Appuntamento domani, giovedì 27 giugno, alle ore 22, in Piazza Maggiore (in caso di pioggia, proiezione al Cinema Lumière in Piazzetta Pasolini, 2/b), con il nuovo restauro, curato da The Film Foundation dello stesso Scorsese, New Regency Productions Inc. e Twentieth Century Fox, di King of Comedy – Re per una notte.
E proprio il restauro di King of Comedy – Re per una notte uscirà il prossimo autunno in edizione Blue Ray grazie a New Regency Productions Inc. e Twentieth Century Fox.
Sotto le stelle del Cinema
Giovedì 27 giugno, ore 22, Piazza Maggiore (in caso di pioggia, proiezione al Cinema Lumière)
RE PER UNA NOTTE (The King of Comedy, USA/1983) di Martin Scorsese (109’)
Restaurato da The Film Foundation, New Regency Productions Inc. e Twentieth Century Fox. Restaurato digitalmente in 4K dal negativo camera originale presso Sony Colorworks; il restauro digitale della colonna sonora è stato effettuato da John Polito presso Audio Mechanics
Il comico teatrale è probabilmente l’attore per eccellenza. Lavora da solo, senza maschera, alla mercé del pubblico; può contare unicamente sulle proprie risorse. “Non sono mai stato tanto spaventato, tanto umiliato in tutta la mia vita”, ha confessato De Niro dopo il lungo pianosequenza che accompagna il suo monologo in Re per una notte. De Niro è stato anche il primo a essere ammaliato da Rupert Pupkin. Scorsese, che gli aveva fatto avere la sceneggiatura ai tempi di Alice non abita più qui, non si sentiva pronto. Solo dopo Toro scatenato s’è lasciato convincere che si trattava di un materiale più interessante, più personale di quanto credesse. In realtà il regista è da tempo affascinato da Sid Caesar, Ernie Kovacs, i comici ebrei della Borscht Belt. Ha una predilezione per le commedie di Bob Hope e Bing Crosby, di una cattiveria singolare, e soprattutto per Always Leave Them Laughing (Roy Bel Ruth, 1949), autobiografia senza orpelli di Milton Berle, a tratti sorprendente per verità e amarezza. In Re per una notte si ritrova quella verità, quell’amarezza. La risata liberatrice di un Lenny Bruce o di un Mel Brooks è assente. Buffone di seconda categoria, Rupert non è un genio incompreso. È un re solo nei dialoghi che immagina di avere con Jerry Langford, il suo idolo. A lungo differito, il suo grande monologo non è la prova di un talento eccezionale. Rupert ci affascina solo perché sarebbe pronto a vendere l’anima al diavolo, pur di essere il divo di una notte. Non senza perversione, Scorsese scambia le parti assegnate alle sue star. A Jerry Lewis tocca quella di un businessman privo di umorismo, imbronciato fino alla misantropia, il cui sguardo si illumina solo quando è in preda alla collera. Invece De Niro, fin lì votato a imponenti prove drammatiche, prende in prestito alcune caratteristiche, e persino alcune gag, al ‘ragazzo tuttofare’ di cui ha visto e rivisto tutti i film per calarsi nella parte. […] Re per una notte ha avuto una funzione di rivelatore per ciascuno dei partecipanti, a cominciare da Scorsese che, giunto alla maturità si è riconosciuto nei due protagonisti solitari, sia nell’insider sia nell’outsider.
Michael Henry Wilson, Martin Scorsese. Conversazioni con Michael Henry Wilson, Rizzoli, Milano 2006
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Sotto le stelle del Cinema
21 giugno – 30 luglio
Piazza Maggiore
Sotto le stelle del Cinema fa parte di Bè – Bologna Estate 2013
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