mercoledì 28 giugno 2017

Il programma di giovedì

The Film Foundation’s World Cinema Project: tre donne chiamate Lucía
Cinema Lumière - Sala Scorsese, ore 9.30

  Tra i più notevoli restauri con cui il WCP ha festeggiato i propri dieci anni di attività, Lucía di Humberto Solás è uno dei film-chiave del cinema cubano, uscito nel 1968 e presto diventato un classico del Nuevo Cinema Latinoamericano. Affresco storico d’ampio respiro melodrammatico e ambizione formale, Lucía rilegge la storia d’un paese ‘destinato’ alla sua rivoluzione attraverso il ritratto di tre donne chiamate Lucía: l’aristocratica che s’innamora d’un soldato spagnolo nel 1895 (la lezione viscontiana è qui esplicita), la borghese che rinnega la sua classe nel 1933, la popolana che nei primi anni Sessanta, dopo la vittoria castrista, insegna in una comunità agricola. Coerenza e maturità del cinema cubano nato dalla rivoluzione raggiungono qui il loro apice.
The Film Foundation’s World Cinema Project: three women called Lucía
Among the most notable restorations celebrating ten years of WCP activity, Humberto Solás’s Lucía is one of the key films of Cuban cinema; released in 1968, it soon became a classic of the Nuevo Cinema of Latin America. A historical canvas with broad melodramatic scope and formal ambition, Lucía retells the history of a country ‘destined’ to arrive at its revolution through the portrait of three women called Lucía: the aristocratic who falls in love with a Spanish soldier in 1895 (here, Visconti’s influence is clear), the middleclass woman who denies her class in 1933, and the commoner who, in the early Sixties following Castro’s victory, teaches in an agricultural community. In this film, the coherence and maturit y of Cuban cinema, born out of the revolution, reaches its peak.

 


Il jidai-geki degli anni bui
Cinema Jolly, ore 14.30

  Dal 2012 a oggi, in nessun’altra parte del mondo si è probabilmente mostrato e studiato il cinema giapponese come al Cinema Ritrovato. Un mondo di incanti figurativi, di soluzioni tecniche, di riflessione e provocazione politica ha preso vita davanti ai nostri occhi, in un processo di avvicinamento a una cultura per quasi tutti noi misteriosa. La rassegna curata da Alexander Jacoby e Johan Nordström presenta quest’anno il cinema giapponese dei tardi anni Trenta, anni di regime militarista, quando i cineasti progressisti trovarono nel jidai-geki, il film in costume, i modi indiretti per raccontare criticamente il presente. Kyojinden di Mansaku Itami, del 1938, percorre una via letteraria, ambientando I miserabili di Victor Hugo nell’Ott ocento della Ribellione dei samurai Satsuma: il film testimonia la passione dei registi giapponesi dell’epoca per la cultura umanista dell’Occidente, e vede il massimo divo del jidai-geki, Denijro Okochi, giganteggiare nella figura di Jean Valjean.
Jidai-geki of the Dark Years
From 2012 until today, probably nowhere else in the world has Japanese cinema been screened and studied like it has at Il Cinema Ritrovato. A world of figurative charms, of technical solutions, of political reflections and provocations has come to life in front of our eyes, as we have approached a culture that remains a mystery to most of us. This year, the section curated by Alexander Jacoby and Johan Nordström presents Japanese cinema of the late 1930s - years of the military regime - when progressive filmmakers found in costume period dramas, known as jidai-geki, indirect ways to critically recount the present. Mansaku Itami’s
Kyojinden from 1938 takes a literary path, setting Victor Hugo’s Les Misérables during the 19th century Satsuma Rebellion by the samurai class: the film is a testimony to the passi on of the Japanese directors of the time for the humanist culture of the West, and sees Denijro Okochi, the greatest star of jidai-geki, deliver an outstanding performance as Jean Valjean.



Ritrovati e Restaurati
Il restauro di Break Up – L’uomo dei cinque palloni di Ferreri in Piazza Maggiore

Cinema Lumière - Sala Mastroianni, ore 14.30 / Cinema Arlecchino, ore 15.45 / Piazza Maggiore, ore 21.45

