Poche,
ma significative parole sono state spese per raccontare questa nuova
edizione, che si terrà nella cittadina del Canton Ticino dal 7 al 17
agosto, del terzo più antico Festival Cinematografico al mondo, dopo
quelli della nostra Venezia e di Mosca. Invero, anche Locarno possiamo
sentirlo nostro,
come ama puntualmente sottolineare il Presidente della Rassegna, Marco
Solari. Parlando degli svizzeri italiani, egli ha dichiarato col suo
solito coinvolgente trasporto: “Culturalmente siamo profondamente
italiani”. Quindi, il ritrovarsi a festeggiare questa ennesima edizione
della Kermesse,
andrebbe pure interpretato come un momento per riflettere sui
floridissimi rapporti tra due “mondi italofoni”, ossia noi e i ticinesi,
i quali devono sempre e comunque spalleggiarsi, difendendo una identità
comune. Carlo Chatrian ha purtroppo lasciato la Direzione Artistica, per prendere quella della più “titolata” Berlinale. Al suo posto è subentrata la francese Lili Hinstin.
Gli
undici giorni del Festival si apriranno e chiuderanno con un
immaginario giro del mondo dall’Italia al Giappone: si comincerà
mercoledì 7 agosto con l’opera prima di Ginevra Elkann, Magari – la pellicola è una produzione Wildside e Rai Cinema – e si terminerà il 17 agosto con Tabi no Owari Sekai no Hajimari (“旅のおわり世界のはじまり”,
“Fino alla fine del mondo”, 2019), del molto celebrato dalla critica
Kiyoshi Kurosawa. Dal canto suo, la Elkann sarà presente alla proiezione
insieme ai due interpreti del film: Alba Rohrwacher e Riccardo
Scamarcio.
È stato infine ricordato come a Parco Talenti, all’interno del programma del Cine Village (15 giugno – 8 settembre), ci sarà il ciclo di proiezioni della 19° edizione di Locarno a Roma,
che è parte integrante del progetto “Il cinema attraverso i Grandi
Festival”, realizzato da ANEC Lazio, con 6/8 titoli selezionati tra
quelli premiati e più significativi provenienti dall’ultimo Locarno Film Festival.
Tornando
alla Presentazione avvenuta nella Capitale, in una delle più silenziose
e architettonicamente aggraziate zone del Quartiere Parioli, per
rendere l’idea di come sia talora tonificante per l’animo la commistione
di vari piacevoli fattori, riprendiamo dei versi da quel titano –
sciaguratamente tanto mal studiato nelle scuole – che fu Giacomo
Leopardi: “Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: e il
naufragar m’è dolce in questo mare”.
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