Esiste una geografia del fantastico, oltre che una storia, che ci rivela come questo sia uno strumento privilegiato per cogliere l’anima di un popolo, di una cultura. Così, a leggere i fumetti di Guido Buzzelli è impossibile non pensare alle visioni dantesche, alle allucinazioni del Manierismo, all’anelito tanatologico del Barocco, ma anche alla miseria umana e alle sevizie che subisce Pinocchio o allo straniamento che percorre tanto nostro immaginario, da Ariosto a Savinio, da Buzzati a Fellini.
Non poteva mancare, in una esplorazione dei diversi modi di fare il fantastico, un autore come Buzzelli, che dal 1967 – anno di uscita del suo capolavoro La rivolta dei Racchi – ha dato il via a una sequenza di storie memorabili per impatto visivo, originalità narrativa, lucidità nel raccontare il presente di allora (e di oggi).
Non poteva mancare, in una esplorazione dei diversi modi di fare il fantastico, un autore come Buzzelli, che dal 1967 – anno di uscita del suo capolavoro La rivolta dei Racchi – ha dato il via a una sequenza di storie memorabili per impatto visivo, originalità narrativa, lucidità nel raccontare il presente di allora (e di oggi).
mostra
Anatomia delle macerie23 ottobre - 25 novembre | Accademia di Belle Arti di Bolognainaugurazione 23 ottobre
Il denominatore comune delle storie di Guido Buzzelli è l’impotenza, esito di una doppia condanna: da una parte l’impossibilità di avere il controllo sulla realtà, che rimane inconoscibile; dall’altra la pochezza di noi uomini, attaccati alle miserie di desideri, di ambizioni piccine, di corruzioni che si annidano come metastasi anche nei più piccoli gesti.
Buzzelli è un osservatore acutissimo delle storture del mondo (il suo, ma anche il nostro), e risponde a questo immobilismo esistenziale con uno stile dinamico, con la resa perfetta dei corpi, con una narrazione vorticosa e zigzagante, con un gusto per la deformazione e il grottesco che ha lasciato tracce in autori come Jacovitti e Altan.
La mostra attraversa, con oltre settanta tavole e un buon numero di bozzetti, il mondo di macerie in cui abitano i personaggi di Buzzelli, tracciando un percorso che tra distopie, ibridazioni, allucinazioni e denuncia sociale, farà riscoprire lo sguardo insieme lucido e visionario di un grande maestro.
incontri
CONVEGNO : Anatomia delle Macerie23 novembre h 10-13 | Accademia di Belle Arti di Bologna - Aula Magna
con David B, Matteo Stefanelli, Vittorio Giacopini
introduce Enrico Fornaroli
modera Emilio Varrà
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Coconino Press Fandango
introduce Enrico Fornaroli
modera Emilio Varrà
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Coconino Press Fandango
Guido Buzzelli è nato a Roma nel 1927. È stato uno dei grandi maestri del fumetto italiano, ma anche uno straordinario pittore e illustratore. Figlio di un pittore e di una modella, seguì gli studi artistici all’Accademia di San Luca. Entrò giovanissimo nello studio del fumettista e illustratore Rino Albertelli, e negli anni Cinquanta iniziò a collaborare con alcune riviste, pubblicando illustrazioni e fumetti.
Per alcuni anni lavorò in Spagna e in Gran Bretagna, e di ritorno in Italia si dedicò a tempo pieno alla pittura.
A metà degli anni Sessanta, tornò al fumetto: è del 1966 La rivolta dei racchi, un lavoro che può essere considerato, precedendo Hugo Pratt e Will Eisner, il primo graphic novel pensato come tale, ovvero come storia unica e autoconclusiva, opera di un autore che trova nel fumetto il linguaggio per raccontare la propria visione del mondo, al di là di committenze, serialità, generi e personaggi in voga.La rivolta dei racchi è la prima opera di una trilogia che comprendeLabirinti (1970) e Zil Zelub (1972), da poco ristampata da Coconino Press – Fandango.Grazie al suo talento e alle sue opere così originali, Buzzelli venne conosciuto in Francia, dove storie come Annalisa e il diavolo (1973),L’intervista (1975), L’Agnone (1977), La guerra videologica (1978), nelle quali l’autore si ritrae sempre nei panni del protagonista, furono pubblicate su numerose riviste.
Per alcuni anni lavorò in Spagna e in Gran Bretagna, e di ritorno in Italia si dedicò a tempo pieno alla pittura.
A metà degli anni Sessanta, tornò al fumetto: è del 1966 La rivolta dei racchi, un lavoro che può essere considerato, precedendo Hugo Pratt e Will Eisner, il primo graphic novel pensato come tale, ovvero come storia unica e autoconclusiva, opera di un autore che trova nel fumetto il linguaggio per raccontare la propria visione del mondo, al di là di committenze, serialità, generi e personaggi in voga.La rivolta dei racchi è la prima opera di una trilogia che comprendeLabirinti (1970) e Zil Zelub (1972), da poco ristampata da Coconino Press – Fandango.Grazie al suo talento e alle sue opere così originali, Buzzelli venne conosciuto in Francia, dove storie come Annalisa e il diavolo (1973),L’intervista (1975), L’Agnone (1977), La guerra videologica (1978), nelle quali l’autore si ritrae sempre nei panni del protagonista, furono pubblicate su numerose riviste.
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