Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo
di Leonardo Gandini
Mimesis Edizioni: Milano-Udine 2014
> Incontro con l'autore: mercoledì 4 marzo - Biblioteca Renzi
Il volume di Leonardo Gandini Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo analizza approfonditamente e con lucidità la sempre maggior presenza della rappresentazione della violenza nel cinema degli ultimi decenni, da Peckinpah a Tarantino.
Dopo aver constatato che il pubblico sceglie consapevolmente di vedere pellicole e spettacoli che contengono scene di violenza, l’autore si interroga sui motivi di questa attrazione, e della progressione da forme di “stenografia visiva” del cinema classico alla “calligrafia della violenza” presente nel cinema contemporaneo.
Consapevole dell’esistenza di un problema etico, ma anche del fatto che “nel cinema della violenza la morale finisce sempre per inciampare nell’estetica”, il testo affronta l’argomento della componente visiva della violenza cinematografica e dei modi in cui i cineasti contemporanei l’hanno affrontata in modo originale secondo tre coordinate: lo sguardo, la forma, e solo in conclusione la morale.
Un volume denso di concetti e arricchito da numerosi e significativi esempi e rimandi all’attualità, in cui la padronanza dell’argomento e la chiarezza espositiva proprie di Gandini permettono al lettore di seguire il filo di un discorso non semplice. Illuminando sfaccettature non immediatamente evidenti e offrendo riletture di alcuni film recenti, il testo fornisce anche ai non specialisti strumenti per guardare con occhi nuovi e consapevoli a una parte importante del cinema odierno.
di Leonardo Gandini
Mimesis Edizioni: Milano-Udine 2014
> Incontro con l'autore: mercoledì 4 marzo - Biblioteca Renzi
Il volume di Leonardo Gandini Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo analizza approfonditamente e con lucidità la sempre maggior presenza della rappresentazione della violenza nel cinema degli ultimi decenni, da Peckinpah a Tarantino.
Dopo aver constatato che il pubblico sceglie consapevolmente di vedere pellicole e spettacoli che contengono scene di violenza, l’autore si interroga sui motivi di questa attrazione, e della progressione da forme di “stenografia visiva” del cinema classico alla “calligrafia della violenza” presente nel cinema contemporaneo.
Consapevole dell’esistenza di un problema etico, ma anche del fatto che “nel cinema della violenza la morale finisce sempre per inciampare nell’estetica”, il testo affronta l’argomento della componente visiva della violenza cinematografica e dei modi in cui i cineasti contemporanei l’hanno affrontata in modo originale secondo tre coordinate: lo sguardo, la forma, e solo in conclusione la morale.
Un volume denso di concetti e arricchito da numerosi e significativi esempi e rimandi all’attualità, in cui la padronanza dell’argomento e la chiarezza espositiva proprie di Gandini permettono al lettore di seguire il filo di un discorso non semplice. Illuminando sfaccettature non immediatamente evidenti e offrendo riletture di alcuni film recenti, il testo fornisce anche ai non specialisti strumenti per guardare con occhi nuovi e consapevoli a una parte importante del cinema odierno.
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