Technicolor & Co.: Vertigo e conferenza di Jean-Pierre Verscheure Cinema Arlecchino, ore 14.30 – Cinema Lumière, Sala Scorsese, ore 12 Non solo nel 2012 è stato eletto miglior film di tutti i tempi dal decennale sondaggio della rivista “Sight and Sound”. Non solo i suoi restauri sono stati attesi e discussi dalla cinefilia internazionale. Poiché qui parliamo di Technicolor, Vertigo (o La donna che visse due volte, Alfred Hitchcock, 1958) è in un certo senso la Cappella Sistina del Technicolor: altri film sono certo più sgargianti, ma la ricchezza della tessitura cromatica, la vertigine delle v isioni, la densità simbolica di ogni immagine lo colloca al vertice dell’arte del colore al cinema. Il ponte rosso, il cielo blu carico di nubi, le nebbie d’entre les morts… Da rivedere col cuore in gola (questo capolavoro amatissimo da Peter von Bagh), nella copia d’epoca della Cinémathèque française, l’unica che ha preservato i colori originali. Fondamentale introduzione alla sezione, l’incontro sulla Storia del Technicolor con Jean-Pierre Verscheure, storico dello spettacolo cinematografico e restauratore delle sue tecniche. >> Maggiori informazioni Technicolor & Co.: Vertigo and Jean-Pierre Verscheure Conference Not only was it voted best film of all time in “Sight and Sound”'s 2012 international film critics' poll. Not only were its restorations highly anticipated and greatly discussed by cinephiles worldwide. Here, in a certain sense, since we are talking Technicolor, Alfred Hitchcock's Vertigo from 1958 is the Sistine Chapel of Technicolor: without doubt other films a re showier, but the richness of texture in the colours, the vertigo of the visions, the symbolic density of every image places it at the very summit of the art of colour in cinema. The red bridge, the blue cloud-filled sky, the fog amidst the dead… To be seen again with heart in mouth (a masterpiece greatly loved by Peter von Bagh), in the period print belonging to the Cinémathèque française, the only one to have preserved its original colours. A fundamental introduction to this section will be the conference on the History of Technicolor with Jean-Pierre Verscheure, film historian and restorer of its techniques. |
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Io sono Ingrid: Ingrid Bergman – In Her Own Words Cinema Arlecchino, ore 10.30 Ingrid Bergman raccontata dalle sue proprie parole e soprattutto dalle sue proprie immagini. Fin da ragazza, Ingrid ha avuto l’abitudine di portare con sé una cinepresa amatoriale e filmare i luoghi e le persone della sua vita. Il documentario che lo storico e regista Stig Björkman (già finissimo ‘interprete’ dell’altro grande Bergman, Ingmar) ha realizzato nel 2014 a partire da queste riprese familiari, nonché da lettere e diari dell’attrice, è una porta che si apre con discrezione, e ci accoglie con calore, nella vita privata di Ingrid, trovando il suo materiale più ricco nelle testimonianze degli anni passati in Italia accanto a Roberto Rossellini. I racconti de i quattro figli, Pia Lindstrom e Isabella, Ingrid e Robertino Rossellini, intervistati per l’occasione, contribuiscono al fascino di un docufilm che offre nuovi punti di vista sulla vita e la carriera di Ingrid Bergman. >> Maggiori informazioni Ingrid Bergman – In Her Own Words Ingrid Bergman, in her own words and above all her own images. Ever since she was a girl, Ingrid had the habit of carrying an amateur film camera with her to shoot the places and the people in her life. This documentary, completed in 2014 by historian and director Stig Björkman (already an accomplished ‘interpreter’ of that other great Bergman, Ingmar), makes full use of these 'family clips', as well as letters and diaries belonging to the actress. Ingrid Bergman – In Her Own Words is a door opened with discretion, which warmly welcomes us into the private life of Ingrid, finding its richest source in the material from the years spent in Italy with Roberto Rossellini. Stories from her four children, Pia Lindstrom and Isabella, Ingrid and Robertino Rossellini, interviewed for the occasion, contribute to the charm of a docufilm that offers new perspectives on the life and career of Ingrid Bergman. |
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Lezione di cinema: incontro con il filosofo Dork Zabunyan
Cinema Lesson: lecture by philosopher Dork Zabunyan Cinema Lumière, Sala Auditorium, ore 12.15 Dopo la lezione con Jacques Rancière, un altro importante filosofo francese conteporaneo protagonista al Cinema Ritrovato: in collaborazione con Institut français Italia nell’ambito del suo ciclo d'incontri Prospettive critiche, ascolteremo l'intervento di Dork Zabunyan intitolato Filosofia francese contemporanea e cinema italiano: nuove strategie critiche. Filosofo e professore di studi cinematografici all’Università di Lille 3 e all’Università Paris 8, Zabunyan è esperto di filosofia del cinema e le sue ricerche sono dedicate all’importanza del cinema nei pensieri di grandi filosofi come Michel Foucault, Gilles Deleuze, Jacques Rancière e Alain Badiou, e anche al ruolo dell’immagine nella costruzione