Entra, scegli il gioco che più ti attrae e gioca! È questo lo slogan vincente che sin dall’inizio ha animato Play - Festival del Gioco,
la più grande manifestazione italiana dedicata al gioco da tavolo e
che, anche quest’anno, dal 6 all’8 aprile tornerà ad animare i
padiglioni della Fiera di Modena con la consueta passione.
Sarà
un’edizione speciale, che già si preannuncia come quella dei record, a
partire dagli spazi occupati che supereranno quota 22 mila metri
quadrati (l’equivalente di venti campi da tennis), dando così vita alla
ludoteca più grande d’Italia.
NOVITA' Sono diverse le novità dell’edizione 2018, a partire dall’aggiunta di una giornata,
che da due diventano tre. In altre parole, più tempo a disposizione per
giocare, scoprire le nuove proposte o riscoprire i grandi classici. Più
tempo per stare con gli amici, con la famiglia, con i propri figli, per
socializzare, senza il filtro di uno schermo, di un tablet, di uno
smartphone o un Pc.
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Vera e propria new entry in occasione di questa decima edizione è Play Kids:
un padiglione destinato esclusivamente alle famiglie con bambini
piccoli e che permette di avere una risposta ludica, davvero adatta per
ogni età.
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Saranno
diverse e note le aziende che presenteranno linee di giochi destinate a
bimbi da 2 anni in su. L’area è stata appositamente allestita – tavoli,
sedie, postazioni - per fare giocare i piccoli accompagnati ovviamente
dai genitori. Un’opportunità inedita per avvicinare i giovanissimi alla
cultura del gioco, coinvolgendo l’intera famiglia.
Altra
novità di rilievo è il tema di Play. Dopo le precedenti edizioni su
Guerra Fredda e Resistenza, quest'anno la manifestazione è dedicata al 50° anniversario del 1968. L'idea è quella di rievocare, giocando, i fatti storici e i grandi cambiamenti sociali avvenuti a partire da quel periodo.
Sempre restando in tema di ricorrenze, Play, celebrerà i 70 anni di Tex Willer:
o meglio, l’anniversario della prima pubblicazione di uno dei fumetti
italiani più letti e amati di sempre. E in occasione della decima
edizione del Festival del Gioco partirà ufficialmente la distribuzione
del gioco da tavolo del leggendario cowboy.
Play
inoltre ha pensato di festeggiare il suo decimo compleanno inventando
un intero padiglione dedicato alla nuova frontiera del gioco nelle sue
diverse sfaccettature:Independence Play. All'interno,
interamente rinnovato nei contenuti e negli allestimenti, ci saranno:
autori di giochi, illustratori e anteprime e poi anche realtà virtuale e
nuove tecnologie.
Cancelli
aperti dalle ore 14 (fino alle ore 20) di venerdì 6 aprile, dalle ore 9
alle ore 20 nella giornata di sabato, ore 9-19 l’orario della domenica.
E
non dimenticate che Play Festival del Gioco è probabilmente la sola la
manifestazione che sa far giocare insieme persone di tutte le età, dai
più piccoli agli ultraottantenni unendo in modo trasversale differenti
generazioni. Noi siamo sicuri di questa affermazione perché edizione
dopo edizione abbiamo strappato milioni di sorrisi, ma se avete dei
ancora qualche dubbio dovete solo provare per credere.
Per info programma, orari e biglietti si rimanda al sito ufficiale dell’evento www.play-modena.it
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Mercoledì 21 marzo, il Palazzo delle Esposizioni a Roma è stato il “teatro”, come vedremo per taluni aspetti non è improprio questo sostantivo, della presentazione del XXIII Festival Internazionale del Fumetto, dell’Animazione e dei Games (edizione primavera) – meglio conosciuto come Romics – che si terrà presso la Fiera di Roma dal 5 all’8 aprile.
RispondiEliminaNon è certo la prima volta che stigmatizziamo come la kermesse sia in sostanza una “fiera”, tutto un pullulare di cosplayer e gamer. Certo, questo evento, poiché trattasi di ciò, è ormai il primo del suo genere in Europa, e questo può far pure piacere, se si considerano l’arte e la cultura quali “volani” per l’economia. Però noi il fumetto e il cinema di animazione li studiamo, quindi tali “primati” non ci entusiasmano più di tanto.
Troppi inglesismi
Assistendo alla presentazione, abbiamo notato due tristi continuità nel modo di vivere questa iniziativa. La prima, è nell’utilizzo eccessivo della terminologia inglese, come se la lingua italiana fosse povera di vocaboli, con l’aggravante di non sentire una singola pronuncia azzeccata. La seconda, forse persino deteriore, è che dentro Romics ci sono cose che non ci dovrebbero essere. Ad esempio, cosa c’entra la Body Art con i fumetti, i cartoni e i videogiochi? Per non parlare poi del “contest” di danza K-pop; che se poi vogliamo dirla tutta, la cultura coreana sta vivendo quella opprimente commercializzazione di stampo prettamente giovanilistico che, anni or sono, aveva investito anche il Giappone, col fenomeno J-pop. Vi garantiamo, da orientalisti, che da quando il Sol Levante si è finalmente sbarazzato proprio del “pop”, beh, è tornato a essere un Paese verso il quale si indirizzano le attenzioni di ricercatori seri, e non dei para-accademici modaioli. Fare tendenza, segnatamente per una Nazione asiatica, è sempre una arma a doppio taglio.
Non è che vogliamo essere dei biechi passatisti, ma, citando una vecchia affermazione di Alessandro Baricco, in uno degli episodi del suo bellissimo spettacolo Totem andato in onda tanti anni fa sulla RAI: “Francamente, noi staremmo qui per un altro motivo”. Nel nostro caso, i fumetti e i cartoni animati… mettiamoci pure i giochi elettronici, e sarebbe stato bello su questi ultimi sentire parlare di videoludismo e gamer, ma sembra che non si voglia mai dire nulla. La simpatia, la quale poi è cosa rischiosa, giacché soggetta al gusto, è nella Italia post(?)-renziana la risposta a tutto.
http://www.barbadillo.it/73811-cultura-torna-romics-2018-festival-del-fumetto-ci-sara-anche-tsukasa-hojo-di-occhi-di-gatto/