Ironia pungente, comicità
spietata, analisi tagliente della società contemporanea,
così “frastornata”, tra attaccamenti alla poltrona,
passione per i centri
commerciali e deriva culinaria della televisione. Lo show
di Francesca Reggiani,
“Doc donne di origine controllata”, andato in scena ieri
sera, 6 agosto 2019,
al Giardino dell’Abate di Badia Polesine, ha fatto il
pienone per un’altra
serata cult di Tra ville e giardini XX.
Il titolo lascia perplessi,
perché ti aspetteresti l’ennesima crociata femminile
per le pari opportunità: un po’ di sospetto viene quando a
fare gli onori di casa
per la Provincia di Rovigo è la presidente della
commissione Po, Antonella
Bertoli, che ricorda giustamente che il logo delle pari
opportunità quest’anno
onora i manifesti di Tra ville e giardini XX. Invece no.
Francesca Reggiani,
coi collaboratori Valter Lupo e Gianluca Giuliarelli,
mette in risalto le
sincopate contraddizioni dell’Italia di oggi, dalla
politica all’economia, ai
difetti sociali. Si parte con le statistiche, che dicono
che “un italiano su 4
è a rischio povertà, ma uno su mille ce la fa!”, le
frecciate al governo “ne
abbiamo uno da un anno!”, l’attaccamento alla poltrona dei
politici non contagi
pure gli spettatori che son pregati di lasciare la sala e
la sedia al termine
dello spettacolo. Contributi video e sonori, con brillanti
interpretazioni della
stessa Reggiani, spiegano e dettagliano la situazione.
“Siamo nel cambiamento
fino al collo. Niente è come prima. Ve lo ricordate quando
giravano quei cosi…
come si chiamano… i soldi sì!”. L’accento romanesco attira
subito simpatie
supplementari e il pubblico ride, ora a denti stretti, ora
apertamente, sui
propri difetti. Anche sui discount, dove si va per
risparmiare e si compra il “detersivo
Grigetto” e i “biscotti Briciole”. Dalle passioni dei
centri commerciali, tipo
Ikea “dove il romano medio ha l’impressione di passare una
giornata all’estero”;
alla deriva dei programmi televisivi, dove impazzano solo
programmi di cucina. “Se
non hai almeno una radice di zenzero in casa sei un
poveraccio!”. “Ma come
avremo fatto noi italiani ad evolverci senza la curcuma?”.
Fino al delitto,
alle sparizioni, alle cronache noir che non possono
mancare all’italiano, come
indica il successo di programmi come “Chi l’ha visto?”.
Una spumeggiante
parodia di Federica Sciarelli sulla sparizione della
“Signora Sinistra” lascia
il segno.
Alla donna ci arriva sì,
Francesca Reggiani, la donna “altissima,
finissima, magrissima” cui hanno messo una taglia, la 42,
che deve “pesare
poco, posare molto, pensare meno” e che, soprattutto, “non
può invecchiare”. Entra
nel vortice della “estrema unzione generale” con creme e
liposuzioni già a
trent’anni, condannata a farsi sette/otto feste da single
a sera, per trovare
uno straccio d’uomo. E quando ne ha uno, minimamente
dignitoso “sta. Come al
Sette e mezzo! Ma chi te lo fa fare di chiedere carta!?”.
Esilarante la parodia
“donna italica contro donna dell’est, ceppo slavo. E
quando cala la… slavina…
son dolori!”. Il tempo che passa, il corpo che si sforma,
non è improntato alle
pari opportunità, perché l’uomo con gli anni diventa
interessante, mentre la
donna diventa “interessanda, gerundio”. Il
Reggiani-pensiero sulla condizione
femminile non poteva apparire più lucido e trasparente, ma
l’attrice riesce a
veicolarlo attraverso questo fuoco di fila di battute e
assiomi che lì per lì,
nel divertimento dell’assurdo, ti nascondono le
riflessioni più profonde ed
amare. Una grande prova di attrice, che da sola e senza
gobbo, tiene il palco
per quasi due ore e la gente incollata a quei suoi occhi
chiari ipnotici, che
mettono soggezione.
Tra
ville e giardini XX è promossa e organizzata da
Provincia di Rovigo,
co-finanziata da Regione del Veneto Reteventi, sostenuta
da Fondazione Cassa di
risparmio di Padova e Rovigo, con l’organizzazione
tecnica di Ente Rovigo Festival e la collaborazione
dei Comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Badia
Polesine, Canda, Castelmassa,
Ceneselli, Ceregnano, Ficarolo, Fratta Polesine,
Lendinara, Occhiobello,
Polesella, Porto Tolle, Rovigo, Trecenta, Villanova del
Ghebbo.
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