del film. >> Maggiori informazioni This year's festival hosts two important contemporary French philosophers: following on from Wednesday's 'lesson' with Jacques Rancière, organised in collaboration with the Institut français Italia as part of its Prospettive Critiche series, we will have the chance to listen to a lecture from Dork Zabunyan entitled Contemporary French Philosophy and Italian Cinema: New Critical Strategies. Philoso pher and Professor of Film Studies at Lille 3 University and Paris 8 University, Zabunyan is an expert in philosophy of the cinema and his researches are dedicated to the importance of the cinema in the thoughts of great philosophers such as Michel Foucault, Gilles Deleuze, Jacques Rancière and Alain Badiou, as well as the role of the image in the construction of film. |
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Ritrovati e restaurati: Au Hasard Balthazar di Robert Bresson Cinema Arlecchino, ore 18.45 Un'occasione imperdire per vedere nelle migliori condizioni un classico della cinematografia mondiale: l'intenso e poetico Au Hasard Balthazar di Bresson, in una copia appena restaurata dalla Argos Film. In un'intervista del 1966 pubblicata sui “Cahiers du cinéma”, rispondendo a un'osservazione di Jean-Luc Godard che riteneva che il film fosse il “più completo” di tutti quelli girati dal regista, Bresson rispondeva: “Mi sembra anche che sia il film più libero che abbia mai fatto, quello in cui ho messo di più di me stesso. Credo sia giusto, se non indispensabile, che i film che facciamo appartengano alla nostra esperienza. Vale a dire: che non siano una ‘messa in scena’”. >> Maggiori informazioni Recovered and Restored: Robert Bresson's Au Hasard Balthazar This day will be an opportunity to see a classic of cinema on the big screen: the beautiful and poetic Robert Bresson film, Au Hasard Balthazar, in a newly restored copy by Argos Film. In a “Cahiers du cinéma” interview from 1966, in response to Jean-Luc Godard's conside ration that the film was the “most complete” of all his works, Bresson said: “It also seems to me that this film is freer than any other I have made, into which I put the most of myself. I believe it is right, if not essential, that the films we make be part of our experiences. That is to say: that they are not ‘staged’”. |
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Progetto Keaton: cine-concerto in Piazza Maggiore Piazza Maggiore, 21.45 René Clair scrisse che per il pubblico surrealista Sherlock Jr. rappresentava un modello paragonabile a ciò che per il teatro aveva rappresentato Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. L'orchestra del Teatro Comunale di Bologna accompagnerà le immagini di questo divertentissimo film di Buster Keaton (e del cortometraggio One Week, che di Keaton è il primo capolavoro), eseguendo le musiche composte e dirette per l'occasione dal maestro Timothy Brock. Il cine-concerto è uno degli eventi imperdibili di questa edizione del festival, nell'impareggiabile cornice di una delle 'sale cinematografiche' più belle del mondo, Piazza Maggiore! >> Maggiori informazioni Keaton Project: Cine-concert in Piazza Maggiore René Clair wrote that for the surrealist public, Sherlock Jr. represented a model comparable to that which Pirandello's Six Characters in Search of an Author had represented for the theatre. The orchestra of the Teatro Comunale di Bologna will accompany the images of this hilarious Buster Keaton film (and the short One Week, Keaton's first masterpiece), performing music composed and directed for the occasion by Maestro Timothy Brock. The cine-concert is shaping up to be one of the unmissable events at this year's Festival, in the enchanting setting of one of the most beautiful 'film theatres' in the world, Piazza Maggiore! |
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Documenti e documentari: German Concentration Camps Factual Survey Cinema Lumière – Sala Scorsese, ore 16.15 Questo eccezionale documentario inglese sui campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale ha una lunga storia, che ha inizio con la presentazione del montaggio preliminare del film il 29 settembre 1945 al Ministero dell’Informazione di Londra. Una piccola squadra guidata Sidney Bernstein e composta da Stewart McAllister, Richard Crossman e Alfred Hitchcock lavora per mesi sui materiali per completare il film, ma il progetto viene archiviato e il film scompare. Nel 2008 un nuovo team dell'Imperial War Museum si confronta con la complessa ricostruzione e con il restauro, e i risultati di questo lun go e nuovo lavoro verranno presentati assieme al film di circa 90 minuti al pubblico del festival da Toby Haggith (Imperial War Museum). >> Maggiori informazioni Documents and Documentaries: German Concentration Camps Factual Survey This outstanding British documentary on Nazi concentration camps during the Second World War has a long history, beginning with the presentation of a rough-cut version of the film on September 29th 1945 at the Ministry of Information in London. A small team led by Sidney Bernstein and that included Stewart McAllister, Richard Crossman and Alfred Hitchcock worked for months on material to complete the film, however the project was shelved and the film subsequently disappeared. In 2008, a new team from the Imperial War Museum undertook the complex reconstruction and restoration of the film. The results of this long and new work will be presented along with the 90-minute film to the public of the Festival by Toby Haggith (Imperial War Museum). |