  Se non avete ancora visto Ivan Mozžuchin, non avrete mai occasione migliore. Mozžuchin è uno dei più grandi attori della storia del cinema e Casanova è per lui il ruolo d’una vita. Girato nel 1927 da Alexander Volkov, Casanova è per molti motivi il canto del cigno dell’epoca muta: arte della recitazione tesa allo spasimo tra controllo e virtuosismo, complessità di piani narrativi e registri di stile, e per l’ultima volta un mondo immerso nei colori liquidi e cangianti delle imbibizioni e dei pochoir. Non mancate, e Casanova avrà per voi sempre il volto di Ivan Mozžuchin. Come Catherine Deneuve sarà per sempre Belle de jour, l’appellativo radioso con cui la chiamava in causa l’o scuro film di Buñuel; a parlare di questo capolavoro restaurato sarà con noi Macha Méril, splendida signora della nouvelle vague, che in Belle de jour interpretava il ruolo sfuggente di Renée, amica, complice, tentatrice. Una giornata di Ritrovati e Restaurati dominati da grandi prove d’attore e d’attrice trova la sua perfetta conclusione in Piazza Maggiore, dove viene presentato Break Up – L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri, film dall’inverosimile storia produttiva: (approvato in censura, poi ridotto a cortometraggio, reintegrato, entrato e sparito dalla distribuzione, con un repertorio di titoli diversi), e che solo il restauro del 2016, premiato a Venezia, ha consegnato a una nuova vera vita. Marcello Mastroianni padroneggia con cupa vis comica questo formidabile apologo sulla follia regressiva della civiltà.
Rediscovered and Restored. Break Up – L’uomo dei cinque palloni in Piazza Maggiore
If you have not yet seen Ivan Mozžuchin, there will never be a better chance. Mozžuchin was one of the greatest actors in cinema history, and for him Casanova was the role of a lifetime. Shot in 1927 by Alexander Volkov, for many reasons
Casanova was the swansong of the silent era: the art of acting stretched to breaking point between control and virtuos ity, the complexity of narrative planes and styles, and for the last time a world immersed in the iridescent, liquid colours of tinting and pochoir. Don’t miss it, and Casanova will forever more have the face of Ivan Mozžuchin. Just as Catherine Deneuve will always be Belle de jour, the radiant nickname by which she is called in Buñuel’s obscure film; Macha Méril, one of the female faces of the nouvelle vague, who played the fleeting role of Renée - friend, accomplice, temptress - in Belle de jour, will be here to talk about this recentl y restored masterpiece. A day of rediscoveries and restorations dominated by some great displays from actors and actresses will come to the perfect end in Piazza Maggiore, with the screening of Marco Ferreri’s Break Up – L’uomo dei cinque palloni. A film with an incredible production history (approved by the censor, then cut to the length of a short film, put back together again, entered into and then disappeared from distribution, with a repertoire of different titles), which the 2016 restoration, awarded at Venice, has given new life to. Marcello Mastroianni is masterfully dark yet comic in this fantastic apologue on the regressive madness of civilisation.


Nicole Vedrès. Paris 1900
Cinema Lumière - Sala Scorsese, ore 16.15

  Un’autentica scoperta del Cinema Ritrovato 2017. Il nome di una pioniera del found footage, di un’arte del riuso delle immagini che ha oggi una sua storia consolidata e in Bill Morrison uno dei maestri. Bazin scrisse di Nicole Vedrès che “la sua comparsa destabilizzava le norme estetiche del cinema con la stessa radicalità con cui Proust ha destabilizzato il romanzo”; e a muovere queste parole era stato proprio Paris 1900, realizzato nel 1946-48, la città testimoniata e immaginata mentre s’affaccia al nuovo secolo, tre anni di ricerche negli archivi legate da un 'montaggio poetico'. Vedrès (1911-1965) ha formato Resnais e Marker, ha influenzato l’opera di Langlois, ha scavato tracce profonde nella nozi one di 'storia per immagini'' di Godard (di cui vedremo, in questa stessa occasione, De l’origine du XXI siècle). Nicole Vedrès, cineasta del nostro tempo.
  Nicole Vedrès. Paris 1900
A true discovery at Cinema Ritrovato 2017. The name of a pioneer of found footage, an art of reusing images which today has established a strong tradition - and in Bill Morrison has one of its masters. In discussing the work of Nicole Vedrès, Bazin wrote that “its appearance on the screen upset cinema’s aesthetic standards with the same radicalism that Proust had upset those of the novel”. What prompted these words was
Paris 1900, made between 1946 and 1948 - the city witnessed and imagined as it faces the new century, three years of archival research brought together by 'poetic editing'. Vedrès (1911-19 65) moulded Resnais and Marker, influenced the work of Langlois and dug deep trails for Godard’s notion of the ‘story for images’ (we will also see his De l’origine du XXI siècle). Nicole Vedrès, a filmmaker of our time.


