Repubblicano e conservatore tout-court? Mica vero. Chi ti conosce un po’ meglio e svicola dalle etichette stantie, sa che la tua visione politica è molto più complessa, affonda le radici nella destra libertaria americana (Rothbard, Rockwell e Ron Paul) e nell’anarco-individualismo cresciuto nell’Ottocento sulla scia della mitologia della frontiera. Ma non solo. Se nei tuoi film l’eroe è anti-eroe ed è quasi sempre solitario, spesso in lotta contro uno Stato-Leviatano; è anche evidente l’ancoraggio ai valori tradizionali e comunitari, potremmo persino dire identitari. Valori mai razzisti, come conferma l’elegia di Walt Kowalski in “Gran Torino” (2008), l’omaggio all’ex nemico in “Lettere da Iwo Jima” (2006), la parabola del nuovo Sudafrica in “Invictus” (2009).
E non è un caso che nei tuoi film traspaia sempre, in controluce e senza esibizionismo, un’attenzione ai deboli poco comune nella cultura americana, lontana anni luce dalla carità pelosa e bigotta delle chiese cristiane a stelle e strisce e dal moralismo livellante della “correttezza politica” progressista, fatta di censura preventiva e quote fisse per le minoranze. Invece nelle tue opere si respira una “pietas” classica, nobile e asciutta, degna dei grandi autori dell’antichità. Lunga vita, Clint! Il cinema ha ancora bisogno di te. E noi tutti abbiamo bisogno di te, per tanti anni ancora.
estratto da https://www.barbadillo.it/91102-buon-compleanno-al-patriota-clint-eastwood/
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