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Documenti e documentari: da Hollywood all’Afghanistan Auditorium DMS, ore 15.30 e ore 18 I divi dell’età dell’oro hollywoodiana si affacciano dalla collezione degli home movies dell’Academy Film Archive: Bogart Bacall Dietrich & Co. colti nel semplice atto di essere se stessi, fuori dalle stucchevoli manipolazioni degli uffici stampa. Il film di Antonio Bigini e Mariann Lewinsky, Ella Maillart. Double Journey, è la ricostruzione d’un viaggio e di un’eccezionale personalità femminile: fotografa, scrittrice , esploratrice svizzera, Ella Maillart parte nel 1939 per una lunga avventura esotica e interiore, verso l’Afghanistan e poi l’India. Filmati senza parole, immagini fisse, lettere, frammenti di diario montati dagli autori e legati dall’ipnotica voce narrante di Irène Jacob. A seguire, due episodi del film collettivo 9 x 10 novanta, realizzato per celebrare i novant’anni del Luce: Alina Marazzi in Confini recupera materiali sulle trincee della Grande Guerra, tra bufere di neve e di graffi sulla pellicola, Pietro Marcello e Sara Fgaier in L’umile Italia ritrovano, sulla scorta di Carlo Levi, le immagini d’un millenario mondo contadino; in entrambi i casi, “un’archeologia della memoria umana che ci riguarda in modo profondo e comune”. Documents and Documentaries: from Hollywood to Afghanistan Stars from the golden age of Hollywood line up in a collection of home movies from the Academy Film Archive: Bogart Bacall Dietrich & Co. in the simple act of being themselves, away from the sickly manipulations of the press offices. Ella Maillart. Double Journey, a film by Antonio Bigini and Mariann Lewinsky, is the reconstruction of a voyage and an exceptional woman: swiss photographer, writer and explorer, Ella Maillart who, in 1939, left on a long, exotic and introspective adventure towards Afghanistan and then on to India. Silent film clips, still images, letters and diary fragments, edited by the authors and bound together by the mesmerising narrative voice of Irène Jacob. Followed by two episodes from the collective film 9 x 10 novanta, made to celebrate ninety years of Istituto Luc e: in Confini Alina Marazzi retrieves material on the trenches of the Great War, while between snowstorms and scratched film, Pietro Marcello and Sara Fgaier in L’umile Italia rediscover, accompanied by the words of Carlo Levi, images of a thousands of years old rural world; in both cases, “an archaeology of human memory that concerns us all, in a deep and shared way”. |
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A Simple Event. La nascita della nouvelle vague iraniana: Shab-E Ghuzi Cinema Lumière – Sala Scorsese, ore 10.15 Pionieristico film d’essai che sfugge alle classificazioni, Shab-E Ghuzi è una commedia nera che si svolge nell’arco di una notte e che narra le peripezie di un gruppo di attori teatrali, del padre di una sposa, di un barbiere e del suo aiutante, per disfarsi di un cadavere sullo sfondo dei quartieri alti di Teheran e sulle note di Ray Charles. Farrokh Ghaffari, autentico cinefilo e intellettuale, amico di Henri Langlois e assiduo frequentatore della Cinémathèque di Parigi, gira questo film nel 1965 con pochi soldi, ottenendo un insuccesso al botteghino in Iran e una buona accoglienza ai festival cinematografici europ ei. Elogiato anche da Georges Sadoul, è uno dei film da riscoprire della nostra rassegna dedicata alla nascita della 'nouvelle vague iraniana', che affascina a tal punto da superare di gran lunga i nostri confini nazionali. >> Maggiori informazioni
A Simple Event. The Birth of Iranian New Wave Cinema: Shab-E Ghuzi
A pioneering art film that defies classification, Shab-E Ghuzi is a black comedy set over the course of one night that tells the misadventures of a group of stage actors, the father of a bride, a hairdresser and his assistant, as they try to dispose of a dead body against a backdrop of residential Teheran and the music of Ray Charles. Farrokh Ghaffari, cinephile a nd intellectual, friend to Henri Langlois and regular visitor to the Cinémathèque française, shot this film in 1965 on a low budget. It was a failure at the box office in Iran but well-received at film festivals in Europe. Also praised by Georges Sadoul, it is one of the films to rediscover in our programme dedicated to the birth of the Iranian New Wave; so fascinating that interest in it far exceeds our national borders. |
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Il programma completo di giovedì 2 luglio / Thursday 2 - full programme |
giovedì 2 luglio 2015
Il programma di giovedì al Cinema Ritrovato
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