Documenti e Documentari: La Goumbé des jeunes nocers di Jean Rouch  
Cinema Lumière - Sala Scorsese, ore 12.30

Un film del 1965 di Jean Rouch, un titolo tra i meno noti della filmografia del cineasta-antropologo francese, “poeta, musico e mago che ha registrato, cinepresa alla mano, la cultura africana sparsa di villaggio in villaggio”. La Goumbé è un’associazione che riunisce e porta nella città di Abidjan le spettacolari esibizioni di canto e ballo degli abitanti dei villaggi, nel tentativo di non mandare perdute le tradizioni rurali e di saldare un legame solidale con la vita urbana. Il film, restaurato, sarà presentato da Laurence Braunberger.
 Documents and Documentaries: La Goumbé des jeunes nocers by Jean Rouch
A 1965 film by Jean Rouch, a lesser known title in the filmography of the French filmmaker-anthropologist: a “poet, musician and magician who has recorded, camera in hand, the culture of Africa scattered from village to village”. La Goumbé is an association that brings spectacular exhibitions of song and dance, as performed by the inhabitants of the villages, to the city of Abidjan in an attempt to ensure that rural traditions do not disappear and to strengthen the bonds of solidarity with urban life. The restored film will be presented by Laurence Braunberger.



E inoltre... / And more...

  • Il cinema secondo John Huston: conversazione con Michael Fitzgerald / Cinema according to John Huston: a conversation with Michael Fitzgerald
    Sala Auditorium – Laboratori delle Arti UniBo, ore 16.45

    Imperdibile lezione di cinema dedicata a John Huston all’indomani della doppia proiezione di uno dei suoi primi e uno dei suoi ultimi film, The Asphalt Jungle (1950), memorabile capolavoro noir, e Wise Blood (1979), adattamento “liricamente folle e assolutamente avvincente” (Vincent Canby) da Flannery O’Connor: a parlare del regista al pubblico del festival sarà Michael Fitzgerald, produttore del secondo film. >>>
    An unmissable Cinema lesson dedicated to John Husto n, as a follow up to Wednesday’s double screening of one of his first films and one of his last films: The Asphalt Jungle (1950), a memorable noir masterpiece, and Wise Blood (1979), a "lyrically mad and absolutely compelling" (Vincent Canby) adaptation of a Flannery O’Connor novel. Michael Fitzgerald, the producer of the second film, will talk about the director to the public of the festival.

  • Otto libri sotto le stelle: Nanni Moretti / Eight Books Under the Stars: Nanni Moretti
    Piazzetta Pier Paolo Pasolini, ore 19
    Sarà eccezionalmente Piazzetta Pasolini a ospitare, alle 19, l’appuntamento quotidiano con gli Otto libri sotto le stelle. Nanni Moretti parlerà di sé e del suo cinema alla luce del volume L’Autobiographie dilatée. Entretiens avec Nanni Moretti (Broché, 2017), fresco di stampa (in Francia) e curato da Jean Gili, lo storico francese del cinema italiano. >>>
    At 7 pm, Piazzetta Pasolini will play host to an exceptional appointment as part of our Eight Books Under the Stars section. Nanni Moretti will talk about himself and his cinema fol lowing the publication of L’Autobiographie dilatée. Entretiens avec Nanni Moretti (Broché, 2017), just released (in France) and curated by Jean Gili, French historian of Italian cinema.
  • Buster in Tv / Buster on Tv
    Sala Auditorium – Laboratori delle Arti UniBo, ore 15.30
    Un estratto del popolarissimo Ed Wynn Show, del 1949, e una selezione del Buster Keaton Show, del 1950, sono le testimonianze dello strano (e infine felice) incontro di Buster Keaton con la televisione: tra il 1950 e il 1951, nel momento in cui la carriera di un genio pareva ormai chiusa nel modo più triste, le quaranta puntate del Buster Keaton Show mostrarono di nuovo all’America di che stoffa fosse fatto Buster. Un talento che emerge ancora forte e chiaro dalle immagini che abbiamo scelto. >>>
    An excerpt from the very popular Ed Wynn Show from 1949 and a selection of clips fro m The Buster Keaton Show from 1950, are testimonies to the strange (and ultimately happy) meeting of Buster Keaton and television: between 1950 and 1951, at a time when the career of a genius appeared to have come to an end in the saddest way possible, the forty episodes of The Buster Keaton Show showed America once again just what Buster was made of. A talent that emerges as strong and clear as ever in the images we have chosen.

  • Documenti e Documentari: Becoming Cary Grant
    Sala Auditorium – Laboratori delle Arti UniBo, ore 18.15
    Come Archie Leach da Bristol divenne Cary Grant, “il miglior attore della storia del cinema” (David Thomson), e l’uomo che fece credere al mondo che la vita potesse essere il più meraviglioso degli esercizi di stile. Tra inediti home movies e sequenze di tanti film, il documentario di Mark Kidel ripercorre i tormenti interiori, i matrimoni e la lunga esperienza con l’LSD, la cura che riuscì a stabilizzare l’identità di un io diviso. >>>
    How Archie Leach from Bristol became Cary Grant, “the best actor in the history of cinema” (David Thomson), and the man who made the world believe that life could be a most wonderful exercise in style. Through previously unpublished home movies and clips from many of his films, documentary maker Mark Kidel tracks Grant’s inner torments, his marriages and his long experience with LSD, a cure that stabilised the identity of an ego split in two.


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