonio popolare ungherese. Chiude il concerto
la Sinfonia n. 96 in re maggiore Hob. I:96 «The Miracle»,
appartenente al corpus delle Sinfonie Londinesi scritte nel corso dei
due viaggi che Haydn compì tra il 1791 e il 1795 nella capitale
britannica. Il “Miracolo” a cui allude il titolo è posteriore alla
nascita della composizione e si riferisce alla caduta di un lampadario
senza gravi conseguenze durante la sua esecuzione.
Info: www.ferraramusica.it, tel. 0532-202675; biglietteria@ferraramusica.it
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