lunedì 27 agosto 2018

Indovina chi viene a cena


Forse a molti italiani la cosa è sfuggita, perché non si è trattato di un film ma di un duo musicale e quindi non è durato 108 minuti, ma sette anni, e quando una cosa dura sette anni non è più un evento, ci si fa l’abitudine e la si considera parte normale dell’arredamento di casa: però anche noi abbiamo avuto il nostro Indovina chi viene a cena?, con la formula Wess & Dori Ghezzi. E come si addice a una provincia dell’impero, il nostro modello è arrivato con qualche anno di ritardo, neanche tanti in questo caso: perché mentre Katharine Houghton, la figlia di Spencer Tracy e Katharine Hepburn, suona al campanello di casa in compagnia del fidanzato Sidney Poitier nel 1967, Wess & Dori Ghezzi sono entrati nelle nostre case dal piccolo schermo e dalla musica dei 45 giri nel 1972. Non vogliamo qui discutere la qualità musicale del duo, sulla quale ciascuno avrà le sue opinioni, oltre che i suoi ricordi; e i ricordi, quando si parla di musica leggera, sono tutt’uno con le emozioni. Ci interessa solo l’aspetto sociologico, come versione nostrana di Guess Who’s Coming to Dinner e come operazione musicale, ma ovviamente anche commerciale, discretamente riuscita; ma anche come prova generale, forse inconsapevole, o forse no, di altre situazioni e altre problematiche che l’Italia si sarebbe trovata davanti, quasi all’improvviso, a partire da poco più di venti anni fa, cioè dagli anni ’90 del Novecento. Nessuno si offenda per la parola commerciale: anche il film i Stanley Kramer è stato una operazione commerciale (alquanto furbesca), come è provato dal fatto che Stanely Kramer è stato sia il regista che il produttore; ed è stato un grande successo di botteghino. E questo discorso vale anche per la musica leggera, vale per tutti i Festival di Sanremo e per le principali manifestazioni canore, oltre che per il cinema. Wess era stato membro del complesso degli Airdales di Rock Roberts, e questi era venuto in Italia nel 1965, dopo essere stato notato da Renzo Arbore e da Gianni Boncompagni, che gli affidarono la sigla del programma radiofonico Bandiera Gialla, e poi aveva sfondato al Festivalbar del 1967 con il tormentone di Stasera mi butto. Wess, nato nel 1945 a Winston, Carolina del Nord, da qualche anno era in un periodo di “stanca”; Dori Ghezzi, un anno più giovane, di Lentate sul Seveso (Monza), aveva avuto un fulmineo ma isolato successo grazie a Castatshock, rifacimento di Katjuša alquanto pacchiano: ed entrambi, all’inizio degli anni ’70, benché giovani di appena venticinque o ventisei anni, erano già in cerca di un rilancio. L’idea buona venne a Wess, il quale nel 1972 volle incidere, a due voci, la cover di un  brano dei Brotherood of Man, una specie di Ricchi e Poveri britannici, che intitolò Voglio stare con te, e scelse come partner una cantante della sua stessa casa discografica, la Durium, che era appunto Dori Ghezzi. L’operazione si rivelò indovinata: la voce bassa e calda di lui ben si armonizzava con quella nitida e squillante di lei, e anche l’immagine faceva la sua parte: lui era alto, robusto, dall’aria molto simpatica e sempre sorridente; lei era minuta, snella, biondissima e allegramente sensuale. Seguirono alcuni anni di successi clamorosi, fra i quali Un corpo e un’anima, Tu nella mia vita, Era, Amore bellissimo, anche se l’ultima zampata si era spenta già nel 1977. Poi si divisero: continuarono entrambi la loro carriera da solisti, ma senza tornare al successo di prima; lei divenne la compagna di Fabrizio De André e andò a vivere in Sardegna (e con il cantautore genovese visse anche la drammatica esperienza del rapimento a scopo di riscatto). Come duo, erano stati in cima alla classifica delle vendite  ed erano giunti terzi all’Eurofestival di Stoccolma nel 1975 e secondi a Sanremo nel 1976.
Francesco Lamendola
Nota: L'articolo prosegue con considerazioni estranee al tema di questo blog

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